Oggi  Patrizia Puleio, poeta e pittrice, presenta la sua raccolta di poesie “Occhi per sentire“, pubblicato dalle edizioni Il Leggio nella collana dedicata alla poesia curata da Gabriela Fantato; la prefazione è di Luigi Cannillo, chiude il libro una breve intervista che ho avuto il piacere, e l’onore, di curare direttamente.

Il titolo di questo libro, Occhi per sentire, è preso da un verso contenuto nella raccolta ed è perfettamente azzeccato per una silloge che si apre su una serie di istantanee veloci come uno sbattere di ciglia. Sono immagini che talvolta esprimono un dolore filtrato da una nostalgia profonda e introducono un racconto autobiografico molto intenso. Poiché amo qualsiasi tipo di espressione che illustri il vissuto di chi racconta,  sia in prosa, in versi, o attraverso dei tratti di colore, non potevo non chiedere a Patrizia cosa rappresenti per lei la poesia: “La poesia è per me… un rumore di sottofondo, un accompagnamento dei momenti belli e di quelli meno belli, e anche dei momenti che sembra non abbiano alcun significato. Proprio grazie alla poesia riconosco il senso di ogni istante. Da un po’ di tempo a questa parte è anche un modo di salutare la giornata trascorsa, una sorta di “preghierina della buona notte”: prima di dormire “pensare” un verso o due mi fanno accomiatare con più piacere e significato dal giorno, e non importa se si disperdono, se dimentico qualcosa. In fondo in fondo, le parole restano, sedimentano, fanno da concime, da nutrimento ai versi che verranno“.

Per quanto mi riguarda, il film poetico di Patrizia mi ha permesso di riportare a galla le emozioni riferite a momenti spesso condivisi dalle persone della mia generazione; rappresenta una benefica immersione in un passato comunque splendido anche nei suoi momenti negativi, almeno nei miei ricordi, e in fondo ciò mi consola. La lettura di questa raccolta è una bellissima esperienza anche per chi non sia avvezzo a leggere la poesia.

Qui di seguito un “assaggio” di Occhi per sentire:

La bambina che sei stata mi guarda
con occhi di fanfara scalcia via questa nebbia
e spazza polvere e basilico dal davanzale
mentre tra i denti spunta una stella
ti fa luce

Se corriamo forse facciamo ancora in tempo
e allora corri ansimando, dribbli un vagabondo un prete
il semaforo il paradiso la sera che scende
solo il cane dell’elettricista ti sta dietro ma
non ti prende

Sei stata velocità e rabbia sei stata amara
sei stata utilmente amata velocemente dimenticata
hai sbattuto porte in prima pagina e hai detto
poche parole pensate da tempo e ingoiate
per dispetto

(Patrizia Puleio)

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