Accidenti, che arsura! Sogno di camminare in un fiume in secca. Mi sposto verso il comodino, sono le tre e zerotre e sono sveglia. Che rabbia! Scivolo di nuovo al centro del letto, scocciata per l’interruzione che sconterò domattina con un leggero cerchio alla testa. Mi passerà solo intorno alle dieci, al secondo caffé della giornata. Alla mia età certi meccanismi sono ben noti e ogni cambiamento, ogni imprevisto, ha ricadute assai prevedibili. Quelle imprevedibili di solito sono sempre gravi, qualche volta letali. Inutile che mi rigiri, mi toccherà alzarmi e andare a bere.
Perché non mi sono portata in camera la bottiglietta dell’acqua? Perché quando me ne sono ricordata ero già a letto, avevo appena iniziato a leggere Troppi paradisi di Walter Siti. Per tenere a bada la sete cerco di distrarmi. L’assaggio delle prime pagine dei Paradisi di Siti, mi piace, mi interessa.
Coglie.
Mi viene in mente una frase: “I miei genitori  guardano la televisione per stanchezza, per riempire i vuoti”. Talvolta i pensieri di notte sono sciocchi. Siti è più vecchio di me di parecchi anni, comunque io non guardo la televisione, salvo rare eccezioni e questo è quanto. E poi, ancora: ” L’intelligenza di cui entrambi erano dotati ha suppurato per mancanza di materia a cui applicarsi e ha preso strade diverse in ciascuno di loro”.  Questo lo vedo accadere di continuo. Intorno a me, le persone si spengono, le loro capacità intellettuali si affievoliscono e poi si estinguono e rimangono i loro corpi, magari anche in ottima forma. Molti vanno in palestra, viaggiano, fanno crociere e giocano a burraco, qualcuno cura i nipotini eppure, nonostante una vita in apparenza piena, non ci sono più. Niente sogni e nessun progetto da realizzare.
Vabbè, ma che sete! Resistere non serve a niente, devo alzarmi.
Mi siedo sul letto.
Di accendere la luce non se ne parla, mi sveglierebbe del tutto e poi… Mi arrangio con il display del cellulare, in cucina mi basterà aprire il frigorifero. Esco dalla stanza, la punta delle dita sfiora il muro, liscio, setoso. un coprifilo e poi una porta, ecco giro. Ancora il muro, so che manca poco. Tiro il battente, farei bene a oliare i cardini, stridono e rischio di svegliare il condominio. Ma cosa c’è qui? Ahhh…

Guarda il video, ma con l’audio aperto.

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