IMG_20160118_143629_4“E’ una biografia che lascia un segno. I personaggi nuotano nel fondo della boccia, accanto a Renato. Scendono tutti le scale con lui, ma qualcuno si ferma prima per non cadere nell’abisso.” Citazione dalla recensione di Samantha Terrasi.
Qualche giorno fa avevo trovato un post di Samantha su la pagina Facebook de La regola dell’eccesso che preannunciava il suo commento con queste parole: “Mi aveva conquistato il titolo e l’immagine di copertina. Ieri sera l’ho finito, e sono molto contenta di averlo letto. A breve scriverò la mia recensione ma per ora vi lascio il mio Complimenti”. Avevo scoperto il suo post la mattina sul presto, ed era stato un bel modo di iniziare la giornata. La Terrasi ha analizzato i personaggi de La regola dell’eccesso arrivando a conoscerli così bene da cogliere appieno lo spirito con cui hanno attraversato la storia narrata in questo romanzo autobiografico che, lo ricordiamo, prende spunto da fatti reali, persone vere, lacrime e sangue versati. Una lettura attenta e anche intensa, quella di Samantha. Grazie.

Qui il link alla recensione: http://www.samanthaterrasi.it/la-regola-delleccesso-renato-tormenta-e-susanna-de-ciechi/

Qui il testo integrale della recensione di Samantha Terrasi:
“La prima volta che ho visto la copertina ne sono rimasta subito colpita. L’innocenza del bambino con i suoi occhialetti da nuoto pronto per qualunque piccola sfida e il titolo La regola dell’eccesso. Quale eccesso ci può essere? Un contrasto che mi ha incuriosita e non poco. Renato “Guaglionciello” nel cuore della madre che si diletta nel contrabbando delle sigarette, si imbarca sulla Brussels e comincia a navigare. La sua vita sembra un susseguirsi di accadimenti e avvenimenti che invece sono trama che si infittisce ad ogni capitolo fino all’incidente in un campo volo. Renato riapre gli occhi e quello che viene dopo non è un miracolo ma forse una condanna dell’esistenza. Cercare di sopravvivere a se stesso ma perché? Qualcosa non funziona.
“Forse ho incrociato il mio destino solo per un caso.”
Renato Tormenta cerca un assoluzione? O un colpevole? E la ricerca passa attraverso il disgregamento. Un uomo che si era rialzato ma che per camminare aveva bisogno di qualcos’altro. Il suo tormento era diventata la regola. Regola che si era trasformata in paura, ma di cosa?
Coca, eroina. Amiche che non perdonano, talmente fedeli che non ti lasciano mai. E Renato vive con il lettore questa altalena di entrata ed uscita da una vita che è anche un miraggio, da una parte gli viene regalato tempo per uscire dal tunnel e dall’altra è una condanna. Renato è nel mezzo. Non riesce ad assolversi ma non riesce nemmeno a condannarsi del tutto. Potrebbe farla finita in ogni momento eppure rimanda quel momento.
“Per lui non c’era dolcezza in fondo al dolore. La sofferenza era come una lama affilata che lo trafiggeva da parte a parte e poi insisteva nella sua carne allargando la pugnalata e sfilacciando e tormentando i bordi della ferita mentre il sangue fluiva fuori sempre più denso e nero.”
In alcuni tratti mi ha ricordato I ragazzi dello zoo di Berlino. La dipendenza che rende schiavi. Renato non ha problemi di soldi e questo rende tutto più facile o più veloce. Renato si insinua in una piaga del suo stesso corpo. Lui cerca di uscirne e sarà l’amore di una figlia non sua a spalancare qualcosa che pensava fosse chiuso ma questo non basta. Quel volo di Icaro che ha permesso a Renato di non volare alto ma di cadere sempre più a fondo lo fa sprofondare in un’altra amica. L’alcol, droga subdola. Ci si perde in un bicchiere specchiandosi. Renato vuole combattere ma tutte le volte qualcosa lo fanno arrendere a un bicchiere di troppo. Si condanna senza assoluzione.
E’ una biografia che lascia un segno. I personaggi nuotano nel fondo della boccia, accanto a Renato. Scendono tutti le scale con lui, ma qualcuno si ferma prima per non cadere nell’abisso. Giovanni, il fratello di Renato, lo aiuta, è la sua spalla ma anche lui deve scostarsi per non affondare. Il mare sembra la grande metafora. Prima sembra inghiottirlo ma non sarà lui a tenerlo negli abissi. La droga si sostituirà all’immensa distesa salata.
“Nei minuti che trascorse lì, da solo, tirò fuori quel sogno, quello più pazzo di tutti. Era un altro volo, un impulso che gli veniva dall’anima, con lui che diventava uno scrittore.”
Renato è un leone in gabbia che sbatte contro le sbarre. Vuole essere libero ma la libertà è un sogno. Un sogno che però ha un alba”.

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