Mi sono messa a cercare in rete tra i fatti di cronaca recenti. È stato facile trovare l’articolo di un giornale locale. È scritto in modo sciatto e racconta della breve vita di Riccardo Salutati, detto Poppo e, soprattutto, della sua fine.
Il ragazzo, diciassette anni, figlio esemplare del proprietario del locale supermercato di catena, famiglia agiata, anche un fratello più grande che ormai vive da un paio d’anni negli Stati Uniti, era un tipo tranquillo, studente del locale liceo scientifico, nessuna stranezza. La polizia ha catalogato la sua morte come un banale incidente finito in tragedia: secondo loro, Poppo ha perso l’equilibrio ed è precipitato dal muretto della chiesa per un’imprudenza. Un volo di cinque metri che gli è stato fatale. L’ipotesi è avallata anche dalle testimonianze degli amici presenti al fatto.
Ma come? Nessun accenno ad alcol e sostanze. Eppure Jacopo aveva detto… Il cellulare mi vibra in tasca.
«Ti devo parlare subito.» Anna si mette di mezzo sempre nei momenti più sbagliati e non spreca neppure un saluto.
«Non puoi irrompere nel mio tempo in questo modo.» Questa volta sono davvero seccata.
«Mi devi aiutare. Ho fatto una scoperta che non mi piace.»
«Quel pover’uomo del tuo amministratore di condominio si è ripreso?»
«Non si tratta di lui» risponde secca. «Il mio vicino di casa spaccia coca.»
«…»
«Sei lì? Non dici niente?»
È passata quasi una settimana dal mio incontro con Jacopo e ora Anna mi riaggancia alle sostanze. Ovunque ti giri ne trovi, magari qualcuno dentro casa tua ne fa uso e tu non lo sai. Guardo la pelosa che dorme sul tappeto, quello nuovo. In casa mia nessuno fuma o altro, ho delle certezze al riguardo. Io e lei abitiamo sole.
«Dai, racconta.» Ora Anna ha tutta la mia attenzione. Questo storia di condominio potrebbe essere lo spunto per qualcosa, ancora non so. Prendo il blocco degli appunti e la penna, a ogni buon conto.
«Il mio vicino, un antipatico! Parlava al telefono con qualcuno e non ha chiuso la porta finestra del terrazzo. Sai, confina con il mio. Io e quello lì abbiamo avuto una discussione e non ci parliamo. Lui tiene sempre tutto chiuso, ma fa davvero caldo e… Parlava con uno non so di dove, era arrabbiato. Diceva che la polizia poteva arrivare a lui.»
«Non ho capito niente di quello che hai raccontato»
«Sei lenta! Picone, il mio vicino, ha detto: “Mi spiace per tuo figlio, ma stai attento. Se ti fanno una perquisizione nel supermercato viene fuori un casino.” Poi c’è stato silenzio, forse parlava l’altro e dopo Picone si è messo a gridare: “Guarda che tre chili di coca non sono uno scherzo e poi mi devi ancora saldare, stronzo!”.»
Supermercato. Mi spiace per tuo figlio. Continuo a scrivere e riscrivere queste parole sul taccuino, ma la mia testa è altrove.

 

Le puntate precedenti:
Luce tra le rovine
La lettrice notturna
Una serata così
Sotto stretta sorveglianza
La Violante
Ti regalo un libro
Jacopo ha letto il libro
Volevo parlare con te
Mica sono un tipo pericoloso
Il tempo a disposizione sta per scadere
Proprio da me doveva venire?
Le nove e venti, lui è ancora qui

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