8 maggio 2015

Mistero napoletano di Ermanno Rea

webDifficile decifrare il genere letterario cui appartiene Mistero Napoletano, giocato com’è tra il romanzo, il diario, il saggio. Il libro, edito da Feltrinelli, mescola realtà e invenzione letteraria per ripercorrere la storia di Francesca Spada, giornalista de l’Unità, e sciogliere un mistero.

La domanda alla quale mi sento chiamato a rispondere è una sola: perché si uccise Francesca? Una scorciatoia potrebbe essere la seguente: si uccise perché, come un pesce in un acquario stagnante, sentì venirle meno via l’ossigeno. L’acquario ovviamente è la metafora dietro la quale si nasconde la città, Napoli, la metropoli cupa e melmosa degli anni Quaranta e Cinquanta. Francesca si uccise a Pasqua del 1961”. In occasione della sua uscita, nel ’95, il testo suscitò non poche discussioni all’interno della sinistra poiché, nell’ambito della narrazione, tornava a riproporre le posizioni dei periodi precedenti la svolta della Bolognina, l’avvento del Pds e l’Ulivo. Inoltre nel libro l’autore mette in risalto i limiti e gli errori commessi a Napoli dal partito, incapace di andare oltre la cieca fedeltà alle origini dentro una città deliberatamente abbandonata nelle mani della potenza USA. Mistero napoletano è un affresco tanto significativo quanto inquietante di un pezzo di storia che racconta molto di noi italiani.

 

 

 

 

 

 

16 aprile 2015

La felicità al potere di José “Pepe” Mujica.

o-LA-FELICIT-AL-POTERE-570-webVivere per quattordici anni nelle condizioni più disumane che un uomo possa sopportare, ostaggio di una dittatura feroce fino a dimenticare il proprio volto. Essere prima guerrigliero e poi deputato, senatore, ministro e, infine, Presidente della Repubblica dell’Uruguay. Rinunciare al 90% dello stipendio per vivere felice dedicando il tempo della vita alla terra e al rapporto con gli altri. Questo e molto altro è José “Pepe” Mujica, il Presidente più famoso del mondo. A ottant’anni è l’esempio più scomodo che esista per l’intera classe politica planetaria, perché il “Pepe” è l’esempio vivente di come si può pensare al bene comune senza avere brame di potere e di ricchezza vivendo, anzi, come qualsiasi cittadino della propria nazione. Questo libro ospita un’intervista esclusiva rilasciata a Montevideo a Cristina Guarnieri, direttrice della casa editrice Eir, nonché i discorsi più importanti e famosi del Presidente, fra cui spicca il discorso sulla felicità – che dà il titolo al libro – proferito dal Presidente al G20 in Brasile nel giugno 2012. Inoltre è corredato da una biografia romanzata di Mujica, ideata da Massimo Sgroi e approvata dalla presidenza, da alcune pagine che Mujica ha scritto di suo pugno per questa prima edizione italiana, dalla Prefazione di Omero Ciai, giornalista di Repubblica e da una Postfazione di Donato Di Santo, responsabile politico dei rapporti Italia-Sud America. Fra i temi che emergono dai discorsi di Mujica, oltre i riferimenti costanti alla sua storia – gli anni della sua battaglia come guerrigliero Tupamaro contro la dittatura in Uruguay, l’isolamento in carcere, poi il ritorno alla vita e la carriera politica fino alla presidenza – vi sono le ragioni della sua inusuale scelta di restare a vivere da Presidente nella sua casetta di campagna, donare il 90% del proprio stipendio ai più poveri, tentare l’esperimento sociale di liberalizzare la marijuana o aprire per la prima volta un Paese sudamericano ai matrimoni gay, la lotta contro la mafia, il tema dell’auto-gestione delle imprese, il rapporto tra il Mercosur e i Paesi del Brics, l’Europa, il mondo globalizzato, la decrescita, la cura dell’ambiente, e molto altro.

 

 

 

31 marzo 2015

Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto di Massimo Bucciantini

978880621780GRA-webCampo dei Fiori è una biografia: la biografia di una statua. Ma è anche un libro sull’Italia, sulle tante debolezze del fronte laico e sulla ostinata chiusura a ogni idea di modernità presente nella Chiesa cattolica di allora. È l’avvincente ricostruzione di una lotta politica che ebbe numerosi protagonisti: il movimento studentesco romano, Francesco Crispi e la massoneria, Ettore Ferrari e Giovanni Bovio, papa Leone XIII e i gesuiti della «Civiltà Cattolica», Francesco De Sanctis, Antonio Labriola, Giuseppe Garibaldi. E anche un certo Armand Lévy, di professione rivoluzionario, ex comunardo, esule, ebreo e socialista, sconosciuto ai piú, ma che svolse un ruolo decisivo nella fase preparatoria del monumento. Si trattò di una vera e propria battaglia laica e anticlericale: una delle poche combattute nel nostro Paese e che è giusto non dimenticare. Non tanto per celebrarla quanto per conoscerla, anzi forse è meglio dire per decifrarla: attraverso la comprensione di uno scontro che fu violentissimo e dei tentativi compiuti per disinnescarlo, come delle alleanze e degli opportunismi che di volta in volta furono messi in campo per vincere la partita o per rinviarla per sempre. Edito da Einaudi.

 

 

 

 

 

 

 

23 marzo 2015

Georges Simenon, una biografia di Pierre Assouline

Assouline_Simenon-webBasandosi su archivi inediti dello scrittore e sulle testimonianze dirette di famigliari e amici, Pierre Assouline dedica ai lettori di tutto il mondo il suo straordinario saggio biografico su uno dei maggiori romanzieri del XX secolo. La biografia, in Italia edita da Odoya, racconta del Simenon donnaiolo compulsivo, promotore di se stesso, interessato alle royalties almeno quanto alla propria crescita artistica. Estensore, negli ultimi anni della sua vita, di sofferte memorie in cui confessa senza reticenze i tortuosi rapporti con i propri genitori, le compagne di vita e i figli… Il potente ritratto umano, letterario e critico di Simenon esce dalla sciolta penna di Assouline senza alcuno sconto a una personalità complessa e poliedrica. Nato in Belgio nel 1903, Simenon sviluppò fin da giovane un insaziabile appetito di avventura, amore e viaggi. Dai primi impieghi come giornalista all’oculata presa di posizione nei circoli letterari di destra, fino agli alterchi con la Resistenza francese al termine della Seconda guerra mondiale, Simenon incontrò e si confrontò con grandi figure della letteratura e del cinema come Henry Miller, André Gide, Federico Fellini. Ha pubblicato oltre 400 titoli, tra i quali le intramontabili storie dell’ispettore Maigret, i suoi romanzi sono stati tradotti in più di 50 lingue, con oltre 500 milioni di copie vendute in tutto il mondo.

 

 

 

 

 

7 marzo 2015

Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa di Mario Calabresi

index web«La lista di nozze comprende 22 letti per adulti, 9 lettini per bambini, culle per neonati, lenzuola, elettrocardiografo, microscopio, lettino operatorio, lampada operatoria, attrezzi per la chirurgia. Deve servire ad arredare la loro nuova casa, un minuscolo ospedale in mezzo a una savana molto arida, terra rossa e pochi arbusti spinosi, nel Nordest dell’Uganda. L’ospedale non esiste ancora e quel posto, chiamato Matany, non l’hanno mai visto, è solo un cerchietto rosso su una cartina.» Gianluigi Rho e Mirella Capra si sposano a Milano nei primi anni Settanta. Lui è ginecologo, lei è pediatra. Si sono appena laureati, hanno poco più di vent’anni. Stilano una lista di nozze molto particolare: invece di argenteria e servizi di piatti e bicchieri, chiedono attrezzature da sala operatoria per un reparto maternità che non esiste ancora ma che loro contribuiranno a creare e a far crescere in anni di durissimo ma gioioso lavoro. Mirella, il 15 luglio 1970, dopo la prima visita all’ospedale in costruzione, scrive una lettera a casa in cui, dopo aver evidenziato una lunga lista di problemi, conclude: «Non temete per noi, la nostra vita sarà meravigliosa». Mario Calabresi conosce questa storia da quando è bambino: Gigi e Mirella sono i suoi zii. Oggi ha scelto di raccontarla, perché è necessario provare a rispondere ai dubbi, allo scetticismo, allo scoraggiamento di tanti ragazzi che si chiedono se valga ancora la pena coltivare dei sogni. Quella di Gigi e Mirella, ma anche quella di Elia e la sua lampara che ogni notte prende il largo dal porto di Genova o quella di Aldo che rimette in moto le pale del mulino abbandonato della sua famiglia, sono le storie di giovani di ieri e di oggi che hanno saputo guardare avanti con coraggio. Sono storie di ragazzi italiani che non hanno avuto paura di diventare grandi. Edito da Mondadori.

 

 

 

13 febbraio 2015

Cianfrusaglie del passato di Anna Bikont, Joanna Szczęsna

La vita di Wisława Szymborska

Adelphi-webCianfrusaglie del passato (citazione dalla splendida poesia Scrivere il curriculum: «Sorvola su cani, gatti e uccelli, / cianfrusaglie del passato, amici e sogni») è una biografia rigorosa e documentata scritta da Anna Bikont e Joanna Szczęsna, due tra le migliori firme del giornalismo culturale polacco ed edita da Adelphi. Il libro è frutto di accurate ricerche e di lunghe conversazioni con la Szymborska stessa e con quanti l’hanno frequentata, ma soprattutto discreta. Giacché a risuonare, in ogni pagina, non è la loro voce, ma quella, irresistibilmente ironica, di una donna che – ha scritto Adam Zagajewski – «sembrava appena uscita da uno dei salotti parigini del Settecento». Scopriremo così il suo ambiente familiare, le letture, i giochi e le paure dell’infanzia, la vita nel «kolchoz dei letterati» di Cracovia e la giovanile adesione all’idea comunista, la rapida disillusione, il distacco, e poi la simpatia per Solidarność negli anni Ottanta, infine lo spartiacque del Nobel. Ma anche che la Szymborska amava i ninnoli kitsch, i gadget di pessimo gusto, i limerick e la poesia scherzosa in genere – e difficilmente potremo resistere alla tentazione di imparare a memoria le sue più impagabili battute. E scopriremo, alla fine, la sua gravità, la sua profondità, puntigliosamente celate dietro lo schermo della leggerezza giocosa e della impenetrabile discrezione.

 

 

 

 

 

 

2 febbraio 2015

Sebben che siamo donne di Paola Staccioli

Storie di rivoluzionarie

webSebben che siamo donne, edito da DeriveApprodi, è un romanzo biografico corale per capire la storia recente del nostro Paese attraverso le scelte di dieci donne. Il libro dà un volto e un perché a una congiunzione. Nel commando c’era anche una donna, titolavano spesso i giornali qualche decennio fa. Anche. Un mondo intero racchiuso in una parola. A sottolineare l’eccezionalità ed escludere la dignità di una scelta. Sia pure in negativo. Nel sentire comune una donna prende le armi per amore di un uomo, per cattive conoscenze. Mai per decisione autonoma. Al genere femminile spetta un ruolo rassicurante. In un’epoca in cui sembra difficile persino schierarsi «controcorrente», le «streghe» delle quali si racconta nel libro emergono dal recente passato con la forza delle loro scelte. Dieci militanti politiche (Elena Angeloni, Margherita Cagol, Annamaria Mantini, Barbara Azzaroni, Maria Antonietta Berna, Annamaria Ludmann, Laura Bartolini, Wilma Monaco, Maria Soledad Rosas, Diana Blefari) che dagli anni Settanta all’inizio del nuovo millennio, in Italia, hanno impugnato le armi o effettuato azioni illegali all’interno di differenti organizzazioni e aree della sinistra rivoluzionaria, sacrificando la vita per il loro impegno.

 

 

 

 

 

 

 

29 gennaio 2015

Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese di Stefania Nardini

copertina_1454-webJean-Claude Izzo, lo scrittore marsigliese morto a soli 55 anni, ci ha lasciato alcuni libri davvero indimenticabili. La Biografia di Stefania Nardini, oggi riedita da E/O in una versione aggiornata, è un omaggio all’autore della trilogia che ha come protagonista Fabio Montale (Casino totale, Chourmo, Solea), e dei romanzi Marinai perduti e Il sole dei morenti. Cinque libri che raccontano il dolore, la malinconia, la nostalgia dell’amore anche quando c’è, la grandezza del Mediterraneo che pare regolare le vite di tutti come un elemento soprannaturale e che sono descritti magistralmente come pure certa parte di Marsiglia. Sempre edite da E/O sono anche la raccolta di racconti Vivere stanca e la raccolta di scritti inediti Aglio, menta e basilico. Marsiglia, il noir e il Mediterraneo. La Biografia di Izzo contiene alcune poesie tradotte per la prima volta in Italia e alcuni brevi testi in prima pubblicazione mondiale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

27 gennaio 2015

Le donne e l’Olocausto – Ricordi dall’inferno dei Lager di Lucille Eichengreen

3171124-webSopravvivere al ghetto di Lodz, ad Auschwitz, a Neuengamme e a Bergen-Belsen fu quasi un miracolo. Aveva otto anni e viveva ad Amburgo, in Germania, quando Hitler salì al potere. Aveva vent’anni quando la guerra finì. Dodici lunghi anni di orrore, di privazioni, di umiliazioni, di fame”.

Le donne e l’Olocausto (Marsilio, traduzione di Errico Buonanno) è uno dei pochi memoriali che si concentra esclusivamente sulle donne. Con sincerità straziante, Lucille Eichengreen offre uno sguardo approfondito e sincero dell’esperienza femminile nei campi nazisti. Raccontando la storia della propria sopravvivenza, esplora il mondo delle altre donne che ha incontrato, dal potere femminile delle guardie SS, alle prigioniere che erano costrette a prostituirsi per il cibo. Le amicizie che nacquero tra le donne spesso durarono a lungo. Si aiutavano l’una con l’altra, e si dimostravano un affetto e un’attenzione che era difficile trovare persino in famiglia. Certo, avevano anche delle nemiche tra loro. Altre donne le maltrattavano, le denunciavano, le raggiravano e rubavano il cibo o le scarpe. In tutti i campi di concentramento era più o meno lo stesso. Ma in generale c’era fiducia reciproca, le donne si davano una mano e piangevano insieme. Con una prosa secca e toccante, la Eichengreen sa cogliere il nocciolo, l’essenza delle cose ma senza fare prediche. In più, Lucille scrive con l’autorevolezza della testimone oculare, un valore che presto spetterà solo alla pagina scritta e ai documentari filmati, visto che le fila dei sopravvissuti si assottigliano drammaticamente ogni anno. Lei è una di loro, una sopravvissuta che ha ancora voglia di raccontare la propria storia.

 

 

 

 

18 gennaio 2015

Diario di Etty Hillesum

04df38e612ce984599617475a9fe81ba_w_h_mw650_mh-webSecondo la radio inglese, dall’aprile scorso sono morti settecentomila ebrei. Sono già morta mille volte in mille campi di concentramento. In un modo o nell’altro so già tutto. Eppure trovo questa vita bella e ricca di significato. Ogni minuto“.

Scritto ad Amstardam tra il 1941 e il 1943, nel Diario (Adelphi), Etty Hillesum racconta di se stessa, una giovane donna ebrea che legge Rilke, Dostoevskij, Jung. Etty non è osservante tuttavia i temi religiosi la interessano e ne parla fino a che sono gli argomenti legati alla persecuzione a invadere le pagine del suo diario. Etty registra le voci su amici scomparsi nei campi di concentramento, uccisi o imprigionati. Un giorno, davanti a un gruppo sparuto di alberi, trova il cartello: «Vietato agli ebrei». Un altro giorno, certi negozi vengono proibiti agli ebrei. Un altro giorno, gli ebrei non possono più usare la bicicletta. Etty annota: «La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche. Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza. Morirà ad Auschwitz verso la fine del 1943.

 

 

 

23 dicembre 2014

American Sniper. Autobiografia del cecchino più letale della storia americana

di Chris Kyle, Scott McEwan e Jim DeFelice

www.inmondadori.it-webÈ una storia dura quella di Chris Kyle, difficile da raccontare. Il libro, edito da Mondadori, narra le vicende di  un americano nato in Texas nel 1974 e iniziato alle armi fin da giovanissimo dal padre cacciatore. Arruolato nell’esercito nei Navy Seal, tra il 1999 e il 2009, ha fatto registrare il più alto numero di uccisioni per un cecchino nell’intera storia degli Stati Uniti e ha guadagnato due medaglie d’argento, cinque di bronzo e altre tre dal corpo dei Marine. Tra i nemici si è guadagnato l’appellativo di “al-Shaitan Ramadi”, il diavolo di Ramadi. American Sniper è l’autobiografia di un uomo che si dispiace di non aver ucciso più nemici pur considerando la tragicità e le opacità della guerra e racconta delle sue avventure sul campo di battaglia intrecciandole alle vicende private. Chris Kyle è stato ucciso nel 2013 da un giovane veterano affetto da disturbo da stress post-traumatico a un anno dall’uscita del suo libro. Clint Eastwood ha definito American Sniper “Una lettura straordinaria” e ne ha tratto un film in programmazione in Italia da gennaio.

 

 

 

 

 

 

 

9 dicembre 2014

La montagna nuda.  Il Nanga Parbat, mio fratello, la morte e la solitudine di Reinhold Messner

9788879725798_la_montagna_nuda-webUn libro affascinante e coinvolgente che racconta una storia realmente accaduta. Il Nanga Parbat, ovvero la Montagna Nuda situata in Pakistan, è alto 8125 metri ed è da decenni il sacro Graal dei migliori alpinisti. Negli anni ’30 Willy Merkl tentò la salita e morì. Il suo fratellastro, Karl Herrligkoffer, ne fu ossessionato e tentò più volte di “conquistare” la montagna in nome del fratello. Nel 1970 programma con i fratelli Messner di raggiungere la cima dal versante Rupal. E la storia si ripete: Reinhold e Günther Messner sono i primi a salire lungo quella via ma sono costretti dal maltempo a scendere lungo il versante opposto, il Diamir: Günther perderà la vita travolto da una slavina. I tragici ricordi non abbandoneranno mai Reinhold che, dopo trent’anni, decide di raccontare la sua versione dei fatti nel libro edito da Corbaccio.

 

 

 

 

 

 

 

24 novembre 2014

Lettere 1932-1981 di John Fante

copj170.asp-web«Cara mamma, passo il mio tempo a scrivere fino a che la situazione prenderà una piega migliore. Ogni scrittore deve fare la fame per un po’ prima di valere qualcosa. Deve sperimentare tanto le difficoltà quanto le cose facili, e in questo momento mi tocca la parte brutta di quest’affare di vivere. Non preoccuparti per me. In qualche modo me la cavo sempre». Le lettere di John Fante ci mostrano la vita di un genio braccato dai debiti e ossessionato dal sogno di finire sugli scaffali insieme ai grandi della letteratura: impiegato in un’impresa per la produzione di ghiaccio, operaio in una fabbrica di pesce in scatola, tuttofare per uno studio professionale, sguattero in bar e ristoranti. La tormentata carriera dello scrittore John Fante inizia nei primi anni Trenta, con l’arrivo in California, poco più che ventenne, e il sogno di diventare scrittore. Le lettere che Fante scrive ai genitori, alla moglie e, più avanti, agli amici scrittori e ai suoi editori, ripercorrono la sua intera esistenza e mostrano ciò che sta dietro a pagine solo apparentemente fresche e spontanee. Una curiosità: sulla copertina della raccolta di lettere di John Fante, libro edito da Einaudi, c’è la foto del poeta inglese Stephen Spender. Un errore ammesso dalla stessa casa editrice.

 

 

 

 

 

 

14 novembre 2014

Storia di una vedova – Memoir – Joyce Carol Oates

_storia-di-una-vedova-1384321685-web“Tornando nella casa buia, dopo essermi lasciata Princeton alle spalle, mi sento come una freccia appena scoccata – verso quale bersaglio?”

La vita da sola dopo quasi cinquant’anni in due. Una vita dimezzata, ma non una vita a metà. Il memoir Storia di una vedova della grandissima Joyce Carol Oates (Bompiani) è un libro interessante, una lunga introspezione fondata sull’analisi del lutto per l’improvvisa morte del marito Ray, tutta incentrata sulla lunga consuetudine (quasi cinquant’anni) di una felice vita coniugale in cui sono stati condivisi affetti, molte passioni, compreso quella per la scrittura, lasciando però intatte alcune zone “private” che la Oates vedova esplora solo ora, almeno in parte. L’elaborazione del lutto viene gestita attraverso il filtro dell’affetto e della cura per la vedova manifestata dagli amici più cari. Interessante l’analisi del cullare l’idea rifugio del suicidio, della ricerca di sollievo attraverso gli psicofarmaci, del rifiuto degli stessi indispensabile per sentirsi di nuovo viva e libera. Un cammino difficile in cui c’è tutto lo straniamento dovuto al fatto di dovere affrontare la vita e se stessi da un punto di vista inedito che costringe la vedova a prendere atto alla fine, che il marito non tornerà. Fa riflettere anche l’analisi del cambio di passo rispetto a gesti consueti, luoghi, abitudini condivise piacevoli che ora risultano insopportabili. Si rompe il cerchio e la ricerca di un nuovo equilibrio è difficile dentro una casa amata e ora temuta allo stesso tempo. Anche gli animali di casa, ben raccontanti, sono visti come i gatti di Ray e per alcuni aspetti diventano bestie temute, di cui la Oates ama forse più il ricordo di ciò che sono stati. C’è poi il tempo sospeso, un limbo, dedicato al lavoro soprattutto condotto in esterni, girovagando per convegni in diverse città. Una distrazione dal lutto che è anche una medicina. Fino all’inizio della rinascita finale, simboleggiata dalla cura del giardino che era del marito e dall’arrivo della primavera. Scritto in prima persona e al presente, è ampiamento rievocativo del rapporto coniugale, come è ovvio. In alcuni punti un po’ ripetitivo e prolisso. Non la solita Oates anzi, una Oates del tutto insolita. È dato ampio spazio alle considerazioni della vedova che parla di sé in corsivo e in terza persona definendosi come “la Vedova” quasi a volere comporre una casistica di alcuni aspetti del lutto. Eccessiva e noiosa la sfilza di mail di amici e conoscenti.

 

 

 

8 novembre 2014

Quello che sapevamo di Eliana di AA.VV.

eliana-webÈ una singolare biografia quella di Eliana Cascia, personaggio di fantasia tratteggiato dalla penna di una dozzina di scrittori impegnati in un gioco letterario divertente e dagli esiti imprevedibili. La raccolta di racconti offre un ritratto postumo della protagonista in cui ciascun narratore racconta di Eliana vista da un’angolazione speciale: chi l’ha conosciuta in gioventù, chi ha avuto a che fare con lei quando era già un’affermata scrittrice e giornalista, chi se ne è innamorato da lontano, chi l’ha solo sfiorata “da fuori” e lo stesso è riuscito a farsi un’idea di com’era. Gli autori: Lorenzo Banfi, Fiorella Butti, Marco Castiglione, Susanna De Ciechi, Gabriella Ferrari Curi, Silvano Gasparetto, Nicoletta Molinari, Francesca Moscato, Lisa Pavesi, Monica Pegna, Patrizia Puleio, Giovanna Vanin. Il libro verrà presentato in occasione di Bookcity domenica 16 novembre ore 10, Castello Sforzesco, Sale Panoramiche.

 

 

 

 

 

 

 

 

2 novembre 2014

Una misteriosa devozione di Carlo Zanda

Una-misteriosa-devozione_webUna misteriosa devozione, storie di scrittori e di cani molto amati è il libro scritto da Carlo Zanda ed edito da MarcosYMarcos che racconta gli incontri, le passioni e le avventure di quarantacinque scrittori con i cani della loro vita. Quando Jo-fi si raddrizza sulle zampe, Sigmund Freud capisce che la seduta è terminata; Konrad Lorenz insegna ai suoi cani il doveroso rispetto per le oche. Carlo, terranova di pelo scuro, è l’unico essere da cui Emily Dickinson si senta veramente capita; Dino Buzzati possiede e si sente posseduto da tre cani. Nei suoi lunghi anni al confino, Carlo Levi non è mai solo: il suo cane Barone lo accompagna anche dall’arciprete e dal podestà. Petote, il cane di Goffredo Parise,“se non ha l’anima poco ci manca”; Baldo, il cane-filosofo di Franco Marcoaldi, è fonte inesauribile di buonumore. Tra i tanti cani di Franca Valeri, Roro è quello che più ama la vita d’albergo; Giuseppe Tomasi di Lampedusa si sveglia la notte per consolare il suo Crab dai brutti sogni. Françoise Sagan approfitta di un’intervista televisiva per lanciare un pubblico appello, quando il suo inseparabile Youki scompare…

 

 

 

 

 

 

29 ottobre 2014

Il rogo di Berlino di Helga Schneider

rogo-arancione1-web“… Col Nazismo ero qualcuno, dopo non sono stata più niente”. Mi raggelò. E se lei, nel 1941, aveva deciso di non volere questa figlia, ora ero io a non volere questa madre!”

Uscito nel 1995 Il rogo di Berlino (Adelphi) di Helga Schneider racconta la storia dell’infanzia dell’autrice durante gli anni del nazismo. Il libro apre con Helga incontra la madre che non vede da trent’anni. Siamo a Vienna nel 1971 e lei è accompagnata dal figlio. Sarà un incontro traumatico con una vecchia che, a suo tempo entrata volontaria nelle SS, vive di nostalgie e ricordi tanto da conservare la vecchia uniforme nazista come un cimelio religioso. La Schneider trova la forza di riattraversare la storia della sua infanzia con rabbiosa determinazione, tornando a rivivere un percorso allucinante fatto di fame, solitudine, terrore, i bombardamenti e la vita nel rifugio in cantina, una prigione obbligata. Tutto ciò nella cornice di una Berlino completamente distrutta.

 

 

 

 

 

 

 

27 ottobre 2014

La mia famiglia e altri animali di Gerald Durrell

Durrell-webQuando ero molto giovane credo di avere letto tutto o quasi tutto ciò che ha scritto Gerald Durrell e negli anni ho regalato spesso alcuni suoi testi a giovani amici. Il libro che ho distribuito con maggiore frequenza è senza dubbio La mia famiglia e altri animali (Adelphi). Narra la storia del periodo che l’autore, ancora ragazzino ha trascorso sull’isola di Corfù, curioso di scoprire la vita (che per lui, futuro illustre zoologo, è soprattutto la natura e gli animali), passando attraverso avventure, tensioni, turbamenti, tutti stemperati in una atmosfera di felicità contagiosa per il lettore. Nel capitolo introduttivo Durrell dice: “Mi sento in dovere di sottolineare che tutti gli aneddoti sull’isola e sugli isolani sono rigorosamente veri. Vivere a Corfù era proprio vivere in una delle più scintillanti e farsesche opere buffe”. Attraverso la sua scrittura un po’ della sua felice esperienza è passata a noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

20 ottobre 2014

Le figlie perdute della Cina di Xinran

figliepercinagrande-webTestimonianza, denuncia e riscatto, questi sono i temi affrontati in Le figlie perdute della Cina (Longanesi) scritto da Xinran, giornalista e scrittrice nata a Pechino che dl 1997 vive a Londra. Il libro racconta il fenomeno dell’abbandono delle bambine appena nate in Cina, una pratica diffusa, e non solo nelle zone rurali, complici le ristrettezze economiche e una legge sulla pianificazione delle nascite che per anni ha imposto a ogni famiglia un figlio solo. Alle bambine più fortunate il destino ha riservato l’accoglienza di una famiglia adottiva in un paese occidentale. Per molte altre nascere femmina ha significato essere brutalmente uccise appena venute al mondo.
Grazie a un lavoro di ricerca e di inchiesta durato anni, Xinran dà finalmente voce al silenzioso dolore delle donne cinesi – contadine, studentesse, impiegate – che hanno abbandonato le proprie neonate sulla via di una città, fuori da un ospedale o da un orfanotrofio o sulla banchina di una stazione, offrendoci uno spaccato della Cina per molti aspetti inedito, e al tempo stesso narrandoci una storia fatta di drammi e di speranze ritrovate, una storia capace di lasciare il segno.

 

 

 

 

 

 

15 ottobre 2014

Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella

9788807030772_quarta.jpg.448x698_q100_upscale-webLa voglia di vivere e di vivere correndo oltre la paura. Questa è la storia di Samia raccontata in Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) da Giuseppe Catozzella che ha saputo entrare nella pelle di una ragazzina di Mogadiscio con la passione della corsa, mostrando il suo sguardo candido su una Somalia che non lascia spazio alla speranza. Tuttavia Samia ha dentro di sé uno slancio che è pari a quello che avverte nelle sue gambe magre e velocissime e tenta disperatamente di cambiare il suo destino per se stessa e per riscattare le donne del suo Paese. Arriva alle Olimpiadi di Pechino dove non vince, ma si fa notare e sogna di partecipare a quelle di Londra. La situazione precipita, è costretta ad allenarsi di notte, corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa e Ali, il suo grande amico, entra nel gruppo dei terroristi. Samia cerca di andarsene, fa tappa ad Addis Abeba, ma il comitato olimpico di Mogadiscio non fa arrivare i documenti necessari e lei diventa una clandestina. Decide di intraprendere il viaggio dei migranti dall’Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. L’esperienza devasterà il suo spirito e il suo corpo. Quando finalmente si imbarca per Lampedusa, Samia è già vinta. Finirà per abbandonarsi al mare.

 

 

 

 

 

 

11 ottobre 2014

Il bar delle grandi speranze di J. R. Moehringer

index-webMalinconica e divertente, l’autobiografia di J. R. Moehringer edita da Piemme è l’avvincente racconto della lotta di un ragazzo per diventare uomo e un indimenticabile ritratto di come gli uomini rimangano, nel fondo del loro cuore, dei ragazzi perduti. Cresce con l’orecchio schiacciato contro la radio per ascoltare la voce del padre, un disc-jockey di New York, che ha preso il volo quando lui era ancora piccolo, e avendo come riferimento la madre, il suo mondo, la sua roccia, ma lui cerca anche qualcosa di più, qualcosa che riesce, debolmente ma ossessivamente, ad avvertire solo in quella voce maschile. A otto anni, quando anche la voce alla radio scompare, J.R. scappa disperato fino al bar all’angolo, e lì scopre un nuovo mondo e un coro turbolento di nuove voci. Sono poliziotti e poeti, allibratori e soldati, star del cinema e pugili suonati, la varia umanità che si rifugia al “Dickens” per raccontare le proprie storie o scordare i propri guai. E così, grazie a quel coro di voci, diventa grande.

 

 

 

 

 

 

 

10 ottobre 2014

Il male addosso di Sandra Verda

images-web“…l’unico valore della mia vita, la forza del pensiero. È stata la forza del pensiero e non i farmaci ad aver ammazzato il vero male addosso consentendomi di vivere bene”. Uscito nel 1994 per Bollati Boringhieri il libro di Sandra Verda ha come protagonista la stessa autrice che, a sedici anni, scopre di avere il morbo di Hodgkin, un tumore particolarmente feroce che accompagnerà il suo sviluppo fino all’età adulta. Il male addosso racconta un percorso in cui la speranza si alterna continuamente a ricadute e riprese. La tenacia e la determinazione di questa giovane donna, tanto innamorata della vita da non lasciarsi mai andare, riescono a vincere. Forse è proprio alla sua capacità di resistere che Sandra Verda deve l’uscita finale da un incubo durato lunghi anni. Il ricordo e l’esperienza del dolore vissuto e, probabilmente, la voglia di testimoniare il suo esserci, nonostante tutto, l’hanno indotta a raccontare la sua storia.

 

 

 

 

 

 

 

 

21 settembre 2014

Henry Miller, Sconosciuto di Arthur Hoyle

Hoyle_HenryMiller-webLa biografia scritta da Hoyle ed edita da Odoya racconta il percorso umano e la carriera letteraria di Henry Miller attingendo a materiali inediti fino ad oggi tra cui alcune interviste con Lepska Warren, la terza moglie di Miller, e le rivelazioni da brani inediti tratti dai diari di Anaïs Nin. Il periodo coperto è quello che parte dalla Parigi degli anni Trenta, in particolare gli anni tra il 1944 e il 1961 trascorsi dallo scrittore a Big Sur, in California, durante i quali scrisse molti dei suoi romanzi più importanti. A Big Sur Miller si sposò e divorziò due volte, dipinse acquerelli e cercò la propria realizzazione personale vivendo fino in fondo il credo estetico professato nella sua opera. Dietro l’immagine canonica del cattivo ragazzo si scopre un uomo con amicizie fidate, la cui sfida ai tabù morali rientrava nella contestazione del processo di disumanizzazione dell’uomo. Hoyle pone la presunta misoginia di Miller, che resta una delle voci più originali della letteratura del Novecento, nel più ampio contesto della sua satira dei costumi sessuali, perorando la causa di una nuova valutazione del giusto posto di uno scrittore innovativo nel canone letterario americano.

 

 

 

 

 

12 settembre 2014

Il fabbricante di sogni di Andrew Crofts

Il-fabbricante-di-sogni-webScritto da Andrew Crofts, il più famoso dei ghost writer, giornalista e scrittore, Il Fabbricante di Sogni (Piemme) testimonia la condizione dei bambini schiavi in Pakistan attraverso il messaggio che Iqbal Masih ha lanciato nel corso di una conferenza a Stoccolma già nel 1994, finora rimasto inascoltato: “Nessun bambino dovrebbe mai lavorare. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”. In un piccolo villaggio pakistano a soli quattro anni Iqbal viene ceduto dalla famiglia a un fabbricante di tappeti per saldare un debito di pochi dollari contratto dal fratello maggiore per sposarsi. Sono trascorsi sei anni da quel giorno e da allora è uno schiavo, costretto a trascorrere le giornate incatenato a un telaio senza staccare gli occhi dal lavoro, sottomesso a padroni violenti e senza scrupoli. Ma Iqbal è diverso dagli altri bambini e ha un senso di giustizia innato. A dieci anni, dopo un primo tentativo di fuga fallito e pagato a caro prezzo, riesce finalmente a scappare. Ha un solo obiettivo in testa, un sogno: far sapere al mondo cosa succede in Pakistan, liberare tutti i bambini dalla schiavitù e ridare loro quell’infanzia che gli è stata rubata. Una storia intensa che bisogna assolutamente conoscere.

 

 

 

 

 

 

10 settembre 2014

Una stella tranquilla – Ritratto sentimentale di Primo Levi

medium_unstellatranquilla_sito-webA cavallo tra la biografia e la fiction, Una stella tranquilla – Ritratto sentimentale di Primo Levi di Pietro Scarnera (Comma22 Editore) affronta il mistero di Primo Levi scrittore con una graphic novel che prende ispirazione a partire dalle foto d’archivio che lo riguardano, dalle copertine dei suoi libri, dai suoi disegni, dalle sue sculture. Il ritratto, raccontato lasciando sullo sfondo l’immagine di Torino e la sua evoluzione nel tempo, resta volutamente lontano dall’immagine privata dello scrittore per cui narrare era un dovere morale, ma anche una necessità, quella di testimoniare, come in Se questo è un uomo, gli eventi avvenuti nei lager nazisti. Levi, chimico di professione, assolto questo compito, ha continuato a scrivere “libri utili” a qualcosa o a qualcuno. Scarnera ripercorre la vita di Levi senza la pretesa di spiegare l’uomo o di capire i motivi che lo spinsero al suicidio. Dal ritorno a Torino, nell’autunno del 1945, fino alla sua ultima opera I sommersi e i salvati, una riflessione finale sul lager che chiude un ciclo iniziato 40 anni prima. Basandosi esclusivamente su episodi raccontati o citati dallo stesso Levi, l’autore descrive la vicenda dello scrittore torinese alla ricerca della risposta a una domanda precisa: “Perché si scrive?”.

 

 

 

 

 

9 settembre 2014

Riva di Kim Thúy

riva-d148-webIl titolo originale è Ru, che in francese significa “piccolo ruscello” mentre in vietnamita la parola ru significa “ninnananna e cullare”. Questo libro, l’autobiografia di Kim Thúy edita da Nottetempo, narra le vicende dell’autrice nata durante l’offensiva del Têt (1968), “…all’ombra di quei cieli ornati di fuochi d’artificio, decorati con ghirlande luminose, solcati da razzi e missili”, la cui vita si srotola tra il Vietnam e il Québec, due realtà lontane ed estranee tra loro quanto il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud, il mondo comunista e il mondo capitalista – prima francese, poi americano – ai tempi in cui nacque l’autrice. A dieci anni, Nguyễn An Tịnh si ritrova sul fondo di una barca impregnata di cattivi odori e olio da motore, diretta con altri duecento vietnamiti, i boat people, in un campo profughi in Malesia. Quando, dopo mille traversie, approderà con la famiglia in Canada, la bambina cercherà di “guardare lontano, lontano in avanti”; ma non perderà le tracce del passato, “frammenti, cicatrici e barlumi” narrativi che tentano di riannodare i fili di una storia divisa in due. Sono pagine dense di emozioni trasmesse nella forma di diario poetico in cui ciascun personaggio ha contorni perfetti e dove il ruolo principale lo hanno comunque le donne come quelle che “hanno portato il Vietnam sulle spalle mentre i mariti e i figli sulle loro portavano le armi … Queste donne, invece, lasciavano crescere la tristezza nella cavità del loro cuore”.

 

 

 

 

2 settembre 2014

Supernotes di Agente Kasper e Luigi Carletti

luigi-carletti-e-agente-kasper-supernotes-webDovete leggerlo per almeno tre motivi: scritto benissimo, racconta una storia vera in modo coinvolgente ed è illuminante rispetto ad alcune realtà che vanno ben oltre l’immaginazione più sfrenata. Luigi Carletti racconta la storia dell’Agente Kasper, in un libro che è una spy story cesellata nell’architettura di un’inchiesta. Protagonista di Supernotes, edito da Mondadori, è l’Agente Kasper, un ex carabiniere divenuto agente dei servizi segreti e poi del ROS, che nel marzo del 2008 viene sequestrato e sbattuto prima in prigioni improvvisate e in una caserma, poi in un ospedale-lager, infine nel campo di concentramento cambogiano di Prey Sar, vicino a Phnom Penh. Resterà prigioniero per tredici mesi nell’indifferenza delle nostre istituzioni. Destinato a essere eliminato, nonostante le condizioni di vita disumane e le sofferenze che dovrà sopportare, riuscirà a salvarsi e a rientrare in Italia. Al centro dei giochi ci sono le Supernotes, banconote in dollari false, ma vere, stampate dagli americani in una zecca segreta custodita in Corea del Nord. Già questo sarebbe stato più che abbastanza per dare corso a una storia mozzafiato in cui sono anche evidenti i legami e la sudditanza dei servizi segreti italiani con la CIA e le altre sigle americane. In più Kasper e Carletti hanno allargato il quadro offrendo una serie di spaccati su alcune vicende relative alla guerra nei Balcani, ai latitanti neofascisti in America Latina, ai tentativi di minare la rete di Mandela in Europa e a Gladio. È una lettura che svela un mondo incredibile, ma vero. Se ancora non bastasse, sul sito di Luigi Carletti (www.luigicarletti.com) sono presenti alcuni documenti che supportano la veridicità dei fatti.

 

 

3 agosto 2014

Cigni selvatici. Tre figlie della Cina di Jung Chang

index webÈ del 1991 Cigni selvatici. Tre figlie della Cina di Jung Chang e narra l’epopea di tre donne, l’autrice, sua madre e la nonna attraverso un secolo di storia cinese denso di avvenimenti, tra guerre, rivoluzioni, sconvolgimenti sociali e speranze. Dal 1909, quando nasce la nonna di Jung Chang e la Cina è ancora una società feudale, al 1932, che vede, sotto l’occupazione giapponese, la nascita della madre, fino agli anni ’60 quando tocca a Jung Chang il compito di vivere, riflettere e sopportare la realtà del Paese. L’autrice, nata nel 1952 a Yibin, nella provincia cinese del Sichuan, ha lasciato la Cina nel 1978 per andare in Inghilterra dove, prima tra le studentesse della Repubblica Popolare Cinese, ha conseguito un dottorato. Cigni Selvatici, in Italia edito da Longanesi, è stato la sua prima opera tradotto in seguito in ventisei lingue e insignita di prestigiosi premi letterari internazionali .

 

 

 

 

 

 

 

25 luglio 2014

Odiavo i velisti di Cino Ricci e Fabio Pozzo

odiavogrande-webCino Ricci, uno dei volti più noti della vela, a trent’anni dalle regate di Azzurra racconta per la prima volta la propria vita. E lo fa con una biografia che collega un’appassionante successione di aneddoti che compongono la storia di un uomo, di un Paese e di un mondo, quello del mare, vissuto a tutti i livelli, dalle prime uscite in barca con i pescatori al confronto con i campioni dell’Olimpo della vela. Uno skipper venuto dal basso, che dopo le rocambolesche dimissioni da Azzurra si è reinventato commentatore televisivo e ha seguito le gesta del Moro di Venezia e poi di Luna Rossa.
Odiavo i velisti, edito da Longanesi, mostra per la prima volta il dietro le quinte dell’avventura di Azzurra in Coppa America, lungo una galleria di grandi personaggi, dai miti velistici come Éric Tabarly a icone come Gianni Agnelli e l’Aga Khan, a tycoon come Raul Gardini.

 

 

 

 

 

 

 

16 luglio 2014

Il mondo dei fiori e dei salici – Autobiografia di una geisha di Masuda Sayo

thumbs.php-web“Il mondo dei fiori e dei salici” (karyūkai), traduzione dal giapponese di Silvia Taddei – O Barra O Edizioni, racconta il mondo delle geisha, un mondo che negli stereotipi dell’Occidente rievoca atmosfere eleganti, preziosi kimono di seta, musiche e cerimonie del tè. Masuda Sayo, invece, testimonia una realtà differente, quella delle onsen geisha, le donne che praticano la professione nelle stazioni termali lontane dai raffinati ambienti cittadini. Con uno stile semplice e diretto, ma estremamente coinvolgente, racconta la sua infanzia di bambina abbandonata e poi venduta, la dura quotidianità sua e delle compagne durante gli anni di apprendistato; descrive l’ambiente delle sale da tè con le ambigue figure dei frequentatori, la lotta intrapresa per cambiare vita, la povertà vissuta in un Giappone uscito dalla Seconda guerra mondiale. L’autobiografia di Masuda Sayo costituisce una preziosa testimonianza su una pagina poco nota della cultura giapponese. L’autrice (1925-2008) appena dodicenne viene venduta dalla madre alla “Takenoya”, una casa di geisha della stazione termale di Suwa. Dopo l’apprendistato, a sedici anni diventa geisha. Istruita nelle arti tradizionali (musica, danza, canto), ma privata dell’educazione scolastica, resta analfabeta sino a trent’anni quando, abbandonata la professione, impara a leggere e scrivere da autodidatta. Nel 1956 partecipa al concorso letterario “storie vere di donne” di una popolare rivista femminile posizionandosi al secondo posto. Viene notata dagli editori di Heibonsha che la convincono a scrivere la sua autobiografia. Nel 1959 apre un locale che diviene un ristorante di successo e ottiene la qualifica di chef della cucina tradizionale giapponese.

 

 

 

 

9 luglio 2014

Una vita bipolare di Marya Hornbacher

9788850221301g-webÈ davvero intenso e coinvolgente il memoir che racconta, senza veli né compiacimenti, della vita segnata dal disturbo bipolare di Marya Hornbacher. Una vita da godere e da amare comunque come sottolinea l’autrice stessa: “Apprezzo la mia vita. È una vita che proteggo orgogliosamente. L’ho salvata dalle grinfie della pazzia, e la pazzia non può portarmela via di nuovo. Non la getterò via. E se non fosse una vita normale? È l’unica che ho. È difficile, bella, dolorosa, piena di risate, strana, tanto strana. Qualunque altra cosa sia, qualunque cosa porti – è mia”.

Quando la Hornbacher pubblicò il suo primo libro, Sprecata, in cui racconta della sua anoressia bulimica, non conosceva ancora la causa profonda della sua infelicità. Poi, a ventiquattro anni, le fu diagnosticata una forma grave di disturbo bipolare, una malattia seria e invalidante. Chi soffre di questa condizione affronta fasi di profonda depressione alternate a fasi maniacali caratterizzate da un eccesso di euforia. Marya ha sperimentato sulla sua pelle cosa vuol dire esserne vittima e, attraverso immagini di straordinaria potenza emotiva, ci porta con sé sulle montagne russe della sua vita, raccontandoci la sua struggente esperienza. Da leggere per conoscere e capire. (Tea – Collana Esperienze)

 

 

 

 

05 luglio 2014

Malerba di Carmelo Sardo, Giuseppe Grassonelli

3Dnn+10_1B_med_9788804634676-malerba_original-web“Malerba”, erba cattiva, edito da Mondadori, racconta la storia di un ragazzino mandato in Germania per allontanarlo da una giovinezza scapestrata. Ad Amburgo si inserisce in un ambiente di night e belle donne e diventa un professionista del tavolo verde. La Sicilia è ormai è un ricordo fino a che, dopo il servizio militare, a vent’anni, torna al paese per stare un po’ con la famiglia prima di ripartire per la Germania. Ma proprio la sera precedente alla partenza resta ferito nella strage che prevede lo sterminio dei suoi parenti. Fugge, sconvolto, ma presto scopre che Cosa Nostra ha affidato il compito di ucciderlo a uno dei suoi amici d’infanzia… Questa è la storia di un giovane uomo che sente di dover fronteggiare da solo il massacro della propria famiglia. Di un uomo che non ha fiducia nello Stato, né in alcuna altra istanza morale capace di contenere la ferocia umana e che scampa per miracolo a quattro agguati e decide di rinunciare a tutto, anche all’amore, per vendicare i suoi cari e sopravvivere. Giuseppe Grassonelli, che assume in queste pagine il nome fittizio di Antonio Brasso (suo “nome di battaglia” negli anni della guerra di mafia), ci racconta la storia della sua vita breve e intensissima: segnata dalla morte e dalla cesura dell’arresto, all’età di ventisette anni. L’ebbrezza dell’illegalità, l’orrore indicibile di un intero sistema di relazioni nel quale la vita umana e la dignità individuale non hanno alcun valore, ma tutto è clan, affiliazione o infamia, emergono in queste pagine con potenza sinistra. Giuseppe Grassonelli non si pente, non collabora con la giustizia e sconta dunque la pena durissima dell’ergastolo ostativo. Comincia a leggere, a studiare, fino a laurearsi e a diventare un detenuto modello. Per raccontare la propria storia si affida al cronista che anni prima aveva seguito la sua “guerra” come giornalista per una TV privata: Carmelo Sardo, che con efficacia e partecipazione ci conduce attraverso queste pagine. Per provare a capire. Perché le parole, e la memoria, sono l’arma più potente contro la silenziosa omertà del male.

 

 

30 giugno 2014

James Joyce, la biografia curata da Richard Ellmann

JAMES-JOYCE-copia_Layout-1-webRiedita da Castelvecchi, la biografia di James JoyceIn è un classico della biografia letteraria in cui l’opera e la vita del grande autore vengono raccontate, analizzate e commentate seguendo il filo di una passione rigorosa e priva d’indulgenza. Lo studio di Richard Ellmann cerca di ricostruire l’intricata rete che lega il vissuto all’arte, la singolarità del quotidiano con la vastità proteiforme del genio. Da Dublino a Trieste, da Parigi a Zurigo, emergono così i contorni di un’esistenza sfuggente, fatta di scelte spesso discutibili, amicizie perdute, difficoltà economiche e dolori insanabili come quello per la schizofrenia della figlia. La grandezza dello scrittore non è scalfita dai difetti dell’uomo, ma si nutre proprio dell’intransigenza di Joyce nel non cedere a compromessi, nel mettere il proprio lavoro davanti a tutto, pagandone sempre il prezzo. Ellmann organizza con intelligenza critica l’enorme quantità di aneddoti, fornisce chiavi preziose per la comprensione delle opere e restituisce al lettore l’immagine compiuta di uno dei grandi del Novecento.

Richard Ellmann, (Highland Park, 1918 – Oxford, 1987) Critico letterario statunitense, ha scritto le biografie Yeats: The Man and the Masks (1948, riveduta nel 1979), James Joyce (1959, riveduta nel 1982), premiata con il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize, e Oscar Wilde (1987), con la quale ottenne il Premio Pulitzer.

 

 

 

 

25 giugno 2014

Guardati dalla mia fame – Milena Agus e Luciana Castellina

guardati-dalla-mia-fame-d422-webNon è una biografia, ma in un certo senso lo è questo libro bellissimo scritto da Milena Agus e Luciana Castellina (Edizioni Nottetempo). Guardati dalla mia fame racconta di un efferato delitto narrato da due voci contrapposte che entrano nella pelle della vittima o dell’aggressore. Nella Puglia del dopoguerra, terra di passaggio dove si incontrano reduci, transfughi, tedeschi e alleati, in occasione di un comizio di Giuseppe Di Vittorio, politico e sindacalista, avviene un linciaggio. Milena Agus e Luciana Castellina entrano nei fatti, ciascuna con la propria passione e la propria ragione, minuziosamente documentate. Milena Agus penetra nel palazzo delle vittime, e le ricrea con la sua smagliante e amorosa immaginazione, mentre Luciana Castellina ricostruisce la storia di quegli anni, assai poco nota, e le circostanze che fecero di una folla di poveri braccianti e delle loro donne dei feroci assassini: una all’interno, l’altra all’esterno, in due superfici che si toccano senza conoscersi, il palazzo e la piazza, e che quando vengono a contatto, esplodono.

 

 

 

 

 

 

19 giugno 2014

Joy Division, Tutta la storia di Peter Hook

Joy_Division-webUna storia diversa, uno sguardo onesto, diretto e di prima mano su una delle band più importanti di sempre. Joy Division, Tutta la storia di Peter Hook (Tsunami) racconta il percorso dei Joy Division, il modo in cui hanno cambiato il volto della musica. Pionieri della rivoluzione post-punk, con il loro sound oscuro, ipnotico e intenso hanno reinventato le regole del rock influenzando migliaia di band e artisti, da pesi massimi del calibro di U2, Morrissey, R.E.M. e Radiohead a intere generazioni di gruppi indie. Peter Hook, il loro leggendario bassista, mescola la propria autobiografia con la biografia della band e racconta le amicizie, i litigi, le divisioni; le prove e le registrazioni; i concerti andati bene e quelli finiti male; i personaggi sopra le righe, i dischi e ovviamente gli altri componenti del gruppo, come Ian Curtis, morto suicida nel 1980 proprio all’alba dell’atteso tour americano che avrebbe definitivamente consacrato i Joy Division.

 

 

 

 

 

 

 

12 giugno 2014

Autobiografia di Robin George Collingwood

AUTOBIOGRAFIA_web«L’autobiografia di un uomo la cui professione è il pensare dovrebbe essere la storia del suo pensiero. Ho scritto questo libro per raccontare ciò che io credo valga la pena di dire sulla mia storia».

Pensatore vivace e poliedrico, che ai molteplici interessi univa una profonda conoscenza dell’esperienza umana, Robin George Collingwood (Cartmel, 1889 – Coniston, 1943) è stato autore di numerosi scritti di filosofia ed estetica, nonché di contributi importanti alla storia e all’archeologia romana. Pubblicata nel 1939, pochi anni prima della morte, l’Autobiografia (Castelvecchi Editore) ripercorre la sua vicenda personale e accademica attraverso l’esposizione dei risultati più originali del suo pensiero. Vengono così presentate e dibattute nelle loro reciproche connessioni la «logica della domanda e della risposta», la concezione della metafisica quale scienza storica diretta a determinare i presupposti di ogni dottrina filosofica, e quella della storia come autocoscienza dello spirito e scienza delle cose umane; oltre all’esame di quei problemi storici e archeologici concreti che costituiscono il campo d’applicazione delle sue teorie epistemologiche. Intrisa di riferimenti all’idealismo crociano, l’Autobiografia è anche una reazione contro la scuola imperante del «realismo», responsabile secondo Collingwood dell’involuzione della filosofia inglese. Grazie a una non comune capacità argomentativa, per cui anche le pagine più dense di passaggi logici hanno sempre una chiarezza e semplicità esemplari, l’Autobiografia può essere considerata ancora oggi la migliore introduzione all’universo mentale di Collingwood.

 

 

 

 

3 giugno 2014

Una terra senza fine di Jo Lendle

9788889767535-una-terra-senza-fine-webJo Lendle, con un romanzo biografico che si fa epopea e una grande capacità di scrittura, entra nell’animo di Alfred Wegener: ci accompagna nelle sue avventure e nelle sue inquietudini, regalandoci un lucido ritratto della natura umana. Wegener è un uomo con grandi sogni. Nasce in un freddo lunedì di novembre del 1880 e fin da bambino è affascinato dalla natura e dai suoi fenomeni. Quando nel 1906 viene a sapere dai giornali di una spedizione danese nell’area nordorientale della Groenlandia, parte, scoprendo così un luogo di purezza, una terra nella quale tutto è difficile ma dove ha modo di essere se stesso e dedicarsi alla scienza. Diventa un adulto inquieto, brillante, determinato; formula la teoria della deriva dei continenti che non viene riconosciuta dalla comunità scientifica, si sposa, ha tre bambine, gli viene affidata una cattedra a Graz e gli si prospetta una vita tranquilla, ma la mente torna sempre alla Groenlandia, il luogo all’origine di tutto, dove ogni cosa ha un senso: la deriva, il tempo, il ghiaccio. Così, nel 1930, all’alba dei suoi cinquant’anni parte per un’ultima eroica esplorazione, ma ben presto le condizioni diventano estreme e le difficoltà insostenibili. Una terra senza fine (Keller Editore) è un fantastico libro di avventure.

 

 

 

 

 

25 maggio 2014

Zio Tungsteno, Ricordi di un’infanzia chimica di Oliver Sacks

SACKS-O_zio0-webNel 1993, mentre mi avvicinavo al mio sessantesimo compleanno cominciai a sperimentare un fenomeno  curioso, l’emergere spontaneo e non richiesto di ricordi precoci, ricordi rimasti assopiti per più di cinquant’anni. E non solo ricordi, ma veri e propri stati d’animo, idee, atmosfere, passioni, ricordi soprattutto della mia infanzia”. Così scrisse Olver Sacks ripensando alla stesura  della sua autobiografia, Zio Tungsteno (Adelphi). Con questo libro, il suo più personale sino a oggi, l’autore apre le porte della grande casa edoardiana di Londra in cui viveva da ragazzino timido e introverso con la passione per la chimica: di fronte al multiforme e al caotico, all’incomprensibile e al crudele, la purezza del metallo ha per il piccolo Oliver un valore simbolico – quasi la materializzazione di “idee chiare e distinte” e di un ordine stabile. Il tramite naturale verso questo mondo fantastico è Dave, zio Tungsteno, quello che fabbricava le lampadine. Guidati dai filamenti di luce, seguiamo l’evoluzione di quel ragazzino curioso e appassionato – e sarà come ricapitolare alcune tappe essenziali nella storia della scienza.

 

 

 

 

 

 

 

20 maggio 2014

Io che conosco il tuo cuore di Adelmo Cervi

Cervi-webQuesta è una storia vera, talmente vera che sembra un romanzo. Il romanzo d’amore di chi sa bene che l’amore si nutre di libertà. In Io che conosco il tuo cuore di Adelmo Cervi (Piemme), un ex-ragazzo di oggi, figlio di un padre strappato alla vita, racconta quel padre, Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi, per rivendicare la sua storia e, al tempo stesso, per rivendicare di essere figlio di un uomo, non di un mito pietrificato dal tempo e dalle ideologie. Una vicenda straordinaria racchiusa tra due fotografie. La prima, degli anni Trenta: una grande famiglia riunita, contadini della pianura, sette fratelli, tutti con il vestito buono, insieme alle sorelle e ai genitori. La seconda, due anni dopo la fucilazione dei sette fratelli: solo vedove e bambini, indifesi di fronte alle durezze del periodo, alla miseria, ai debiti, anche alle maldicenze. Adelmo è seduto sulle ginocchia del nonno, in faccia l’espressione di chi è sopravvissuto a una tempesta. O a un naufragio.  C’è tutto un mondo da raccontare in mezzo a quelle due foto, con la voce di un bambino che ha imparato a cullarsi da solo, perché suo padre è morto troppo presto e sua madre ora è china sui campi.

Adelmo Cervi è figlio di Verina Castagnetti e Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Adelmo aveva appena compiuto quattro mesi. Suo nonno Alcide, la cui figura entusiasmò Italo Calvino («Lotta contro la guerra, patriottismo concreto, nuovo slancio di cultura, fratellanza internazionale, inventiva nell’azione, coraggio, amore della famiglia e della terra, tutto questo fu nei Cervi»), ha pubblicato nel 1955 I miei sette figli, a cura di Renato Nicolai, un classico della Resistenza stampato in centinaia di migliaia di copie e tradotto in moltissime lingue.

 

 

 

14 maggio 2014

La valigia quasi vuota di Baharier Haim 

writable-Volumi-Baharier-LA-VALIGIA-webNon è stato facile sezionare, dividere, fare ordine tra i ricordi, le sensazioni. Ogni momento che scandiva la mia crescita era prezioso e portatore del nuovo
Tutto ha inizio con una valigia di cartone dal contenuto enigmatico ed evocativo, eredità identitaria di Monsieur Chouchani, clochard geniale apparso nella Parigi degli anni Cinquanta e poi svanito nel nulla. «Io non so cosa sappia», ebbe a dire di lui Emmanuel Lévinas, «ma di una cosa sono certo: tutto quello che io so, lui lo sa.» È a partire dai ricordi, dalle voci e dalle leggende sullo scostante e onnisciente Chouchani che Haim Baharier, per la prima volta, racconta la propria vita. Nella memoria si fanno allora spazio frammenti di ricordi, di storie personali e familiari: l’infanzia nel dopoguerra, i precettori che lo introducono alla Torà, la complicità di un amico nella scrittura dei primi versi, gli incontri con il mondo intellettuale parigino dei sopravvissuti alla Shoà. E poi i numerosi viaggi e gli studi fino all’arrivo in Italia, dove Baharier conduce memorabili lezioni di ermeneutica ed esegesi biblica. Racconto a metà tra una biografia impossibile e un’autobiografia involontaria, La valigia quasi vuota (Garzanti) tiene insieme, con delicatezza e sincerità non comuni, memorie personali e storia collettiva, schegge di vita emblema di un intero popolo. Gli incontri, i luoghi e le esperienze vissute diventano così simboli da interpretare e da cui trarre insegnamenti, in un libro che riesce ad appassionare, commuovere e insegnare come accade solamente alle opere dei veri maestri.

 

 

 

 

29 aprile 2014

Io ci sono – La mia storia di non amore,  Lucia Annibali

Io-ci-sono-web16 aprile 2013, una sera qualunque. Lucia, una giovane avvocatessa di Pesaro, torna a casa dopo essere stata in piscina. Ad attenderla, dentro il suo appartamento, trova un uomo incappucciato che le tira in faccia dell’acido sfigurandola. Le ustioni, devastanti, corrodono anche il dorso della sua mano destra. Quella stessa notte viene arrestato come mandante dell’aggressione Luca Varani, avvocato, che con Lucia aveva avuto una tormentata relazione troncata da lei nell’agosto del 2012 e che, secondo la magistratura, aveva assoldato per l’agguato due sicari albanesi, pure loro poi arrestati. Come avviene in molti, troppi episodi di violenza contro le donne, anche in questo caso è stato l’abbandono a innescare la miccia del risentimento. Lo schema è classico. Il possesso scambiato per amore, la rabbia che diventa ferocia, fino all’essenza della crudeltà: l’acido in faccia. In questo libro Lucia Annibali ripercorre la sua storia con quell’uomo, dal corteggiamento al processo, passa in rassegna i momenti dell’emozione e quelli della sofferenza,  racconta l’acido che scioglieva il suo viso e i mesi bui e dolorosissimi, segnati anche dal rischio di rimanere cieca. Per la sua tenacia, la sua determinazione e il coraggio di mostrarsi, oggi Lucia è diventata un’icona, punto di riferimento per tutte le altre donne. Io ci sono, edito da ControTempo, è un libro importantissimo soprattutto per tutte le Lucie ancora prigioniere di un non amore.

 

 

 

26 aprile 2014

Un giorno è un anno è una vita – La biografia di Fassbinder  scritta da Jürgen Trimborn

Fassbinder-webQuella di Jürgen Trimborn è la prima biografia di Rainer Werner Fassbinder. In Un giorno è un anno è una vita, edita da Il Saggiatore,  Trimborn ha raccolto le parole di Fassbinder e i ricordi dei suoi amici, ha setacciato ogni archivio per costruire un ritratto smisurato e trasgressivo che lascia parlare fatti, documenti e film. Ne emerge l’immagine del cineasta tedesco visto come un uomo tirannico e fragile, senza riguardi per se stesso e per chi gli sta intorno; un grande artista, che non ha mai perso di vista il suo desiderio più intimo, lo scopo di una vita: fare film. Una vita bruciata in soli trentasette anni votati al cinema,  al teatro, e anche a televisione, amore, sesso, uomini, donne, alcol, droghe… Regista radicale, outsider del Nuovo cinema tedesco, sceneggiatore precocissimo, teatrante geniale, attore dal talento multiforme, avversario di compromessi e soluzioni facili, Rainer Werner Fassbinder negli oltre quaranta film girati in soli tredici anni accetta il rischio di non piacere. La vita è per lui arte e storia: aggressività e violenza, componenti imprescindibili del privato, riflettono i conflitti che esplodono nella società, indici di un male tutto occidentale in un’Europa nettamente spaccata fra Est e Ovest. Fassbinder  riesce a scrivere un pezzo indimenticabile di storia del cinema. Combinando linguaggio formale e modalità narrative dei melodrammi e dei film gangster hollywoodiani, si confronta con il passato nazista, con il miracolo economico, con il terrorismo della Raf. Inventa delle star (da Hanna Schygulla a Barbara Sukowa ad Armin Müller-Stahl), parla al grande pubblico con Il matrimonio di Maria Braun e a quello raffinato del cinema d’autore con Le lacrime amare di Petra von Kant. In televisione porta la sua opera più spregiudicata e sperimentale: Berlin Alexanderplatz. Nel contrasto tra il bianco abbagliante e freddo di Veronika Voss e la calda «overdose di oscurità» di Querelle, i due film che chiudono la sua parabola artistica e insieme la sua esistenza, fa affiorare tutto il suo universo di sogni, ambizioni, realtà.

 

24 aprile 2014

Anch’io sono scrittura. L’autobiografia di Octavio Paz

Octavio-Paz-webPer festeggiare il centenario di uno dei più autorevoli intellettuali di tutti i tempi, il Premio Nobel messicano Octavio Paz, è recentemente uscito questo prezioso libro autobiografico. Costruito dal curatore Julio Hubard sulla base di una serie di articoli, frammenti, saggi e versi di Paz, il libro ripercorre la vita e l’opera dell’autore in ordine cronologico, dall’infanzia fino agli ultimi giorni, passando per la formazione letteraria, la passione politica, l’amore per la poesia, i viaggi, i riconoscimenti, la malattia, i ricordi personali. Un approfondito riesame di alcuni dei momenti fondanti della storia sociale, politica e artistica del Messico e del suo poeta più appassionato. Traduzione di Maria Nicola, Sur Edizioni.

 

 

 

 

 

 

 

18 aprile 2014

Vivere per raccontarla, Gabriel Garcia Marquez

Marquez-web“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla”.

Gabriel García Márquez è morto a Città del Messico a 87 anni. È stato uno dei più grandi scrittori del Ventesimo secolo, Premio Nobel nel 1982, con Cent’anni di solitudine (1967) ha ottenuto il successo a livello internazionale con 50 milioni di copie tradotte in 25 lingue. Fra le sue opere principali ricordiamo: Cronaca di una morte annunciata, L’autunno del patriarca, Nessuno scrive al colonnello, L’amore ai tempi del colera, Il generale nel suo labirinto, tutte negli Oscar Mondadori. È del 2002 la sua biografia, Vivere per raccontarla (Mondadori) in cui ha raccontato gli anni dell’infanzia e della giovinezza: dalla nonna che lo incantava con le sue storie, alla vita condotta nei quartieri malfamati di Bogotá, mentre si formava quell’immaginario fantastico che ha dato vita a Cent’anni di solitudine, romanzo chiave del realismo magico ibero-americano e agli altri capolavori.

 

 

 

 

 

 

7 aprile 2014

Eugenio Scalfari, Racconto autobiografico

Eugenio-ScalfariIn Racconto autobiografico (Passaggi Einaudi), Eugenio Scalfari fa un  bilancio della propria esistenza che definisce “non serena, ma fortunata e felice”.  Il racconto parte e si snoda dalla casa dell’infanzia a Civitavecchia, con il balcone sul mare, alle aule del liceo Cassini di Sanremo, dove incontrò Italo Calvino,  compagno di banco e amico. Narra poi degli anni dell’università e del primo lavoro di giornalista per “Roma Fascista”, svolto con un piglio tanto critico che ala fine gli costò l’espulsione dal GUF. Né mancano  l’incontro con Pannunzio e Benedetti, l’attività politica, l’avventura de La Repubblica e le tante storie private. Sullo sfondo del racconto autobiografico si muove la storia del Paese da cui emerge il ritratto dello Scalfari uomo e della sua vita fuori dal comune.

 

 

 

 

 

 

 

 

3 aprile 2014

La biografia di Marguerite Duras di Sandra Petrignani

Marguerite-sandra-petrignaniCon Marguerite, Neri Pozza, il libro che racconta la vita di Marguerite Duras ripercorrendola dall’infanzia fino al delirio alcolico della vecchiaia, Sandra Petrignani ha elaborato una biografia che è insieme la storia di un personaggio reale  e di un’epoca straordinaria della cultura mondiale. Infatti, narra di una vita irripetibile che si è intrecciata al colonialismo, alla Resistenza, al Partito comunista francese – con l’adesione prima, la ribellione e l’espulsione poi – al ’68, al femminismo, all’École du Regard, alla Nouvelle Vagu, Negli stessi anni ha vissuto molti amori, è stata scrittrice e regista cinematografica.  Dopo la vittoria al Goncourt e il successo del romanzo ispirato al suo primo amore, L’amante, ha conquistato un’enorme platea di lettori, ha goduto di molti successi ed è stata anche sconfitta, ha sofferto, infine è approdata all’alcolismo e alla depressione.  In tarda età ha scoperto che nessun successo, nessun amore potevano preservarla dal male di vivere, infatti,  «nessun amore vale l’amore» e «scrivere non insegna altro che a scrivere».

 

 

 

 

 

 

1 aprile 2014

Italo Lupi, Autobiografica grafica

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Autobiografia grafica, è il titolo del nuovo libro edito da Corraini editore, scritto da Italo Lupi. Il designer e architetto si racconta in questo testo presentando la sua vita e la sua attività professionale con una pubblicazione che rappresenta il lavoro, anche inedito, che Lupi ha svolto per aziende, spazi pubblici, iniziative culturali e politiche. Nel libro sono ricordati vari progetti, dalla Rinascente, alla IBM Italia, dalla Triennale di Milano, all’esperienza come art director di Domus fino alla sua attività di direttore responsabile e art director di Abitare. L’autobiografia si articola in cinque sezioni, Tutto comincia con i poster che Lupi disegnava ancora al ginnasio. Lontano dall’essere un romanzo, l’opera presenta una ricca raccolta di materiale iconografico (in gran parte inedito) alternandolo alle testimonianze di critici, giornalisti e amici che hanno condiviso con l’autore parte del suo cammino. Il progetto editoriale, curato personalmente da Italo Lupi, non ha un assetto tradizionale ma copre il lavoro di quaranta anni attraverso immagini, commenti, citazioni o articoli pubblicati su riviste per le quali Lupi ha lavorato.

 

 

 

 

27 marzo 2014

La Musica è pericolosa, autobiografia di Nicola Piovani

Nicola PiovaniLa vita di Nicola Piovani, uno dei musicisti più noti e amati nel mondo, è tutta incentrata nella musica e negli incontri che essa ha favorito, come quelli con Ennio Morricone, Manos Hadjidakis, con Federico Fellini e Mario Monicelli e con il pubblico che negli anni lo ha seguito nei teatri, nei cabaret. Nelle pagine de La musica è pericolosa, edita da Rizzoli, Nicola Piovani, ricorda com’è cambiata la sua vita con l’arrivo in casa della Lesaphon Perla, la fonovaligia acquistata per le feste da ballo di suo fratello e che lui utilizzava per ascoltare Bach e Beethoven. Racconta come sono nate molte delle musiche che ha composto prendendo ispirazione anche dalla sua infanzia, come La banda del pinzimonio composta per Roberto Benigni, la combinazione mi-fa-sol di Il bombarolo scritta per Fabrizio De André o la canzone Quanto t’ho amato, scritta con l’amico Vincenzo Cerami con cui ha collaborato per anni. Ma racconta anche episodi scherzosi, momenti di allegra goliardia e spiega come la musica sia per lui un modo di raccontare la vita ricordando le tante occasioni in cui  un’aria, un suono, lo strepito di una banda o l’eco di un’orchestra hanno determinato quel fantastico sentimento musicale che fa parte del vivere di chi sa amare e interpretare il vigore delle note.

 

 

 

 

 

27 marzo 2014

12 anni schiavo, l’autobiografia di Solomon Northup

Solomon Northup12 anni schiavo, pubblicato da Newton Compton, racconta la straordinaria storia di Solomon Northup che, nato libero, fu rapito a Washington nel 1841 e costretto in schiavitù per dodici lunghissimi anni. Le sue memorie sono state pubblicate per la prima volta nel 1853.  Northup fu drogato, catturato  e portato al mercato degli schiavi da due mercanti che avevano finto di mostrare interesse per le sue doti di violinista. Lì lo obbligarono a tacere sul fatto di essere nato libero, pena la morte. Da qui iniziarono dodici anni di schiavitù, di violenze, brutalità in cui fu obbligato a lavori massacranti, venne assalito con un’ascia, minacciato di morte, fu costretto a uccidere per salvarsi. Solomon Northup sperimentò sulla sua pelle una delle pagine più tristi della storia americana mentre dall’altro lato il Paese cresceva e si sviluppava. Quando Northup era ormai disperato ebbe la fortuna di incontrare un bianco che, a differenza degli altri, si dimostrò disposto ad aiutarlo. A lui poté affidare una lettera da consegnare a sua moglie, per farle sapere che era ancora vivo. Da qui la svolta e finalmente tutto cambiò. Dal libro è stato tratto l’omonimo film del 2013 diretto da Steve McQueen; ha vinto il Premio Oscar come miglior film nel 2014.

 

 

 

 

 

 

25 marzo 2014

Ricordati di vivere, autobiografia di Carlo Martelli

Claudio MartelliRicordati di vivere, edita da Bompiani, ripercorre trent’anni di storia italiana ed europea e racconta la vita pubblica e privata di Carlo Martelli lette attraverso l’impegno e la passione civile unite a quelle del cuore. Martelli associa il tema della politica e la confessione esistenziale facendo una rilettura disincantata delle vicende che ha attraversato dal ‘68 all’incontro con Bettino Craxi qui descritto non solo nel ruolo politico, ma anche in quello più privato, dal caso Moro all’epopea laica e socialista degli anni ottanta, dall’incontro con Giovanni Falcone alle stragi di mafia, a Mani pulite fino al crollo della Repubblica. Nelle pagine di questo memoir, oltre a Craxi e Falcone, troviamo i ritratti di François Mitterrand e Willy Brandt, di Berlinguer e Andreotti, di De Mita e Forlani, di Marco Pannella, Adriano Sofri e Raul Gardini. Claudio Martelli racconta il periodo e anche se stesso senza sconti e neppure animosità, allo scopo di guardare in modo diverso a un passato recente che riguarda tutti e per tentare di capire i motivi profondi di una crisi politica che ancora ci coinvolge.

 

 

 

 

 

8 marzo 2014

Tener viva la speranza, memoir di Hawa Abdi, con Sarah J. Robbins

Tener viva la speranza, memoir di Hawa AbdiScritto da Hawa Abdi, medico ginecologo, con la giornalista Sarah J. Robbins e pubblicato da Vallardi, Tener viva la speranza è un memoir che racconta la storia di una vita in modo avvincente. La biografia romanzata di Hawa Abdi, sessantasette anni di cui oltre quaranta dedicati ai più deboli, bambini, donne, anziani che spesso hanno trovato riparo nel suo ospedale alle porte di Mogadiscio, ha come sfondo lo Somalia, teatro per decenni di una guerra civile, delle lotte tra gruppi rivali e vittima di esplosioni di integralismo islamico. Hawa, rimasta orfana di madre a dodici anni, cresce le sorelle più piccole insieme alla nonna materna e al padre poi va in Unione Sovietica per diventare medico e incontra Aden, uno studente che sposerà in seguito. Una volta tornata in patria, la coppia avvierà il progetto di un ospedale pensato per le esigenze della gente di campagna. Nato come un ambulatorio nel tempo diverrà una struttura da quattrocento posti letto. Hawa Abdi ha portato avanti il suo progetto tra mille vicissitudini, pagando senza sconti il prezzo della guerra e ricominciando più volte daccapo. Hawa ha avuto numerosi riconoscimenti internazionali e la sua attività è sostenuta da una Fondazione che ha sostenitori in tutto il mondo. Ha sempre mantenuto il suo impegno anche a scapito della vita privata, senza mai cedere.

 

 

 

 

 

28 febbraio 2014

Schulz e i Peanuts, la vita e l’arte

Charles SchulzDopo anni di lavoro David Michaelis ha concluso la biografia di Charles Schulz intitolata Schulz e i Peanuts, la vita e l’arte del creatore di Snoopy, Charlie Brown e co., pubblicata da Tunuè.
Schulz, figlio unico di un padre particolarmente severo, ha faticato parecchio per intraprendere quella carriera che gli ha permesso di sviluppare la sua passione di fumettista. Infatti, fu sempre ostacolato dalla famiglia che considerava i fumetti come i libri, il cinema e la musica, attività inutili e superflue. Nonostante il carattere timido e introverso, Shulz fu tanto tenace da riuscire a diventare il fumettista più famoso di tutti i tempi. Ecco di seguito alcuni aneddoti su di lui. La striscia dei Peanuts è stata pubblicata per 50 anni e tradotta in più di 20 lingue.
“Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria o momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta”. Umberto Eco

 

 

 

 

 

25 febbraio 2014

Nick Bollettieri, la biografia di una leggenda

Nick BollettieriPer gli appassionati di tennis, ma non solo, è uscita la biografia di Nick Bollettieri, Bollettieri: Changing the Game, scritta da Bob Davis, ex CEO dell’Ashe-Bollettieri Cities Tennis Program, socio di Bollettieri per oltre trent’anni e memoria storica del grande Nick. Il libro racconta la storia della sua vita, dagli inizi nella periferia di New York fino ai trionfi sul campi di Wimbledon, Roland Garros, Australian Open e U.S. Open.
Considerato forse il migliore coach di tutti i tempi, Bollettieri è il fondatore della Nick Bollettieri Tennis Academy a Bradenton, Florida, ora IMG Academy, ha inventato un metodo diverso per fare buon tennis riuscendo a indirizzare su un nuovo percorso questa disciplina a livello mondiale. Inoltre ha contribuito a portare al successo tennisti del calibro di Andre Agassi, Serena Williams, Venus Williams, Maria Sharapova, Jim Courier, Boris Becker, Monica Seles, Marcelo Rios, Jelena Jankovic, Anna Kournikova, Tommy Haas, Kei Nishikori, Sabine Lisicki e molti altri.

 

 

 

19 febbraio 2014

Oriana Fallaci, la biografia

Oriana Una donnaLa biografia di Oriana Fallaci scritta da Cristina De Stefano, intitolata Oriana, una donna pubblicata da Rizzoli, è stato realizzato attingendo ai diari privati della giornalista.
Grazie alle carte inedite e alle testimonianze fatte di memorie e ricordi raccolti tra chi l’ha conosciuta, Cristina De Stefano, scrittrice, critica letteraria e scout di nuovi best seller, ha dato vita alla ricostruzione di una figura di donna moderna, audace e davvero sempre libera nelle scelte.
Oriana Fallaci, fiorentina, è senz’altro la giornalista italiana più famosa del Novecento, ha iniziato la professione giovanissima, subito dopo il liceo classico, e ha saputo imporsi con successo in un ambiente tipicamente maschile in cui all’inizio veniva guardata dall’alto in basso. Soprattutto ha fatto volare la fantasia delle generazioni che oggi sono nei pressi dei sessant’anni, mostrandosi in mimetica in Vietnam o nel deserto con Gheddafi. Ha scoperto l’America negli anni Cinquanta e si è trasferita a New York negli anni Sessanta. È stata la prima donna in Italia ad andare al fronte, in Vietnam nel 1967, in qualità di inviata speciale per L’Europeo. Come scrittrice, con i suoi dodici libri ha venduto venti milioni di copie in tutto il mondo.
In “Oriana, una donna”, Cristina De Stefano racconta con maestria la storia di una ragazza che è diventata grande in fretta in una famiglia povera di antifascisti e ha vissuto Resistenza; ne svela poi gli aspetti più intimi, quelli che ce la fanno conoscere meglio superando il limite del suo famoso “cattivo carattere” e ricordandocela come una Donna che anche nel privato ha sempre rivendicato il diritto di vivere senza tabù, come un uomo, con “un ventre e dei desideri”. Un ritratto biografico perfettamente riuscito.

 

 

 

 

 

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