Cercavo di trattenere il fiato per non disturbare i suoi pensieri. Jacopo doveva prendere una decisione che avrebbe influenzato tutta la sua vita.
«Se non fosse stato per quel Picone lì, il Poppi sarebbe ancora nella compagnia. Non era uno tanto brillante, ma era bravo.»
Chissà qual era il suo parametro di giudizio. Il Poppi uno bravo? E per cosa? «Magari ci è già andato di mezzo qualcun altro e non lo sappiamo» ho insinuato. «Il padre di Poppi ne sa qualcosa.» Un’ipotesi che ora aveva fondamento.
Jacopo ha reagito come una furia: «Di sicuro. Quando sono andato al supermercato per dirgli che mi spiaceva, è andato fuori di testa. Anche sua moglie, ma in modo diverso. Che il padre avesse qualcosa da nascondere io l’avevo già capito». Si tormentava le mani mentre parlava, poi ha tirato fuori le sigarette, ma si è limitato a carezzare il pacchetto. La Smart odora di pino.
Siamo rimasti a parlare per un’ora, con il motore sempre acceso.
«Non devono passarla liscia e adesso sappiamo anche dove abita Picone. Voglio raccontare tutto alla polizia. Anzi, no. Ai carabinieri, in caserma ci sta uno che conosco, l’amico del fratello di un mio amico.» Ci era arrivato, bravo! Jacopo è un bravo ragazzo, intelligente. Uno che sa distinguere fatti e persone.
«Ti accompagno?» ho proposto, senza alcuna voglia.
«No, grazie.» Mi ha sorriso. «Adesso vado a parlare con mio padre. Magari la penserà diverso, ma io non cambio idea. Faccio quello che devo fare.»
«E poi?»
«Poi vado via. L’avevo già in programma.» Sottovoce aggiunge: «Dopo che avrò spifferato tutto, qui non ci sarà più posto per me».
«Dove?» ho chiesto, sollevata. Per lui è la cosa migliore, però che mondo storto! Se fai una cosa giusta ti tocca nasconderti.
«Londra.» Aveva strizzato l’occhio. «Là c’è qualcuno che mi può aiutare. Un tale, si chiama Julian Patel, è un mercante d’arte, amico di un nostro comune amico.» Senza darmi il tempo di fiatare, mi ha stampato un bacio sulla guancia ed era già fuori dalla Smart, dentro l’onda di calore. Mentre la portiera si stava chiudendo mi è arrivato l’eco della sua voce: «Salutami la tua palla di pelo».
Era scomparso dentro il portone. (Fine)

 

Le puntate precedenti:
Luce tra le rovine
La lettrice notturna
Una serata così
Sotto stretta sorveglianza
La Violante
Ti regalo un libro
Jacopo ha letto il libro
Volevo parlare con te
Mica sono un tipo pericoloso
Il tempo a disposizione sta per scadere
Proprio da me doveva venire?
Le nove e venti, lui è ancora qui
Un banale incidente
Adesso cosa devo fare?
Siamo rimasti a parlare chiusi nella Smart
Quello lì lo conosco. È lui che ci dava la roba

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