Amo gli animali e da quando lavoro come ghostwriter, anzi da quando ho iniziato a scrivere, c’è sempre stato un cane vicino a me. Ci siamo fatti e ci facciamo ancora buona compagnia. In omaggio a loro continuo la pubblicazione di una serie di poesie, e forse anche di qualche prosa speciale, in cui “senza distinzione di specie e di razza” sono gli animali gli unici protagonisti. Sarò grata a chiunque mi segnalerà dei testi significativi da aggiungere alla raccolta.

03 Giorgio scarafaggio

Lo odiavo. Nelle notti a ogni ritorno
me lo trovavo in andito, vestito
di nero da becchino qual era.
Non mi diceva una parola. Io credo
che mi temesse in modo sano e atavico
quanto io stessa tremavo di lui
con tutti i peli e pori della pelle.
Ma una volta gli volli bene: Giorgio
se ne veniva da dentro un armadio
col boccone di carne per i figli,
dolci figli in attesa. Occhi di padre
sporgeva e pieni d’angoscia: gli udii
battere il cuore sopra la piastrella,
-Va’, dissi, va’ povero Giorgio. Questa
volta la scopa non ti inseguirà.
Se sei così funereo e orripilante
(dice Sant’Agostino)
in parte è mia la colpa. Perciò vivo
e lascio vivere

(Daria Menicanti da Poesie per un passante)

ghostwriterDall’Enciclopedia delle donne – biografie: Daria Menicanti nasce, ultima di quattro figli, nel 1914 a Piacenza da padre toscano e madre fiumana. Trasferitasi la famiglia a Milano, Daria frequenta il Liceo Ginnasio Berchet, dove sostiene l’esame di maturità nel luglio 1932. Si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e ha come docenti Antonio Banfi, Adelchi Baratono, Luigi Castiglioni, Mario Hazon e come compagni di corso Enzo Paci, Vittorio Sereni, Antonia Pozzi , Luciano Anceschi. Con Banfi, che Daria ritiene, insieme a Baratono, fondamentale per la propria formazione, si laurea nel luglio 1937 discutendo una tesi dedicata all’analisi della poetica e della poesia di John Keats. Allo stesso anno, oltre all’abilitazione all’insegnamento medio (Daria sarà per tutta la vita insegnante), conseguita nell’autunno, risale il matrimonio con Giulio Preti (1911-1972), dal quale si separa negli anni Cinquanta. Agli anni Trenta, gli anni della formazione universitaria, risalgono le prime prove poetiche, poi ripudiate, inclini ai modi dell’ermetismo; Daria, sulla scia della mediazione banfiana, li definirà asfittici. Nonostante il ripudio di queste prime prove inadeguate a esprimere la propria indole toscana «ridente e piangente», continua a scrivere in segreto. Soltanto nel 1964, presso Mondadori, esce la sua prima raccolta poetica, Città come (premio Carducci 1965), alla quale seguiranno, sempre per Mondadori, Un nero d’ombra (1969) e Poesie per un passante (1978); per Forum/Quinta generazione (Forlì), esce nel 1986 Altri amici; per Lunarionuovo (Acireale), Ferragosto, nel 1986; per Scheiwiller, nel 1990, Ultimo quarto, con una nota di Lalla Romano. Intensa è anche l’attività di traduzione dall’inglese (e, secondo la testimonianza di Francesca Romana Lulli Paci, figlia di Enzo, Daria è anche ottima grecista e latinista, in grado di comporre esametri latini).
L’impronta dell’innovativa cultura dalla cifra europea ricevuta negli anni Trenta presso l’Università di Milano emerge dalla poliedrica attività di Daria Menicanti: è poetessa secondo modi inclini e alla riflessione filosofica; traduttrice, aderendo a una tensione generazionale (si pensi al Vittorio Sereni di Frontiera), rivolge la propria attenzione verso le contemporanee letterature straniere. Soprattutto, a connotar e la sua scrittura e a distanziarla da altre esperienze coeve, è la lucidità, che si rivela anche a livello tecnico, della riflessione e della scrittura che la sostiene. Poesia che, pur apparentemente distante rispetto alla temperie storica e politica, intende dare ascolto a tutta la realtà, animali e piante compresi, presenze peraltro insostituibili nella vita di Daria. Muore, per un tumore alla gola, in una casa di cura di Mozzate, tra Varese e Como, il 4 gennaio 1995.

Grazie a Patrizia Puleio per avermi fatto conoscere Daria Menicanti. Patrizia Puleio, milanese, è poetessa e pittrice e in ambedue gli ambiti di attività ha avuto numerosi riconoscimenti. ha partecipato a diverse mostre collettive e personali, è socia dell’Associazione Italiana Acquerellisti e ha pubblicato con le Edizioni Puntoacapo il libro di poesie“Prove di sorriso”; sue poesie e suoi racconti sono apparsi in varie riviste e raccolte, tra cui “Racconti nella rete”, edizioni Nottetempo. Così si racconta: “Sono una a cui piace giocare, esplorare, trovare le cose più nascoste andando oltre l’evidenze e nella pittura (come nella vita) mi piace mettere in risalto la luce e anche l’ombra, che esistono l’una grazie all’altra. Non mi piace la scelta tra il bianco e il nero, e così mi piace che venga fuori il lato solare, come dici tu, ma accanto ad una zona d’ombra, di “ non detto” che poi, come sai, anche nella scrittura è la parte più affascinante“.

Immagine dal web

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