SACKS-O_zio0-webNel 1993, mentre mi avvicinavo al mio sessantesimo compleanno cominciai a sperimentare un fenomeno curioso, l’emergere spontaneo e non richiesto di ricordi precoci, ricordi rimasti assopiti per più di cinquant’anni. E non solo ricordi, ma veri e propri stati d’animo, idee, atmosfere, passioni, ricordi soprattutto della mia infanzia”. Così scrisse Olver Sacks ripensando alla stesura della sua autobiografia, Zio Tungsteno (Adelphi). Con questo libro, il suo più personale sino a oggi, l’autore apre le porte della grande casa edoardiana di Londra in cui viveva da ragazzino timido e introverso con la passione per la chimica: di fronte al multiforme e al caotico, all’incomprensibile e al crudele, la purezza del metallo ha per il piccolo Oliver un valore simbolico – quasi la materializzazione di “idee chiare e distinte” e di un ordine stabile. Il tramite naturale verso questo mondo fantastico è Dave, zio Tungsteno, quello che fabbricava le lampadine. Guidati dai filamenti di luce, seguiamo l’evoluzione di quel ragazzino curioso e appassionato – e sarà come ricapitolare alcune tappe essenziali nella storia della scienza.

 

 

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