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Susanna De Ciechi

Il senso di una storia: Terra matta, l’autobiografia di Vincenzo Rabito

Scritture&Scrittori By Maggio 2, 2014 No Comments

Terra-Matta-web“Se all’uomo in questa vita non ci incontro aventure, non ave niente darracontare”.

Scritto in una lingua inventata giorno per giorno e con un inarrestabile passo narrativo, Terra matta (Einaudi) parla del carattere del nostro Paese, stagliandosi, pagina dopo pagina, come una straordinaria epopea dei diseredati. Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975 ha ingaggiato una lotta solitaria contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato su una vecchia Olivetti la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l’altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale, nel tentativo di raccontare tutta la sua «maletratata e molto travagliata e molto desprezata» vita.  Ne è venuta fuori un’opera monumentale, forse la più straordinaria tra le scritture popolari mai apparse in Italia, sia per la forza espressiva di questa lingua mescidata di italiano e siciliano, sia per il talento narrativo con cui Rabito è riuscito a restituire da una prospettiva assolutamente inedita più di mezzo secolo di storia d’Italia.  Imprevedibile, umanissimo e strepitosamente vitale, Terra matta ci racconta le peripezie, le furbizie e gli esasperati sotterfugi di chi ha dovuto lottare tutta la vita per affrancarsi dalla miseria; per salvarsi la pelle, ragazzino, nel mattatoio della Prima e poi della Seconda guerra mondiale; per garantirsi un futuro inseguendo (con «quella testa di antare affare solde all’Africa») il sogno fascista del grande impero coloniale in «uno miserabile deserto»; per arrabattarsi, in mezzo a «brecante e carabiniere», tra l’ipocrisia, la confusione e la fame del secondo dopoguerra; per tentare, a suo modo («impriaco di nobilità»), la scalata sociale con un matrimonio combinato e godere, infine, del benessere degli anni Sessanta, la «bella ebica» capitata ai suoi figli, ritrovandosi poi sempre, o quasi sempre, «come la tartaruca, che stava arrevanto al traquardo e all’ultimo scalone cascavo». Dal libro è stato liberamente tratto anche un film, “Terramatta” di Costanza Quatriglio, vincitore del Nastro d’Argento 2013 e “Film della Critica” 2013.

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Diario di una prigionia

Eventi By Aprile 28, 2014 No Comments

Lunedì 28 aprile 2014, ore 18,00

La Feltrinelli Via Manzoni – Milano

Come-vuoi-morire-webIl 3 aprile del 2013 Susan Dabbous, giornalista di origini siriane, è stata rapita in Siria insieme ad altri tre reporter italiani. A sequestrarli, a Ghassanieh, un villaggio cristiano, è stato Jabhat al-Nusra, un gruppo legato ad al-Qaeda. Sono stati arrestati davanti a una chiesa sconsacrata, dove stavano filmando un documentario per la Rai. Portata inizialmente in una casa prigione, Dabbous è stata poi separata dai suoi colleghi e trasferita in un appartamento con una donna, Miriam, moglie di uno jihadista. È stata la nuova carceriera a occuparsi dell’islamizzazione di Susan che con lei ha pregato e ascoltato i discorsi di Osama bin Laden e ha dovuto riflettere su una domanda che in quei giorni le è stata rivolta più volte: “Qual è la tua morte preferita?”. Un quesito cui Dabbous ha tentato di rispondere con sincerità, “perché quando sei un ostaggio non dici bugie. Così ho parlato da donna a donna con quel linguaggio assolutamente universale fatto principalmente di emozioni”. La liberazione è arrivata dopo undici giorni, a seguito di un accordo concluso dai servizi segreti italiani. Dopo un breve periodo in Italia, Susan è partita di nuovo per il Libano, dove viveva da oltre un anno, e lì ha scoperto che un suo amico nel villaggio di Atme, in Siria, era stato torturato solo per avere informazioni su di lei. In Come vuoi morire? (Castelvecchi), Susan Dabbaous racconta la sua prigionia. Intervengono Andrea Iacomini, Pierfrancesco Majorino e  Chiara Ribichini.

La Feltrinelli Librerie

Via Manzoni, 12 – MIlano

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Un giorno è un anno è una vita – La biografia di Fassbinder scritta da Jürgen Trimborn

Biografie By Aprile 26, 2014 No Comments

26 aprile 2014

Fassbinder-webQuella di Jürgen Trimborn è la prima biografia di Rainer Werner Fassbinder. In Un giorno è un anno è una vita, edita da Il Saggiatore,  Trimborn ha raccolto le parole di Fassbinder e i ricordi dei suoi amici, ha setacciato ogni archivio per costruire un ritratto smisurato e trasgressivo che lascia parlare fatti, documenti e film. Ne emerge l’immagine del cineasta tedesco visto come un uomo tirannico e fragile, senza riguardi per se stesso e per chi gli sta intorno; un grande artista, che non ha mai perso di vista il suo desiderio più intimo, lo scopo di una vita: fare film. Una vita bruciata in soli trentasette anni votati al cinema,  al teatro, e anche a televisione, amore, sesso, uomini, donne, alcol, droghe… Regista radicale, outsider del Nuovo cinema tedesco, sceneggiatore precocissimo, teatrante geniale, attore dal talento multiforme, avversario di compromessi e soluzioni facili, Rainer Werner Fassbinder negli oltre quaranta film girati in soli tredici anni accetta il rischio di non piacere. La vita è per lui arte e storia: aggressività e violenza, componenti imprescindibili del privato, riflettono i conflitti che esplodono nella società, indici di un male tutto occidentale in un’Europa nettamente spaccata fra Est e Ovest. Fassbinder  riesce a scrivere un pezzo indimenticabile di storia del cinema. Combinando linguaggio formale e modalità narrative dei melodrammi e dei film gangster hollywoodiani, si confronta con il passato nazista, con il miracolo economico, con il terrorismo della Raf. Inventa delle star (da Hanna Schygulla a Barbara Sukowa ad Armin Müller-Stahl), parla al grande pubblico con Il matrimonio di Maria Braun e a quello raffinato del cinema d’autore con Le lacrime amare di Petra von Kant. In televisione porta la sua opera più spregiudicata e sperimentale: Berlin Alexanderplatz. Nel contrasto tra il bianco abbagliante e freddo di Veronika Voss e la calda «overdose di oscurità» di Querelle, i due film che chiudono la sua parabola artistica e insieme la sua esistenza, fa affiorare tutto il suo universo di sogni, ambizioni, realtà.

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Anch’io sono scrittura. L’autobiografia di Octavio Paz

Biografie By Aprile 24, 2014 No Comments

24 aprile 2014

Octavio-Paz-webPer festeggiare il centenario di uno dei più autorevoli intellettuali di tutti i tempi, il Premio Nobel messicano Octavio Paz, è recentemente uscito questo prezioso libro autobiografico. Costruito dal curatore Julio Hubard sulla base di una serie di articoli, frammenti, saggi e versi di Paz, il libro ripercorre la vita e l’opera dell’autore in ordine cronologico, dall’infanzia fino agli ultimi giorni, passando per la formazione letteraria, la passione politica, l’amore per la poesia, i viaggi, i riconoscimenti, la malattia, i ricordi personali. Un approfondito riesame di alcuni dei momenti fondanti della storia sociale, politica e artistica del Messico e del suo poeta più appassionato. Traduzione di Maria Nicola, Sur Edizioni.

 

 

 

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Il fuoco di Jeanne di Marta Morazzoni

Scritture&Scrittori By Aprile 21, 2014 No Comments

il_fuoco_di_jeanne-webLa storia di Jeanne d’Arc è complessa e controversa. Chi era costei? Pastora o principessa, santa o indemoniata;  la guerriera che spezzò l’assedio di Orléans; la contadina inviata da Dio a spianare la strada verso il trono a Carlo di Valois; la pazza di cui la Chiesa seppe neutralizzare le pericolose visioni; morì sul rogo nel 1431 o nel suo letto nel 1450; la bastarda reale manovrata come una pedina dalla corte di Francia nell’epoca cupa della guerra dei cent’anni. I tanti volti di Jeanne hanno fatto di lei un archetipo femminile, in bilico tra identità e stereotipi, tra dovere e passione.

Sulle tracce di una comprensione della vita e della leggenda di Jeanne si pone Marta Morazzoni  con Il fuoco di Jeanne (Guanda). Dalla corte di Chinon all’esilio di Jaulny, da una Loira sfolgorante a una tempestosa Rouen, l’autrice e il suo personaggio procedono affiancate in una narrazione che unisce il fascino del racconto storico e la passione dell’indagine, componendo il romanzo moderno di una vicenda senza tempo.

 

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