Tra qualche giorno, il 4 ottobre, inizierà la terza edizione del Festival delle Letterature migranti che, promosso dal Comune di Palermo insieme all’Università e ad altre istituzioni pubbliche e private, terminerà l’8 ottobre. L’obiettivo del Festival  è di contribuire alla pace e alla convivenza tra i popoli, facendoli incontrare e conoscere anche attraverso le loro produzioni letterarie, per questo è prevista la partecipazione di centinaia di ospiti con incontri e spettacoli in decine di luoghi della città. Il calendario di eventi del Festival delle Letterature Migranti sarà ricco di incontri e dibattiti cui prenderanno parte 50 autori e altrettanti discussant (una comunità, questi ultimi, di autori, critici, docenti, esperti e giornalisti palermitani o a Palermo residenti). Il programma, redatto da un comitato guidato da Davide Camarrone, direttore del Festival, giornalista e scrittore, e da Giorgio Vasta, scrittore e docente, e suddiviso in sezioni tematiche, costituisce una sorta di guida al Contemporaneo, di canone, di cifrario per l’interpretazione del tempo convulso che stiamo vivendo: percorso da migrazioni di popoli e di culture, sconvolto da un’emergenza ambientale e da crisi e conflitti.
Spiega Davide Camarrone, direttore artistico del Festival: “La terza edizione di questo Festival, che dice di tante Letterature, delle migrazioni delle persone e delle idee, delle lingue e delle culture, ha un programma di incontri denso e ricchissimo. Al quale si è lavorato a lungo. Il Comitato di direzione del Festival, pure al di là delle singole curatele, ha condiviso un percorso entusiasmante. Abbiamo scelto di dare vita non ad un programma di novità letterarie bensì ad una sorta di cifrario, di canone interpretativo del nostro tempo. Un canone lungo un anno e rammentabile, in futuro. Cinquanta libri, più o meno, giudicati essenziali alla comprensione del presente, non necessariamente recenti, e di altrettanti autori, non necessariamente ancora in vita. (…) Alle Letterature della parola scritta, abbiamo accostato i linguaggi dell’arte contemporanea (pure in dialogo con l’arte classica, e in numerosi luoghi deputati, a Palermo), della musica, del cinema e del teatro. Abbiamo lavorato ad una relazione tra i luoghi e tra linguaggi espressivi differenti, in quei luoghi: sottraendo specialismi e aggiungendo contaminazioni“.
Nelle premesse un Festival diverso, che merita attenzione più di altri per i contenuti e gli obiettivi che si pone.

 

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