Le persone che mi contattano perché desiderano scrivere un libro per lo più sono interessate a sviluppare un progetto autobiografico, o comunque una storia ispirata a vicende realmente accadute; una parte minoritaria desidera scrivere un romanzo, un’opera di fantasia. Altri, scrittori, o aspiranti tali mi sottopongono i loro testi per una valutazione e per l’editing. Di recente ho ricevuto una proposta di collaborazione diversa, cui assegno senz’altro l’Oscar dell’indecenza.

Nella e-mail l’autore che mi contatta racconta di avere scritto un tomo corposo, un romanzo di genere, quale sia poco importa. Forse costui è interessato a un intervento di editing, penso, poi leggo: “Il suo lavoro dovrebbe essere quello di riscrivere le parti plagiate che esso contiene. Fino a quando questo lavoro non sarà fatto, la pubblicazione non potrà avvenire”.

Finora nessuna mi aveva chiesto di rendere originale un plagio. Non ho a che fare con un autore, neppure con un aspirante autore e nemmeno con qualcuno che vuole sottopormi un’idea e una trama affinché io li valuti per eventualmente svilupparli in un romanzo. Qui il soggetto è altra cosa: uno spudorato, tanto per cominciare.

Il plagio è un reato, io stessa ho avuto l’avventura di esserne vittima e, quando lo ricordo, la rabbia torna a ribollire.

Proseguo la lettura della e-mail e rido mentre digrigno; è inquietante che qualcuno possa scrivermi: “La faccenda necessita di qualche spiegazione. Per accelerare il lavoro, e anche perché i brani erano interessanti, ho adattato brani da altri romanzi come capitoli della mia opera. […] Saccheggiare idee altrui è vantaggioso, e mi è servito come stampella, ma le tracce vanno cancellate”.

Sì, il mondo è guasto, la società, priva di valori e ideali, declina. L’asticella che tenevamo alta, a segnare un traguardo che ogni volta diventava più ambizioso è caduta a terra, rotta. Molti, senza alcun dispiacere, forse senza consapevolezza, scalano i gradini all’indietro. Non c’è un briciolo di vergogna da parte di chi ha fatto della fasullaggine la propria bandiera. Magari mi sbaglio e del resto al momento la partita è nelle mani di chi scambia la furbizia con l’intelligenza e persegue il proprio tornaconto con qualsiasi mezzo, senza alcun rimorso.

Colgo l’occasione per precisare che non lavoro per progetti inerenti opere di genere fantasy, romance e tanto meno sono disponibile a collaborare con chi sfrutti l’ingegno di altri.
Tutto ciò non è nelle mie corde.

 

Immagine dal web dipinto di Alexej Ravski, pittore russo nato nel 1961; espone  in Francia, Germania , Belgio, Olanda , Stati Uniti , Bielorussia e nella nativa Russia.

 

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