serra-16-maggio--web“VIVA l’innovazione, il libro elettronico, il print on demand (si stampano solo le copie acquistate e si evitano le valanghe di resi), il fecondo rapporto tra nuove tecnologie e cultura. Ma mette un brivido sentire (intervistato su Radiorai) non so quale boss di Amazon sentenziare che in un futuro prossimo «a decidere quali libri stampare e quali no saranno le community dei lettori, non gli editori». In apparenza è un allargamento “democratico” delle decisioni, un colpo all’elitarismo intellettuale. In sostanza, è il definitivo asservimento della cultura ai gusti di (presunte) maggioranze, e fa venire in mente l’aforisma di Marcello Marchesi sulla società di massa: «mangiate merda, miliardi di mosche non possono avere torto». La dittatura del mercato incarna il sogno del signor Amazon ma anche l’incubo delle minoranze, dei curiosi, degli irrequieti, o più semplicemente dei veri innovatori (che faranno le fortune future anche di Amazon). Il rischio intellettuale non è vidimabile da una serie di “mi piace”. L’attuale, imperfettissimo sistema editoriale va da scemenzuole di successo come le Sfumature di grigio a splendidi e sparuti libri di poesia, con tutta la gamma intermedia. Mi chiedo quale “community” sarebbe in grado di scegliere, e di sbagliare, con tanta libertà e con tanta varietà. Il conformismo è la via più rapida, feroce ed efficace per distruggere pensiero e poesia. Per saperlo bisognerebbe — per esempio — leggere Álvaro Mutis. Ma la “community” di riferimento del signor Amazon terrebbe in catalogo Álvaro Mutis?” Da La Repubblica del 16/05/2015

Capisco il ragionamento di Serra, ma non concordo. Penso che ognuno potrà trovare il proprio spazio attraverso percorsi nuovi e diversi. L’editoria si sta trasformando, il settore sta attraversando una vera e propria rivoluzione. Quando l’orizzonte tornerà a schiarirsi e il polverone decanterà, scopriremo che qualche nuovo alberello è spuntato tra le macerie. Penso anche che nulla vieti agli estimatori della poesia, di Álvaro Mutis o di chicchessia, di costituire la propria comunità. La vera sfida, forse, sta nell’indirizzare i giovani a essere curiosi fuori dagli schemi. E questo dovrebbe essere uno dei compiti della scuola.

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