Ho scoperto per caso la bellissima poesia di Marguerite Yourcenar che riporto qui di seguito, per chiunque abbia voglia di soffermarsi su queste poche righe, così cariche di significato.

Corpo, facchino dell’anima,
in cui sperare forse sarebbe vano,
amato corpo, più che non amarti;
cuore in un vivente ciborio trasmutato;
bocca senza fine tesa alle più nuove esche.
Mari dove si può vogare, sorgenti dove si può bere;
frumento e vino misti al banchetto rituale;
alibi del sonno, dolce cavità nera;
inseparabile terra offerta a tutti i nostri passi.
Aria che mi colmi di spazio e di equilibrio;
brividi lungo i nervi; spasmi di fibra in fibra;
occhi sull’immenso vuoto per poco tempo aperti.
Corpo, vecchio mio compagno, noi moriremo insieme.
Come non amarti, forma a cui io somiglio,
se è nelle tue braccia che stringo l’universo?
(Marguerite Yourcenar)

Leggo poca poesia e quasi sempre i miei incontri con i poeti sono del tutto casuali. A modo loro, questi versi infondono pace e gioia, se si sa accettare il principio che tutto ha un inizio e una fine. E la misura è diversa per ciascuno di noi. Mi piace pensare che questa considerazione sia dettata da una leggerezza nell’affrontare la vita che fa bene tanto più sei avanti negli anni. E allora leggi queste righe in un giorno qualunque della tua età matura, perché ormai ci sei dentro e non c’è modo di sottrarsi al tempo che passa, e scopri che ti piace incamminarti in un nuovo cambiamento del corpo e dell’anima. Sei curiosa e aspetti di vedere quale sarà la prossima sorpresa che ti aspetta più avanti, lungo la strada. Il tuo corpo è trasformato, ma ancora funziona a dovere, un regalo del destino; in testa hai tanti progetti, nuove idee e guardi sempre al futuro. Non ripieghi, non ti metti in attesa, non spii il tuo disagio, ma vai oltre perché quello che viene dopo magari sarà meglio. Hai tanta memoria da filare in ricordi che riporrai in cascina. E continui a vivere con il tuo corpo che ancora ti è fedele servitore, facchino appunto, e con lui aspetterai l’ultimo treno. Spero con il sorriso sulle labbra.

Marguerite Yourcenar (1903–1987), è stata una scrittrice francese e la prima donna eletta alla Académie française. Nei suoi testi sono frequenti i temi esistenziali, in particolare quello della morte.
Tra i suoi libri non mancate di leggere Le memorie di Adriano.

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