Ho scoperto che una persona su quattro ha paura di volare. Io non amo viaggiare in aereo e a breve mi troverò costretta ad affrontare, dopo molto tempo, un volo lungo: Milano – New York, nove ore. E ritorno, sette ore e mezzo. Non voglio arrivare a destinazione stressata e neppure rimbambirmi con qualche farmaco. Vado a New York per un buonissimo, eccitante, soddisfacente motivo: il lancio del libro che ho scritto in qualità di ghostwriter per raccontare la storia di Annalisa Menin, di cui vi anticipo il titolo My last year in New York, traduzione a cura di Alastair McEwen. L’uscita del romanzo in Italia è prevista per il prossimo anno. Negli ultimi mesi ho cercato di affrontare la mia paura, ne ho parlato con la mia coautrice; lei viaggia di continuo, prende l’aereo per spostarsi dalla Grande Mela come io prendo la metro a Milano. Ogni volta che ho introdotto l’argomento si è fatta delle sonore risate.
Io sono leggermente claustrofobica, temo gli spazi chiusi, del resto è comprensibile, sono uno scrittore fantasma, fluttuo di continuo, ma senza costrizioni di sorta. Soffro anche di acrofobia, non mi piacciono le “altezze”. Intendiamoci, in montagna vado ovunque e non patisco le vertigini, ma non apprezzo soggiornare in un grattacielo. Detto così può parere strano, è un disturbo insolito di cui ho scoperto di soffrire una trentina di anni fa, quando ho passato una notte completamente in bianco in un bellissimo albergo situato in uno dei palazzi simbolo di Lione, The pencil. Qui mi hanno assegnato una camera che, se ben ricordo, era forse al quindicesimo piano. Un delirio per me, ma l’ho scoperto troppo tardi.
Manca poco alla partenza, tutto è fissato, i voli, il soggiorno nel magico quartiere di Brooklyn, ovviamente non in un grattacielo, l’evento di lancio del libro… Insomma, l’atmosfera è magica e non sono poi tanti gli scrittori cui capita di vivere un’esperienza così gratificante, tuttavia ho questo tarlo che mi rode: le nove ore di volo. Sapete che vi dico? È tutta la vita che volo con la fantasia e tanto mi basta.
Qualcuno ha qualche suggerimento utile da darmi per superare l’impasse? Astenersi se fifoni più di me.

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