La sinossi è il compendio che illustra in sintesi le parti principali di un’opera; di norma è sempre richiesta a corredo della presentazione di un manoscritto presso un professionista del settore (editor, editore) che, sulla base della sinossi, deciderà se prendere in considerazione o meno la lettura dell’intero testo, o di qualche capitolo di assaggio.

Anch’io richiedo l’invio di una sinossi a coloro che vogliono sottopormi un testo in lettura, purtroppo mi capita spesso di ricevere manoscritti accompagnati da una nota simile a un tentativo maldestro di scrivere una quarta di copertina, di certo lontano da un riassunto sintetico dell’opera in grado di illustrare inizio, svolgimento e fine della stessa.

L’origine del termine sinossi deriva dal greco: [syn] significa con, insieme e [òpsis] significa occhio e vista, ne consegue che lo scopo della sinossi è di consentire una visione d’insieme dell’opera, a colpo d’occhio.  Per questo scrivendola dovete impegnarvi per dare il maggior numero di informazioni possibili in uno spazio contenuto, con una sintesi efficace.

  • Ecco come procedere in pratica per stilare la sinossi di un romanzo:
    utilizzate sempre il tempo presente;
    procedete facendo un breve riassunto del contenuto di ogni singolo capitolo;
    descrivete le scene salienti indicando in modo specifico i personaggi principali con i nomi loro attribuiti;
    dovrete riassumere anche il finale, perfino nel caso abbiate scritto un giallo;
    cercate di contenere la vostra sinossi in circa duemila battute e comunque cercate di stare su una sola pagina;
    ricordate che chi leggerà la vostra sinossi si farà un’idea del vostro stile narrativo, quindi scrivetela con accuratezza.

Esempio: Capitolo 1 – Mentone, estate 2017. Brevissima descrizione del luogo in cui è ambientata la storia. Presentazione del protagonista, flashback sulla sua fuga dalla Francia. Preparativi per il suo passaggio illegale in Italia.

  • Nel caso dobbiate scrivere la sinossi di un’opera non fiction dovrete focalizzare l’attenzione su altri elementi:
    procedete facendo un breve riassunto del contenuto di ogni singolo capitolo;
    mostrate l’organizzazione e la sequenza logica delle argomentazioni che avete messo in campo;
    in questo caso la necessità di usare una sintesi essenziale non deve andare a scapito della chiarezza, sempre considerando la necessità di contenere il testo in pochissime pagine, quindi non perdetevi nell’illustrare troppi dettagli.

La quarta di copertina è il testo pubblicato sul retro della copertina, o nel risvolto nei libri cartacei, oppure inserito come breve testo di presentazione nelle librerie online; è uno strumento di promozione del libro utile a incuriosire il lettore tanto da indurlo all’acquisto. Al contrario di quanto accade nella sinossi, scrivendo la quarta occorre essere abili nel dare poche indicazioni sulla trama svelando solo le principali tematiche che riguardano la storia. Occorre dire tanto, ma anche poco, in una manciata di battute efficaci e accattivanti, che siano d’impatto e occupino uno spazio di poche righe.

  • La ricetta ideale per una buona quarta di copertina richiede pochi ingredienti, ma cucinarla bene è tutt’altro che facile:
    il linguaggio deve essere chiaro, semplice ma non banale;
    occorre trovare una frase introduttiva breve e incisiva, ovviamente correlata al contenuto del libro, in grado di catturare l’interesse del lettore. A questa seguirà un testo brevissimo che illustri gli aspetti chiave della storia in uno stile adatto a tenere alta l’attenzione del lettore. Bisogna dire senza svelare;
    volendo rafforzare l’invito all’acquisto nei confronti del lettore, vale la formula conclusiva in forma di domanda. Per avere la risposta occorre leggere il libro.

Molto altro ci sarebbe da dire sulla quarta di copertina, sulla sua storia e su come è cambiata nel tempo. Per ora mi fermo qui e aggiungo solo che un tempo le case editrici affidavano a giganti del calibro di Elio Vittorini, Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Roberto Calasso la stesura delle quarte.

Ormai lo avete capito: scrivere la quarta di copertina è un affare complicato da risolvere, un brutto mal di testa.

Per trovare ispirazione leggiamo le quarte redatte dai grandi scrittori e riflettiamo sui consigli che ci offre Calvino.

Prima di scrivere occorre documentarsi su tutto e sempre: le date, i nomi, i titoli. Poi si può iniziare, sapendo però che il cammino per arrivare a un testo appena accettabile è lungo e tortuoso. Parti dal poco, basta una piccola idea, ma netta, precisa, che s’accampi sulla pagina. Su quella bava di ragno potrai sviluppare la ragnatela delle parole. Togli tutti gli affari in ente, prediligi l’aggettivo nitido e lavora di bulino soprattutto sui verbi. Limare non significa cambiare l’impostazione generale, bensì rendere ogni frase il più possibile coerente con il tutto”.

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