Nizza, gabbiano su un tombino«Hai tempo, adesso? Volevo finire di raccontarti.» Guardo l’ora. Sono le nove del mattino di domenica. Dormivo.
«Mi hai svegliato» bofonchio.
«Mi spiace» dice. «Ti ricordi cosa ti ho detto ieri? Bene. Sapevo che Jacopo aveva fissato l’appuntamento per mercoledì al porto. Sono andato a fare un sopralluogo. La barca, uno splendore! L’incontro era previsto per il tardo pomeriggio.»
«Hai avvisato qualcuno?»
«Ma no, figurati.» Il solito incosciente, Tormenta non si smentisce mai. «Volevi che facessi finire nei guai il ragazzo?»
«Se ci finisci tu, invece?» Chissà perché me la prendo tanto? Per lui e anche perché la mia cagna non sta bene. Mi sta lasciando.
«Dai, non fare così. Guarda che non ti racconto più niente.» Sto zitta, mi calmo.
«Ho parcheggiato la moto in un punto nascosto e poi sono rimasto a bighellonare intorno a piazza Cassini» riprende Renato. «All’ora giusta ero di nuovo a rimirare gli yacht di lusso nei pressi della Violante. Jacopo è arrivato e ha fatto una chiamata con il cellulare.»
«Non ti ha riconosciuto?»
«Non sono mica uno sprovveduto. Mi so muovere.» È un po’ seccato.
«Va bene. Concludi» dico perentoria.
«Dalla barca è scesa una mora sui quaranta, jeans e camicia bianchi, uno zainetto scuro a tracolla. Bella, gran classe. Non me l’aspettavo.»
«Una trafficante donna, che c’è di strano? C’è la parità.» Ma che dico? Straparlo.
Mi guarda torvo, gioca con il pacchetto di Camel. «Lei ha consegnato lo zainetto a Jacopo e si è diretta di nuovo alla barca. Non era neppure arrivata alla passerella che il ragazzo aveva già girato la moto. L’ho beccato lungo la strada un chilometro dopo, in uno spiazzo di quelli dove sostano i camionisti. Era deserto. Quando mi sono tolto il casco si è rilassato, credeva che il nostro fosse un incontro casuale. L’ho riempito di botte.»
«Non ci credo!»
«Oh sì, credici. Nella borsa c’era la roba.»
«Uh?»
«Ho aperto il pacchetto e poi ho fatto cadere la polvere dentro un tombino. Davanti a Jacopo.»
«Pensi che…»
«Sono sicuro che per un pezzo si farà passare la voglia. Prima di andarmene gli ho regalato una copia del libro.»
Sospiro, sono stanca, sto per salutare quando Tormenta dice: «Come sta il tuo cane?»
Torna a casa, Renato.

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