Comunque la si pensi e al di là di qualsiasi considerazione circa l’imparzialità del racconto, vale senz’altro la pena di non perdere la proiezione del docu-film Tra il cane e il lupo di Giulia Sodi, che ricostruisce l’esperienza del Collettivo Cinema Militante di Milano, un gruppo di cineasti e militanti attivi nel ’68. La voce della regista e le sue riflessioni si alternano ai film di proprietà del Collettivo, recuperati e restaurati proprio per questo lavoro, le immagini sono in gran parte inedite e restituiscono una Milano del tutto sconosciuta perché mai osservata in questa forma.

L’introduzione al documentario spiega che questo film, elaborato come fiction sulla base dell’archivio del materiale del CCM (Collettivo Cinema Militante milanese), affronta un periodo storico fondamentale del nostro recente passato: quel decennio che parte dalle grandi contestazioni studentesche e culturali del 1968, attraversa l’autunno caldo, si confronta con la strategia della tensione e poi con gli “anni di piombo”, per concludersi con il disfacimento di tutte queste forme di sentita partecipazione “movimentista” alla vita sociale e politica italiana. Nel percorso, dettato anche dalla disponibilità dell’archivio, si affrontano alcuni nodi cruciali di quel decennio: dall’ ideologicizzazione e chiusura su se stessi di interi settori di contestazione inizialmente libertari ed aperti, ai duri scontri di piazza nel periodo stragista, alla compartimentazione delle avanguardia, alla settorializzazione del movimento hippie, per arrivare all’esplosione delle tematiche più esplosive dal punto di vista teorico: femminismo, droghe leggere e pesanti, utilizzo delle armi, scontri intestini, pratiche terroristiche anche nelle manifestazioni popolari. La protagonista del nostro film, figlia di un protagonista del CCM, cerca di ricostruire i percorsi del gruppo di cineasti milanesi che, in quegli anni, hanno cercato di documentare quanto avveniva soprattutto a Milano; una ricerca – effettuata spesso in compagnia della giovane figlia Anita – che permette di partecipare, in maniera molto empatica (grazie alla forte componente emotiva di quei filmati), al clima del decennio. In effetti, di quel periodo non esistono libri o racconti o fiction di particolare capacità narrativa (se si esclude La meglio gioventù di MT Giordana o qualche altro tentativo di ricostruzione fiction). La storia si confronta anche con la drammaticità di alcuni documenti audiovisivi (la morte di Giannino Zibecchi, in particolare), e con la confusa fine di quelle esperienze: soprattutto, il prevalere delle frange armate nella seconda parte degli anni 70, che distruggono dall’interno forse il più grande movimento di massa dell’area occidentale nel dopoguerra. Grazie a questo progetto, si dona grande visibilità a un giacimento audiovisivo praticamente sconosciuto, che è stato recuperato in maniera tenace negli ultimi venti anni, e attualmente in corso di restauro a Ivrea in collaborazione col CSC. Il titolo prende spunto da un soggetto fiction scritto da Goffredo Fofi e proposto al CCM nel 78, ma mai realizzato: l’espressione, di origine francese, significa in senso lato “tra il lusco ed il brusco”, ma letteralmente quel momento della giornata in cui è impossibile distinguere un cane da un lupo. Sostanzialmente, la trasformazione operata dai movimenti politici alternativi nella seconda parte degli anni 70, dove i cani si sono trasformati in lupi.

Tra il cane e il lupo – martedì 18 dicembre 2018 alle ore 19 presso il Cinema Spazio Oberdan di Milano, Fondazione Cineteca Italiana
R.: Giulia Sodi. Fot.: Maurizio Romanelli, Tanino Musso. Mont.: Fabrizia Vitaletti, Susanna Rocchi. Int.: Goffredo Fofi, Gabriele Brusa Zappellini, Tanino Musso, Guiomar Parada, Fabrizio Ravelli, Anita Giarmoleo, Giulia Sodi, Ranuccio Sodi. Produzione: SHOW BIZ Visual Communications (Ranuccio Sodi). Italia, 2018, 83’.

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