«Quanto ci metti a rispondere?» Anna la tedesca si materializza su Skype, ha l’aria imbronciata.
«Il tempo di puntare il mouse.» Negli ultimi tempi sta proprio esagerando.
«Ricordi l’ambulanza dell’altro giorno, qui a casa mia?»
«Mi pare. Mi avevi accennato qualcosa…»
«Un uomo ha avuto un ictus nel nostro ascensore. Si è mobilitato tutto il condominio.» La osservo mentre parla. La prospettiva da cui la vedo, dal basso verso l’alto, mi dice che è collegata attraverso lo smartphone. Indossa un completo color tortora fuori luogo a quest’ora del mattino.
«Un vicino di casa?» Confesso che sono indifferente al destino di quel disgraziato, che comunque non conosco.
«Addirittura l’amministratore del condominio» sorride. Ha denti perfetti e bianchissimi. «Nell’atrio del palazzo c’era il caos, serviva qualcuno che prendesse in mano la situazione.» Annuisco attraverso lo schermo mentre rileggo il programma del giorno sull’agenda; ho un elenco infinito di cose da fare.
«Gli ho tastato il polso. Era vivo.» Il tono di Anna desta il mio interesse, nel suo parlare affiora una vena di soddisfazione. «Però era malmesso, con un rivolo di saliva che gli filava dalla bocca storta. Cinquant’anni portati male, grosso e grossolano, una pancia da primipara attempata, i capelli grigi sconvolti, gli occhi azzurro smunto, sbarrati e senza espressione.» Adesso la tedesca ha tutta la mia attenzione. La sua descrizione è da film dell’orrore.
«Stava quasi acciambellato su se stesso» prosegue Anna. «Aveva un braccio proteso a bloccare la porta dell’ascensore, la mano era chiusa a pugno su qualcosa, forse le chiavi dell’auto.»
«Cosa hai fatto?» Mi infilo in bocca due Saila e mi sistemo meglio contro lo schienale. Ho voglia di un caffè, ma dovrò aspettare.
«C’era intorno troppa gente, li ho mandati via. Ho tenuto lì solo la dottoressa Polimeni e due consiglieri di condominio, il signor Martorano e il Professore.» Anna ha acceso una sigaretta e aspira con piacere.
«Fumi? Da quando?»
«Da ieri, mi rilassa. La dottoressa ha fatto quel che poteva e ha chiamato l’ambulanza. Quelli del pronto intervento hanno confermato: il nostro amministratore aveva avuto un ictus.» Qui il tono è trionfale.
«Non mi sembri dispiaciuta» azzardo, sottovoce.
«Oh, insomma!» spegne la sigaretta dentro un portacenere che non vedo. «Ho parlato con gli altri due consiglieri. Ho già fatto la convocazione per un’assemblea straordinaria. Mica possiamo stare così, senza amministratore.»
Poveraccio l’amministratore e anche i condomini di quel palazzo. Anna la tedesca ha trovato lavoro: sarà la Merkel del suo condominio. Sono contenta di abitare in un altro quartiere.

 

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