Settembre inizia con l’avvio della prima edizione di Ricordo e scrivo, il laboratorio di scrittura autobiografia teraupetica ideato e curato da me e da Clara Pepe. Si tratta del primo laboratorio che mette in campo il punto di vista della scrittrice/ghostwriter e quello della psicoterapeuta con l’obiettivo di offrire ai partecipanti gli elementi di base per scrivere di sé, regolando le emozioni attraverso un percorso autobiografico consapevole e appagante, alimentato dalle “cose della memoria”. Meglio si è in grado di raccontare, più facile sarà comprendere il filo della storia e i significati profondi che si celano all’interno di essa.
In questi giorni io e Clara siamo tornate a lavorare sui contenuti degli incontri che inizieranno lunedì 11 settembre. Abbiamo ripreso in mano il programma già elaborato, accantonato i primi giorni di agosto, e subito è ricominciato il nostro continuo confronto. Io ho iniziato a scorrere gli appunti facendo particolare attenzione alle note a margine, messe per ricordare dove e come mi ero ripromessa di intervenire con delle modifiche o delle integrazioni. Mi sono soffermata su certe frasi più che su altre: dovevo ripescare il ricordo di quella tal cosa in modo più nitido, volevo che tornasse a me con contorni più definiti. Avevo i dettagli in punta di memoria, eppure mancavano alcuni elementi, indispensabili per dare ordine e precisione all’idea su cui avevo lavorato. La memoria, come un fedele servitore, mi è venuta incontro e mi ha concesso di ricordare ciò che era finito momentaneamente in fondo al cassetto dei ricordi.
Questo processo si rinnova di continuo in ciascuno di noi ed è sempre un sollievo quando l’eco del passato ci aiuta a ripescare qualcosa che è vitale ricordare. Per quanto mi riguarda, finora la mia memoria si è sempre comportata come un aiutante fidato, tuttavia mi domando cosa accadrebbe se ne perdessi dei pezzi. Potrei fare ricorso a tutto ciò che documenta la mia esistenza, prima di tutto le fotografie che testimoniano i vari passaggi di una vita, ma potrebbe anche verificarsi il caso in cui le immagini perdano di significato. Allora come potrò far tornare la contabilità dei miei ricordi, di ciò che è stata la mia esistenza?
Questa riflessione mi ha portato alla mente una moltitudine di immagini legate a piccole e grandi storie, alcune vissute molto tempo fa, altre piuttosto recenti. Forse la memoria delle donne è più grande, capiente, densa di quella degli uomini. Non credo sia un’assurdità, almeno non in assoluto; di sicuro è più segreta. Chissa cosa ne pensa, Clara!

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