Domenica scorsa Tessa Krevic è venuta a trovarmi. Viaggia spesso e ogni tanto capita a Milano, così abbiamo l’occasione per fare due chiacchiere. Vederci è sempre una festa, scrivere insieme un libro, in particolare un romanzo autobiografico come Tessa e basta, crea un legame speciale. Tessa ha attraversato una guerra eppure è rimasta una persona solare, disponibile, accogliente, aperta al sorriso. È un peccato che non possa mostrare il suo vero volto, ma debba celarsi sotto uno pseudonimo letterario; sono sicura che tutti coloro che l’hanno apprezzata leggendo il libro, se l’incontrassero l’amerebbero ancora di più. Alcune lettrici mi hanno chiesto di svelare qualche caratteristica di Tessa. Come ghostwriter non posso rivelare nulla dei miei narratori, tuttavia ho consultato Tessa e lei, ridendo, mi ha detto che sì, qualche cosa potevo dirla. Allora, sappiate che Tessa è golosa e cerca di convertire tutti coloro che le stanno accanto alla crema catalana. Ci ha provato anche con me domenica, ma io ho resistito anche se è stata dura. È un’ottima cuoca, ricordo una cena speciale a casa sua, quando ci siamo incontrate la prima volta; certi dolci della sua terra fanno ingrassare solo a guardarli. Posso anche esaudire la richiesta che mi ha fatto una lettrice alcuni mesi fa. Questa signora aveva letto il romanzo, le era piaciuto molto e mi aveva scritto in privato per chiedermi quale fosse il colore degli occhi di Tessa. La copertina del libro è l’autoritratto fatto da Tessa, come lei si ricorda a quindici anni. In quel dipinto lo sguardo è a terra per nascondere la paura e la disperazione di non poter vivere una vita normale. Ora Tessa mi ha mandato un altro autoritratto e gli occhi sono meravigliosi, azzurri, lo sguardo è diretto; ci sono ancora i colori che per lei rappresentano le contraddizioni della guerra, sono più sfumati e radi nello sfondo bianco. E vi assicuro che Tessa ora è proprio così, una donna che sa sempre superare le difficoltà e ritrovare il sorriso. Ciao, Tessa!

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