Quando scrivo ho sempre una musica di sottofondo che accompagna il ticchettare dei tasti del pc; quando sono alle prese con lavori più creativi, dalla selezione delle immagini per i post della settimana alla preparazione della cena, mi piace ascoltare la radio. Stavo lavando l’insalata quando è iniziata una interessante intervista su Radio24. Enrico Pagliarini parlava con Antonio Tombolini, fondatore di StreetLib. il tema al centro della discussione era la Blockchain e l’uso dei dati personali.  Io non avevo per niente chiaro il concetto di Blockchain, ora so che riguarda l’Internet delle transazioni e, per coloro che guardano oltre il concetto di transazione, la Blockchain può rappresentare l’Internet del valore. Ho cercato di assimilare questi complicati concetti mentre Tombolini raccontava di avere esteso la distribuzione dei libri digitali pubblicati dalla sua piattaforma in quasi tutto il mondo; oggi StreetLab è presente, oltre che in Europa, anche in USA, in India e in America Latina e ha avviato le trattative per allargarsi fino in Cina.

A un certo punto Tombolini ha detto che, in un futuro sempre più vicino, disporremo di intelligenze artificiali in grado di scrivere libri al posto di noi umani. Questi libri saranno ceduti ai lettori a titolo gratuito. Si suppone che ciò possa avvenire entro un tempo massimo di quindici anni.

Gli scrittori, i ghostwriter e gli scriventi sono avvisati.

Con il self-publishing sono state abbattute le barriere d’ingresso riferite alla produzione e alla distribuzione dei libri. Chiunque può scrivere e pubblicare, ma resta il problema di come emergere dalla moltitudine di titoli pubblicati ogni giorno. Tombolini ha spiegato che gli algoritmi di raccomandazione di Amazon e delle altre piattaforme premiano solo i contenuti che hanno già realizzato delle vendite, penalizzando le nuove uscite. Le novità aumentano di numero, ma sono destinate a restare nell’ombra. Tuttavia è ipotizzabile che la stessa intelligenza artificiale che scrive sappia anche leggere e che possa dedicarsi alla lettura di tutti i libri pubblicati dando evidenza ai contenuti più rilevanti in relazioni alle necessità dell’utente/lettore. Badate bene, in questo caso l’intelligenza artificiale lavorerebbe al servizio del lettore consigliandolo secondo i suoi gusti, non del libraio, del distributore o dell’editore.

Ciò potrebbe avvenire grazie all’utilizzo del sistema di raccolta dati che consente ai potenti gestori della rete di profilarci rispetto a qualsiasi cosa, gusti letterari compresi, ma occorre capire se la possibilità di indagare i dati potrà essere a disposizione di tutti o solo di alcuni degli attori in causa. Inoltre come potrebbe essere equamente ripartito il valore che questi dati producono tra chi li raccoglie e li utilizza da un lato, e chi li mette a disposizione dall’altro? L’idea che una intelligenza artificiale offra un servizio al consumatore e non al produttore è comunque positiva. Il tema dell’economia dei dati è molto dibattuto e noi sappiamo molto poco rispetto a ciò che concerne la profilazione in rete, salvo che i dati hanno un valore elevato per le aziende che li raccolgono.  Google, Apple, Amazon e Facebook basano gran parte del loro successo sulla disponibilità dei dati ceduti gratuitamente da miliardi di persone. Magari in futuro noi utenti, consapevoli del valore dei dati che forniamo, potremmo esigere un compenso per la cessione di un patrimonio di informazioni che vale di più della concessione dell’uso gratuito della posta elettronica o di una chat. Questa è una questione che prima o poi andrà affrontata e risolta. Del resto si va già perfezionando una tecnologia ad hoc per la creazione di un sistema di micro-transazioni fluido ed efficace, adatto a risolvere l’esigenza di monetizzare i dati. E non è cosa da poco, infatti superato il “come” delle micro-transazioni, forse si apriranno nuove prospettive in un mondo in cui il concetto di gratuità ha contribuito a guastare la nostra malandata economia. Qui il link del podcast, Tombolini dal minuto 29,15.

Ma tornando all’intelligenza artificiale che, forse, scriverà libri al posto nostro per poi regalarli ai lettori, come la mettiamo?

Immagine dal web.

 

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