Di norma rifiuto le richieste di coloro che mi chiedono l’editing dei loro testi per due motivi: ogni mestiere richiede competenze specifiche per essere fatto in modo professionale. Io sono una ghostwriter, non ho “studiato da editor”, non ho fatto mio questo lavoro, quindi posso esercitarlo solo da dilettante. Inoltre fare editing ai testi altrui non mi piace, in soprammercato richiede molto tempo. Tempo di cui non dispongo.
Tuttavia mi è capitato di dovere dare il mio apporto come editor, seppure in qualche rara occasione. Ho assolto il compito, per me assai sgradito, con il massimo impegno e ho imparato molte cose.
La testardaggine dell’esordiente, quando c’è, è incomparabile.
L’esordiente è convinto che la sua scrittura sia La perfezione.
Talvolta l’esordiente arriva a negare i refusi e inventa nuovi tempi verbali.
È convinto di avere scritto un capolavoro, niente e nessuno potrà fargli cambiare idea, tanto meno l’evidenza. Qualsiasi tipo di suggerimento è sbagliato e irrispettoso, a prescindere.
L’esordiente ottuso è la razza peggiore.
C’è da chiedersi se un esordiente di questo tipo sia solo cocciuto oppure anche ignorante, della tipica ignoranza di colui che insiste nel restare arroccato dentro i propri limiti. Forse riflettere con senso critico sul proprio lavoro è più faticoso che rimanere ancorati al proprio piccolo mondo di consapevolezze.

Io ho sempre imparato molto dagli editor che hanno lavorato sui miei testi. Senza ombra di dubbio hanno contribuito a migliorare la mia cura nella progettazione dell’opera e a rendere più incisiva la mia scrittura.
Ai miei editor devo gratitudine e non finirò mai di ringraziarli per il loro lavoro.

N.B. Ho scoperto che alcuni scrittori non sanno quale sia il compito dell’editor. In sintesi, l’editor è colui che si prende cura di un testo altrui al fine di prepararlo per la pubblicazione. Aggiungo: perché se lo pubblichi così com’è rischi: 1) l’accusa di essere sciatto; 2) una brutta figura; 3) il pubblico ludibrio.

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