Vi capita mai di chiudere gli occhi, o di fissare con intensità qualcosa, vale lo stesso, è lasciare andare i pensieri in libera uscita per rilassarvi? A me succede di usare questo trucco quando sono sfinita e ho bisogno di mettermi in pausa dal lavoro, anche solo per pochi minuti. Stare dentro le storie degli altri e tradurle in parole per scrivere un libro a volte mi costringe a portare sulle spalle il peso di vite complicate. Ogni tanto prendo una pausa ed “esco di testa”.

Questa volta l’occasione me l’ha data il ritrovare una foto che ho scattato a settembre. Quel giorno ero a Gavirate, vicino a Varese, e stavo camminado sul lungolago quando ho visto arrivare un ragazzo che pareva uscito da un film sugli anni Settanta. Aveva l’espressione seria e concentrata, si è diretto al pontile, poi si è seduto a meditare. Il profilo di trequarti nascondeva un viso ossuto, scavato, uno sguardo rivolto all’interno. Chissà che storia nascondeva? La curiosità della ghostwriter non conosce limiti.

Mi piace dare una colonna sonora al mio momento speciale, una canzone coerete all’immagine del ragazzo sul pontile: Imagine, scritta da John Lennon e pubblicata nel 1971, dopo lo scioglimento dei Beatles, è uno dei miei brani preferiti, simbolo di fratellanza e pace. Ricordate? Fratellanza e pace, a qualcuno oggi sembrano ideali ormai scaduti, riportiamoli in primo piano. Ci conviene.

Ecco il testo di Imagine in lingua originale, per ascoltarla cliccate qui.