scrittore fantasmaHo visto un film bellissimo dal titolo fuorviante, almeno secondo me. Parlo di Remember di Atom Egoyan, interpretato da Christopher Plummer nella parte di Lev, un vecchio ebreo cui la recente perdita della moglie aggrava lo stato di demenza senile, e da Martin Landau che interpreta l’amico Max immobilizzato su una sedia a rotella, che lo guida nella ricerca dell’ufficiale nazista che sterminò la sua famiglia ad Auschwitz. Ho fatto cenno al titolo che, a mio avviso, non è molto azzeccato poiché evoca il sapore di storie di minor spessore rispetto a quella raccontata. La trama del film è imperniata sulla caccia al nazista, ma Remember è molto di più. Il tema chiave è la memoria, le false certezze che essa ci rimanda. Noi ci fidiamo di ciò che ricordiamo, lo diamo per certo, salvo scoprire che in realtà la memoria spesso tradisce.
Nel film, ogni volta che il novantenne Lev si sveglia è disorientato, confuso: non ricorda. Per portare a compimento il compito che gli è stato affidato, deve continuamente rileggere una lettera scritta da Max in cui sono contenute le istruzioni e gli obbiettivi della sua missione. La memoria incerta intreccia i suoi fili, riannoda i ricordi di ciò che Lev ha visto, dei mondi che ha attraversato, ma omette qualcosa. Nonostante ciò il vecchio ebreo, di cui Plummer dà un’interpretazione straordinaria, attraversa America e Canada per scovare il suo obbiettivo: il nemico di un tempo. In questo viaggio della memoria, farà incontri che lo costringeranno a confrontarsi con un presente straniante in cui l’uso delle armi, le stesse armi che facevano parte del suo passato, è visto quasi come normale in un contesto di luoghi squallidi e talvolta al limite del disumano. In un gioco di rimandi tra ciò che è stato e ciò che è, il protagonista attraversa, inconsapevole, la sua stessa memoria, stando dalla parte sbagliata. I ricordi gli vengono incontro come attraverso uno specchio fino al colpo di scena finale, un espediente narrativo riuscitissimo, che rivela in modo scioccante come, ciò che pensiamo possa essere stato il nostro passato, in realtà sia ben altro. I ricordi accusano, la memoria ci riporta alle nostre colpe.
È un film che consiglio. Tra l’altro mi ha suggerito molti spinti di riflessione. Quando raccolgo le memorie di un narratore che si affida alle mie capacità di scrittore fantasma per raccontare la storia della sua vita, mi trovo a frugare tra ricordi che non mi appartengono, ma devo fare miei. Attraverso le vite di persone sconosciute compio viaggi difficili, perfino avventurosi,  sempre affascinanti. Niente è più interessante della vita vera. Bisogna custodire i ricordi degli altri senza mai volersi arrogare il diritto di giudicane le scelte.

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