Sono innumerevoli le storie che hanno come protagonisti dei cani e che meritano di essere raccontate. Come ghost writer ho raccolto narrazioni in cui un animale speciale ha perfino deciso il corso degli eventi. Alcune volte mi sono commossa, altre volte mi sono divertita. Ho ascoltato sempre con il cuore. Anch’io ho avuto la gioia di condividere la vita con un cane. Ora c’è Ila, quattordici anni. Ogni mattina mi sveglio, la chiamo e aspetto. Lei arriva, mi lecca le mani e mi regala un sorriso. Usciamo. Mi volto e vedo il fantasma della mia cagna che affronta il viale all’ingresso del parco. Arranca lenta, in affanno, la lingua fuori, la testa bassa per tagliare l’aria con meno fatica. Il treno posteriore ballonzola disordinato sulle zampe che strisciano sull’asfalto ruvido. L’incedere è sgraziato e incerto, oltre che faticoso. Non le arriva più il mio richiamo, avverte la mia vicinanza con ciò che resta del suo olfatto, intuisce la mia sagoma attraverso il velo lattiginoso della cataratta. È rassicurata dalla mia presenza, ma sola nel suo essere ormai vecchia, allo stremo delle forze. Tra me è lei c’è un senso di separatezza, un cristallo sottile che divide la vita dalla morte. Lo so e aspetto. Lo so e mi domando se soffrirò o se ho già chiuso il mio dolore dentro un cassetto. La tocco meno di un tempo: meno carezze, meno coccole esuberanti.  Solo lei ed io. Quiete e silenziose. Ila mi sta lasciando. Io sono già un po’ lontana.

Ho scritto questo post nel novembre del 2014. Ila mi ha lasciato il 29 aprile del 2016, a sedici anni, quasi un record per la sua taglia. Nei suoi ultimi giorni mi aveva fatto capire di essere stanca. Nel video Ila è in montagna, nei luoghi che amava di più, nell’agosto del 2015. La sua ultima estate bella, per quanto le concedeva l’età.

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