Da un po’ di tempo sto percorrendo in lungo e in largo le strade di New York, infatti proprio la Grande Mela è il contesto in cui si svolgono le vicende che racconto nel libro che uscirà tra qualche mese. Questa volta ho impegnato la mia penna con una narratrice newyorkese che, dopo avere contattato più di uno scrittore fantasma di là dall’oceano, ha scelto me, che sono di Milano, come ghostwriter. La storia che raccontiamo è diversa rispetto a quelle cui ho abituato i miei lettori, meno avventurosa, ma sempre molto coinvolgente poiché affronta molti temi con cui tutti prima o poi ci troviamo a fare i conti. Ancora non posso dire molto, anche se non vedo l’ora di condividere il lancio del libro, nel frattempo continuo a restare immersa nell’atmosfera di una delle città più belle e stimolanti del pianeta. Di recente Il Post ha pubblicato un servizio che fa riferimento alla New York dei film, illustrato da un video di Sergio Rojo; mi diverto a guardarlo sapendo che quei luoghi ove si muovono personaggi famosi, sono gli stessi in cui scorre la trama del libro che mi è tanto piaciuto scrivere e che racconta una storia vera.
Ho imparato che
New York è davvero una città che accoglie tutti, offre una possibilità a chi la sa cercare, cambia i destini delle persone che, lì più che altrove, hanno fame di vita. A questo proposito ricordo una citazione da Città aperta di Teju Cole: “Quel luogo, come d’altronde tutta la città, era un palinsesto scritto, cancellato e poi di nuovo riscritto. Era stato abitato molti prima che Colombo salpasse, prima che Verrazzano ancorasse le sue navi negli stretti, o che il mercante di schiavi Esteban Gòmez, un nero portoghese, risalisse l’Hudson; molti avevano vissuto qui, costruito case, litigato con i loro vicini ben prima che gli olandesi vedessero l’opportunità di fare affari con le pelli e la legna che abbondavano sull’isola e nella sua piacevole baia”.
A volte ci si può sentire cittadini di New York stando a migliaia di chilometri di distanza dalla statua della Libertà.

Immagine dal web: la New York di Woody Allen.

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