Pseudonimo 1Sono tante e diverse le ragioni per cui gli scrittori hanno fatto e fanno ricorso agli pseudonimi letterari. In passato lo pseudonimo è stato molto utilizzato dalla donne che, come sempre, hanno dovuto lottare per conquistare un proprio spazio anche nel campo della scrittura, un esempio per tutti quello delle sorelle Bronte che inizialmente assunsero nomi maschili. In seguito tale pratica venne abbandonata per decenni. Da qualche tempo lo pseudonimo letterario vive una nuova stagione. Tra gli anni Settanta e Ottanta se ne è servito Stephen King che ha pubblicato parecchi libri come Richard Bachman; ai tempi nostri J.K. Rowling la scrittrice della fortunata  serie di Harry Potter, ha pubblicato un libro, un giallo intitolato The cuckoo’s calling, firmandolo come Robert Galbraith. Questi sono solo due tra gli esempi più famosi. Perché lo fanno? La Rowling ha dichiarato che desiderava scrivere quello che voleva senza subire le pressioni dei media. Altri lo fanno per adeguarsi alle logiche del mercato editoriale che spesso premia di più il sesso maschile o, come nel caso di King, per non subire il peso dell’eccessivo successo e tentare in libertà possibili percorsi alternativi. Talvolta la scelta è indotta da una precisa strategia di marketing editoriale che punta a creare curiosità e mistero intorno alla figura dello scrittore. Infatti, l’uso dello pseudonimo letterario da parte degli autori sta prendendo le connotazioni di una moda legata a un gossip che, se ben gestito, suscita un senso d’attesa del libro che fa bene alle vendite.

 

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