Durante l’estate, passeggiando nei boschi della Valle d’Intelvi  è normale incontrare qualche animale selvatico; talvolta alcuni di loro vengono a trovarci nel giardino di casa. Capita spesso di avere ospiti volpi, tassi, caprioli e anche cervi che saltano la recinzione e, chissà perché, vengono a perlustrare il nostro prato. I ghiri sono qui in attesa di sfratto, nel senso che combattiamo da anni per toglierli dal sottotetto; abbiamo vinto qualche battaglia, ma non ancora la guerra. Le mucche pascolano tranquille appena fuori il cancello, le capre praticano abitualmente i dintorni e di recente, durante una passeggiata in compagnia, abbiamo incrociato un caprone che ci ha convinto a cambiare percorso. Poiché in zona ci sono parecchi maneggi, sono usuali i passaggi di compagnie a cavallo o, magari, di un cavaliere solitario, spesso affiancato dal suo cane. I cinghiali… quelli cerchiamo di evitarli, ma ci è capitato di vederli a distanza di sicurezza perché Tina, la mia #similJackRussell, in un confronto con loro avrebbe senz’altro la peggio. Per questo motivo cambiamo subito percorso quando scopriamo un pratone con delle zone arate dalle loro zanne, da cui emana un greve odore di selvatico.
Una delle cose che mi emoziona di più è assistere al passaggio dei cavalli del Bisbino, un branco allo stato semibrado di cui è interessante conoscere la storia; dopo alterne vicende, oggi appartengono a un’associazione che porta il loro nome e che conta 400 membri. Il Comune di Lanzo d’Intelvi ha messo a disposizione un grande terreno dove trascorrono i mesi invernali foraggiati e accuditi dai volontari. In primavera vengono trasferiti sui pascoli alti del Generoso e lì rimangono in libertà fino al tardo autunno.
Quest’estate però, abbiamo avuto una sgradita sorpresa: a causa del caldo prolungato e inusuale (siamo arrivati a oltre trenta gradi a un’altitudine di poco più di mille metri), è aumentato in modo esponenziale il numero delle arvicole, piccolissimi topini di campagna. Ne abbiamo avvistati almeno cinque, tutti in giardino s’intende, tra i cespugli e nella legnaia all’aperto. Sono carini, certo, ma preferirei non ci fossero. Da allora tengo ogni accesso alla casa rigorosamente chiuso, non si sa mai. Pare che il fenomento sia in espansione, almeno a detta dei vicini. La sola presenza di Tina dovrebbe scoraggiarli, ma a me sembrano per niente intimoriti. Dicono che contro le arvicole il rimedio principe sia ospitare un gatto, un cacciatore di razza. Io ne conosco uno, si chiama Cargo e appartiene alla tribù di una mia amica. Me lo presterà? Mi hanno detto che in alternativa posso spargere in giardino il contenuto di alcune lettiere in uso a gatti coraggiosi. Funzionerà? E Tina?
Sarà una partita dura. Se qualcuno avesse qualche suggerimento, sarei ben lieta di accoglierlo.

Immagini dal web dei cavalli del Bisbino sul monte Generoso

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