Amo gli animali e da quando lavoro come ghostwriter, anzi da quando ho iniziato a scrivere, c’è sempre stato un cane vicino a me. Ci siamo fatti e ci facciamo ancora buona compagnia. In omaggio a loro continuo la pubblicazione di una serie di poesie, e forse anche di qualche prosa speciale, in cui “senza distinzione di specie e di razza” sono gli animali gli unici protagonisti. Sarò grata a chiunque mi segnalerà dei testi significativi da aggiungere alla raccolta.

02 Oh nella notte il cane

Oh nella notte il cane

che abbaia di lontano.

Di giorno è solo il cane

che ti lecca la mano.

 

Sandro Penna (1906-1977) da “Poesie“, Garzanti, Milano 1997

Secondo Cesare Garboli “Penna è il solo poeta del Novecento il quale abbia tranquillamente rifiutato, senza dare in escandescenze, la realtà ideologica, morale, politica, sociale, intellettuale del mondo in cui viviamo”. La poesia di Sandro Penna, legata al tema dell’amore omosessuale, si realizza in forme apparentemente semplici e cantabili. Secondo alcuni rappresenta il vero e proprio contraltare poetico di Eugenio Montale. Il timbro dei suoi versi è di classica e assoluta purezza, le sue strofe sono brevi e i suoi versi, di una dolce cantabilità, lontani da ogni esperienza contemporanea. La lirica di Penna si caratterizza per la forma impressionistica dei suoi tratti e per la mancanza, così insolita e quasi “anarchica”, di suggestioni colte dalla letteratura del Novecento. Proprio la posizione appartata, e anche indifferente, di Sandro Penna nel panorama della poesia del Novecento, ha reso non sempre facile un pieno riconoscimento del suo autentico valore e la sua fortuna critica è stata sempre inferiore ai suoi meriti. Tra i sostenitori della sua poesia ci fu Pier Paolo Pasolini, che a Penna dedicò nel 1960 due capitoli del suo volume di saggi Passione e ideologia e una recensione di Un po’ di febbre (Scritti corsari).

Cit. da un articolo di Repubblica. it_ di Alberto Riva_Perché. quarant’anni dopo, dobbiamo riscoprire Sandro PennaRacconta Elio Pecora che Penna ebbe due soli veri amori: quello giovanile per un ragazzo ebreo di nome Ernesto e poi quello più tardivo, crepuscolare, per Raffaele, che cominciò quando il ragazzo aveva quattordici anni e Penna lo condusse a vivere a casa sua insieme alla vecchia madre, confinata nella sua stanza, anche quella invasa di tele e scartafacci. Entrambi furono amori felicissimi e disperati. E forse ci fu un terzo amore, quello per il cane lupo Jack (che, secondo Garboli, Penna chiamava curiosamente “La Battini”), amore corrisposto fino a quando il cane non se ne andò insieme a Raffaele, ma ogni tanto, sempre con l’autista, il poeta lo andava a prendere e lo portava a scorrazzare oltre Tevere. Erano le uniche uscite, per il resto se ne stava a letto, telefonando agli amici, pochissimi ormai, indifferentemente alle quattro del pomeriggio o all’una di notte, circondato di spazzatura dalla quale, qua e là, affiorava una tela di Schifano o una sua poesia scritta secoli prima

Per saperne di più: Sandro Penna raccontato da Elio Pecora

Ringrazio Tiziana Tius poetessa e amante del bello, per avermi segnalato la poesia di Sandro Penna dedicata a Jack. Tiziana Tius è nata nella bella città di Merano (Bz) ma da molti anni vive sul Lago di Garda con la famiglia, un marito, una figlia ormai grande e un Pincher nano femmina di cui loro tre si contendono le grazie. Coltiva da sempre la passione per la lettura e riguardo il suo rapporto con la scrittura dice: “Credo di avere iniziato a scrivere in modo naturale e forse necessario come tanti giovani, ma l’incontro fortuito con un poeta mi fu fatale, mi aiutò ad appassionarmi al punto da non poterne più fare a meno. Ho pubblicato qualche libro di poesia, e qualche racconto, ma sono parca e preferisco accumulare tutto nei cassetti. Dopo la mia famiglia, lettura e scrittura rimangono comunque un punto fermo nella mia vita, insieme all’amore per la natura e per gli animali”.

 

 

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