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Susanna De Ciechi

Il senso di una storia: Un giorno sull’isola di Concita De Gregorio

Scritture&Scrittori By Maggio 19, 2014 No Comments

Concita-De-Gregorio-webUn giorno sull’isola, l’ultimo libro di Concita De Gregorio, edito da Einaudi, si basa su un escamotage narrativo che permette a madre e figlio di raccontare insieme ciò che hanno vissuto. Ed è proprio sulla narrazione fatta “insieme” che sta il cuore del libro, l’insegnamento che trasmette.

Madre e figlio siedono allo stesso tavolo, una di fronte all’altro. Scrivono. Cercano una storia smarrita. Trovano un luogo che non c’era, il piacere del tempo perso. Si incontrano in una lingua comune, nel gioco del racconto.

CONCITA L’amore agisce, non prende appunti. Non dovevo piú scrivere di Lorenzo. Dovevo scrivere con Lorenzo. Colmare la distanza tra di noi cosí, scambiandoci le parole per vedere dove ci avrebbero portato. Ho imparato le sue, ho messo sul tavolo le mie.

LORENZO Ho inventato questa storia giocando con mio nonno, molti anni fa. Una storia di vita, di morte, soprattutto di scelte. Era il nostro segreto. Poi sono rimasto solo a custodirla e l’ho persa. Undici anni dopo sono tornato a cercarla con mia madre, la figlia di nonno.

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Le case, i luoghi della vita e della memoria – Case di Ermanno Bencivenga

Scritture&Scrittori By Maggio 16, 2014 No Comments

Ermanno-webFino ad oggi in ciascuna delle storie di vita che ho raccolto come ghost writer, c’è sempre stata almeno una casa a rappresentare una parte importante delle vicende narrate. Qualche volta era il teatro di scena, il fondale oppure un punto d’arrivo o un luogo da cui fuggire, più spesso il rifugio a cui tornare. Per questo sono sempre curiosa di leggere i libri che parlano delle case, del loro essere presenti nelle vite degli altri e nel determinare più spesso di quanto pensiamo i loro destini.

Ermanno Bencivenga, professore di filosofia all’Università di California (Irvine) e logico di fama, con Case (Cairo Publishing) propone sei racconti che si muovono in un territorio cui siamo davvero intimamente affezionati, quello della casa. La scrittura è precisa, puntuale e avvolgente, ci conduce subito in quegli ambienti, li facciamo nostri e li sentiamo amici o nemici, a seconda del caso. La casa di proprietà è sempre stata in cima ai sogni degli italiani, ma il legame con lo spazio al di là del confine della porta che separa la vita di ciascuno di noi dalle altre, va ben oltre il vantaggio del possesso materiale di quattro mura. Lo descrive magistralmente Bencivenga fin dal primo racconto in cui alcuni arredi dello splendido salone dell’appartamento milanese dei coniugi Dadda, esprimono un carattere che travalica quello dei proprietari, “… poggiava  agguerrito un tavolo da pranzo in legno massiccio …”  cui si aggiungono altri elementi funzionali per determinare l’offerta di almeno tre diverse ipotesi di vita. Il salone in questo caso è “la cifra, l’archetipo, il paradigma” del loro mondo, il palcoscenico in cui viene esibito l’evolversi della vita familiare, il piacere, il successo anche sociale e la realizzazione personale fino al primo malessere per l’incombenza dei figli adolescenti che diventano appendici estranee e noiose, fuori posto nel salone ove tutto è perfetto.  I padroni di casa alla fine non riconosceranno neppure il limite della loro decadenza.

Case-webLa prestigiosa villa nei dintorni di Genova, il sogno di Antonietta e Raffaele Iovine reso reale grazie a un imbroglio, è solo lo strumento per favorire la scalata sociale di chi ha investito sul possesso materiale e non su se stesso, un mezzo per conquistare il rispetto degli altri e il successo sociale, comunque fasulli. Un fallimento percepito dalla coppia, ma di fatto negato di fronte al riconoscimento ottenuto dalla casa.

Volterra. L’illusione di un attimo, un deviare dal proprio sentire. Luca Spiazzi, docente di economia e donnaiolo, quasi indifferente alla vita in cui è calato, ha sempre inteso la casa di proprietà come la catena a un modello di vita stabile. Lui non ha bisogno di mettere radici, di avere una cuccia cui tornare. Mente a se stesso restando in affitto, provvisorio, dentro una normalità cui finge di non appartenere. Un giorno è tentato di cedere a una casa dentro un paesaggio. È un attimo. Ritorna subito a quell’idea di provvisorietà che lo lascia libero di partire quando vuole per un viaggio dentro un’altra vita che forse non farà mai.

Il cemento al posto dei prati e anche nel cuore. Questo, ambientato a Roma, è il racconto forse più amaro. L’appartamento superaccessoriato rende schiavo Stefano, un giovane vecchio dentro, che affronta una vita di sacrifici e rinunce per mantenere una casa che non può permettersi, una vita negata a causa della casa.

A Reggio Calabria la penna di Bencivenga dipinge l’affresco di una società isolata, ormai in rovina. I nobili padroni di una storica dimora, chiusi in un ottundimento definitivo che preclude qualsiasi possibilità di salvezza, soccombono. I giovani di solito se ne vanno, fuggono perché non hanno altra scelta. Chi resta, come Pina, all’inizio una donna vitale e piena di attese, finisce divorata dalla casa patrizia. Infatti, acquisito il titolo di Donna Pina le verrà negata la possibilità di un riscatto e finirà per consolarsi con il cibo, inghiottita dal lato oscuro della casa. Il palazzo, come le case dei racconti precedenti, attende di tornare a nuova vita andando oltre chi in passato gli fu padrone. Vincono le case, quasi sempre.

Nel racconto che chiude la raccolta c’è una casa che perde la partita. Narra la storia di Demetrio, un emigrante che ha lasciato l’abitazione ereditata dal padre a San Giovanni in Fiore, un paese della Sila. Per Demetrio la casa, costruita dal genitore come segno di riconoscimento della propria fortuna presso i compaesani, è una prigione. Allora lui sceglie la libertà, emigra a New York e va ad abitare in un sobborgo di Queens. Lascia indietro l’edificio che si degrada lentamente e di cui resteranno a imperitura memoria solo gli infissi di alluminio. A Demetrio va il merito di una scelta coraggiosa che lo porterà a vivere nel bene e nel male “fuori di casa”. Infatti, non ne avrà mai una intesa nel senso italiano, e non solo, del termine.

 

 

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La valigia quasi vuota di Baharier Haim

Biografie By Maggio 14, 2014 No Comments

14 maggio 2014

writable-Volumi-Baharier-LA-VALIGIA-webNon è stato facile sezionare, dividere, fare ordine tra i ricordi, le sensazioni. Ogni momento che scandiva la mia crescita era prezioso e portatore del nuovo
Tutto ha inizio con una valigia di cartone dal contenuto enigmatico ed evocativo, eredità identitaria di Monsieur Chouchani, clochard geniale apparso nella Parigi degli anni Cinquanta e poi svanito nel nulla. «Io non so cosa sappia», ebbe a dire di lui Emmanuel Lévinas, «ma di una cosa sono certo: tutto quello che io so, lui lo sa.» È a partire dai ricordi, dalle voci e dalle leggende sullo scostante e onnisciente Chouchani che Haim Baharier, per la prima volta, racconta la propria vita. Nella memoria si fanno allora spazio frammenti di ricordi, di storie personali e familiari: l’infanzia nel dopoguerra, i precettori che lo introducono alla Torà, la complicità di un amico nella scrittura dei primi versi, gli incontri con il mondo intellettuale parigino dei sopravvissuti alla Shoà. E poi i numerosi viaggi e gli studi fino all’arrivo in Italia, dove Baharier conduce memorabili lezioni di ermeneutica ed esegesi biblica. Racconto a metà tra una biografia impossibile e un’autobiografia involontaria, La valigia quasi vuota (Garzanti) tiene insieme, con delicatezza e sincerità non comuni, memorie personali e storia collettiva, schegge di vita emblema di un intero popolo. Gli incontri, i luoghi e le esperienze vissute diventano così simboli da interpretare e da cui trarre insegnamenti, in un libro che riesce ad appassionare, commuovere e insegnare come accade solamente alle opere dei veri maestri.

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Un’idea di destino – Diari di una vita straordinaria di Tiziano Terzani

Scritture&Scrittori By Maggio 12, 2014 No Comments

Tiziano-Terzani-webSeduto per terra su una coperta di lana bianca scrivo queste righe. Sono felice. Mi pare davvero di aver fatto il primo passo di un grande viaggio, di avere la chance di una nuova, bella avventura. Il silenzio attorno è immenso e la possibilità di ascoltare la propria voce la più grande che ho mai avuto.”

«Cosa fa della vita che abbiamo un’avventura felice?» si chiede Tiziano Terzani in questa eccezionale opera inedita, pubblicata da Longanesi, che racconta con l’esistenza di un uomo che non ha mai smesso di dialogare con il mondo e con la coscienza di ciascuno di noi. In un continuo e appassionato procedere dalla Storia alla storia personale, viene finalmente alla luce in questi diari il Terzani uomo, il padre, il marito: una persona curiosa e straordinariamente vitale, incline più alle domande che alle facili risposte. Scopriamo così che l’espulsione dalla Cina per «crimini controrivoluzionari », l’esperienza deludente della società giapponese, il passaggio professionale dalla Repubblica al Corriere della Sera, i viaggi in Thailandia, URSS, Indocina, Asia centrale, India, Pakistan non furono soltanto all’origine delle grandi opere che tutti ricordiamo. Furono anche anni fatti di dubbi, di nostalgie, di una perseverante ricerca della gioia, anni in cui dovette talvolta domare «la belva oscura» della depressione. E proprio attraverso questo continuo interrogarsi («tutto è già stato detto, eppure tutto è da ridire»), Terzani maturava una nuova consapevolezza di sé, affidata a pagine più intime, meditazioni, lettere alla moglie e ai figli, appunti, tutti accuratamente raccolti e ordinati dall’autore stesso, fino al suo ultimo commovente scritto: il discorso letto in occasione del matrimonio della figlia Saskia, intriso di nostalgia per la bambina che non c’è più e di amore per la vita, quella vita che inesorabilmente cambia e ci trasforma.

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Reading: Ci leggiamo e dileggiamo

Eventi By Maggio 11, 2014 No Comments

Domenica 11 maggio 2014, ore 19,30 – Associazione Apriti Cielo

Reading de Le Penne di Pollo. Lettura di racconti inediti di scrittori inediti, per chi li vuole ascoltare (e commentare) con opere di: Fiorella Butti, Gabriella Ferrari Curi, Silvano Gasparetto, Lisa Pavesi, Patrizia Puleio, Giovanna Vanin.

Reading Le Penne di Pollo

Associazione Apriti Cielo

Via Spallanzani, 16 – Milano

(MM Porta Venezia)

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