Molti mi chiedono perché, se lavoro come ghost writer, firmo i libri che scrivo e quindi il mio nome appare sulla copertina. Insomma, che razza di scrittore fantasma sono, se poi mi manifesto con nome e cognome invece di restare nascosta sotto il lenzuolo? La domanda è più che legittima e credo sia giusto dare una spiegazione.
Io scrivo prendendo spunto da narrazioni che si basano su fatti reali, un genere inquadrabile come non fiction, una modalità per cui, nel mio caso, utilizzo la forma del romanzo per raccontare storie vere. Per La regola dell’eccesso il mio co-autore è Renato Tormenta mentre per il libro di cui è prossima l’uscita, titolo Tessa e basta, il co-autore è Tessa Krevic. I questi due casi le persone che mi hanno raccontato la loro storia, hanno scelto di celarsi dietro uno pseudonimo letterario, un nome di fantasia, e così tocca a me, che ho scritto i libri e ne conosco ogni segreto, presentare il risultato del lavoro che abbiamo fatto insieme. Le storie raccontate fanno riferimento a vicende in cui parecchi di noi si possono riconoscere, almeno per alcune situazioni, dentro certi episodi e atmosfere. Leggendole ci si rende subito conto che i contenuti trattati giustificano la decisione presa dai miei co-autori di restare nell’anonimato. Sono narrazioni dure, forti, ma utili per accendere una riflessione, per capire meglio noi stessi e quelli che ci stanno attorno. Io, che sono una cacciatrice di storie, ho scritto questi libri con particolare passione, del resto ho imparato da tempo che la realtà supera spesso la fantasia ed è di sicuro più coinvolgente.

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