Gli spettacoli che mettono in scena i cori gospel sono tra le pochissime cose che apprezzo del Natale, una delle rare occasioni in cui mi capita di sentirmi insieme agli altri, di partecipare in modo attivo all’ascolto di una musica che scarica emozioni a ripetizione, adrenalina pura in note.
Per il resto del Natale non mi piace quasi niente, a parte il sorriso dei bambini; è un disagio che mi appartiene da molto tempo e non sono certo l’unica a provarlo. Ho scoperto che la popolarità di questa festa è inversamente proporzionale all’età dei suoi utenti, ne ho avuto conferma facendo un veloce indagine. Ho cominciato a chiedere a chi mi vive accanto, poi ho ampliato il campione ben oltre gli amici e i parenti, i cugini soprattutto, e ho interrogato i conoscenti, a cominciare da quelli della mia età e dintorni che come me vivono con un peloso a quattro zampe. Infine mi sono allargata agli incontri occasionali, le persone con cui scambio qualche parola al supermercato davanti a un cespo d’insalata, o dal parrucchiere per tinta e meches. Per ultimo ho chiesto alla Giusi di aiutarmi in quest’impresa. La Giusi è la portinaia del condominio in cui abito, Verde Smeraldo, una tipa strana che concede raramente il Mi piace a chicchessia. Per qualche imperscrutabile motivo, fino ad oggi sono tra i pochi che possono vantare d’essere nelle sue grazie, quindi mi ha aiutato. Ebbene il 78% – settantottopercento – dei condomini ha dichiarato di detestare il Natale o almeno ha detto di subirlo e se potesse lo abolirebbe. Tutta gente che ha molte primavere sulle spalle. Insomma, questa festa ormai piace poco e a pochi, è tutto un imbroglio.
Vabbé, intanto godiamoci il gospel, comunque mancano una manciata di giorni alla fatidica data. Come diceva il grande Edoardo, “Ha da passà… il Natale”.

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