Ogni volta che torno a casa è un momento speciale, non importa che il mio viaggio sia durato una settimana o un mese, che mi sia spostato di poche centinaia di chilometri o sia andato all’altro capo del mondo.
Questa volta sono partito all’improvviso e ho lasciato un sacco di cose in sospeso, una in particolare. Sto parlando della promozione del libro che ho scritto con Susanna e con lei non c’è da scherzare. La mia ghost è veramente pressante.
La sentirò domani. Lei sa che ho bisogno dei miei tempi, dei miei spazi, eppure mi sta sempre con il fiato sul collo. Ha ragione, il libro è importante. Racconta di un uomo che infila una serie di scelte sbagliate, errori che gli compromettono la vita fino quasi a un esito estremo e poi…
Sono gli stessi sbagli in cui incorrono tanti anche oggi. Ragazzi come Jacopo, il figlio del mio meccanico cui ho dato una lezione a Nizza. È la moda dello sballo. Mi capita spesso di incontrare giovani che nel fine settimana si riempiono di alcol o altro e poi fanno risse, si appassionano solo al calcio e discutono e litigano e pare che stiano parlando dei massimi sistemi per risolvere chissà quali problemi. Scopriranno tardi che ciò che ora sembra bello e divertente può essere sbagliato. Io lo so. Certe dipendenze, che alcuni chiamano vizi, sono una malattia che ti porta via a te stesso. Al tuo posto resta solo un fantasma.
La verità è che sono stanco, ho bisogno di una vacanza vera, lontano da tutto. Un bel viaggio, magari in Oriente, tempo per me, per meditare.
Sapete che c’è? Domani scelgo una meta, riempio lo zaino e compro un biglietto per la fine del mondo, senza internet, e non porto neppure il satellitare. Poi chiamo Susanna, anzi, le lascio un messaggio. Le passo la staffetta. Au revoir ma chérie!

P.S. Renato non sa che Jacopo si farà vivo con me, lui parte e lascia la sua ghost writer a fare i conti con ciò che lascia indietro. Prossimamente La scelta di Jacopo, a puntate su questo blog.

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