Un’oscurità trasparente di William Styron, scrittore americano divenuto famoso grazie a romanzi quali La scelta di Sophie e Le confessioni di Nat Turner, è nato a seguito di un intervento dell’autore a un convegno sul tema dei disturbi emotivi, seguito da un’intervista che Styron ha rilasciato nel 1989 alla rivista Vanity Fair. Il libro racconta, in chiave autobiografica, della grave forma di depressione che ha spinto l’autore fino alle soglie del suicidio. All’inizio egli individua il motivo scatenante della malattia nell’accentuarsi dell’ansia dovuta all’astinenza dall’alcol, ma finirà per riconoscere la presenza di un’impronta familiare che lo predisponeva fin dall’infanzia al rischio dell’insorgenza di un disturbo grave. Addirittura arriva a identificare l’espressione dei primi sintomi della depressione nel modo in cui ha caratterizzato alcuni personaggi dei suoi libri: scrivere forse gli era servito per tenere fuori il male, lontano da sé. Ma non era bastato.

Oscurità trasparente_ghost writerStyron racconta il dolore invisibile, perché non documentabile, che precipita chi lo subisce in abissi tanto profondi da portare talvolta a un gesto estremo: “La depressione è una disfunzione emotiva così misteriosamente dolorosa ed emotiva nel suo modo di farsi conoscere all’Io, o perlomeno all’intelletto raziocinante, da rasentare la totale indescrivibilità. Per questo risulta pressoché incomprensibile a coloro che non l’hanno sperimentata nella sua forma estrema…“. Tale era la situazione all’epoca in cui il libro è stato scritto e lo è anche adesso nella misura in cui la depressione è una malattia socialmente poco accettata.  Infatti,  vale ancora in certi casi quanto scritto dall’autore: “…avevo sottovalutato il numero di persone per le quali l’argomento era sempre stato un tabù, qualcosa da tenere nascosto e di cui vergognarsi.
Dalla fine degli anni Novanta, quando è stato scritto il libro, ad oggi, la psichiatria ha adeguato il percorso di diagnosi e cura alle diverse declinazione di questa patologia, ma Un’oscurità trasparente, per quanto lacunoso soprattutto nella parte finale, resta una lettura valida per coloro che soffrono di depressione o hanno qualcuno vicino affetto da tale patologia. In qualche modo aiuta a comprendere ciò che è quasi sempre intraducibile e lascia un messaggio positivo, di speranza.

Nota a margine.
Ho scoperto questo piccolo libro per caso, su una bancarella dell’usato in occasione della sagra ferragostana in un paesino di montagna. In alcune pagine ci sono delle sottolineature, segno evidente che chi lo ha letto era particolarmente coinvolto rispetto al tema della depressione. Riporto qui una delle frasi evidenziate che è attinente in modo straordinarie alle circostanze del ritrovamento del libro: “Non si trattava di un malessere inabilitante… e ancora gli riusciva di tenerlo sotto controllo, ma di tanto in tanto lo percepiva, questo stato d’animo plumbeo e velenoso color verderame, così incongruo nel mezzo della lussureggiante estate…“.

Un’oscurità trasparente di William Styron – Leonardo Editore, 1990

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