Nel mio girovagare di questa estate, sono capitata a Torre del Greco, il paese natale di Renato Tormenta, il protagonista de La regola dell’eccesso. L’epoca in cui si svolgono i fatti che ho narrato nel libro cui ho lavorato come ghost writer,  interessano soprattutto la seconda metà degli anni Settanta, un periodo storico particolarmente difficile per l’Italia e forse ancorpiù per l’area del napoletano. Confesso che, dopo avere ascoltato i racconti di Renato, ero piuttosto curiosa di fare questa visita. Una sorta di pellegrinaggio letterario. Sono capitata a Torre del Greco un giorno in cui il cielo era carico di nuvole. Forse per questo ho avuto l’impressione di trovarmi in una città in grigio, o magari era l’attesa esasperata di ritrovarmi nei luoghi in cui si sono svolti alcuni fatti che ho narrato, che mi faceva cogliere solo immagini dai contorni sfumati. Mi interessavano soprattutto le strade e i vicoli dove fantasticavo il girovagare di Renato e dei suoi amici, ragazzini scanzonati e incoscienti, molti con il destino già segnato. Credo di avere individuato la bottega in cui il padre di Renato lavorava il corallo e incideva cammei. Ora è una saracinesca chiusa e arrugginita.

Cover_La regola dell'eccessoRenato aveva aperto gli occhi in un paese campano incassato tra il Vesuvio e il Golfo di Napoli che, negli anni Settanta, si era guadagnato il soprannome di Piccola Amsterdam in ragione dello spaccio di droga per cui già allora era famoso. La modernità era fatta di un reticolo di strade larghe e diritte che univano la parte antica, il passato, la storia, con il nuovo, fitto di case e palazzoni ammassati.”

All’epoca Renato era un gran discolo e l’ambiente in cui cresceva non faceva che accentuare la sua irrequietezza. A quindici anni era già entrato nel giro del contrabbando e aveva fumato la prima canna. Da Torre del Greco sarebbe partito per conquistare il mondo, riuscendo a fare un  inferno della sua vita. Nella mia visita, non mi sono soffermata più di tanto sulla parte turistica della cittadina: il bel porto, il panorama con il Vesuvio a fare da sfondo, in un profilo reso incerto dalle nuvole. Cercavo altro. Ciò che mi interessava era ritrovare lo spirito del ragazzino di un tempo in quelle strade. In qualche momento della mia passeggiata, l’ho sentito accanto a me.

 

Share: