Tutto ciò che sono è un romanzo che racconta una storia vera, un’opera di quelle classificate come non fiction, cui è difficile attribuire un genere preciso. Amo particolarmente  questo tipo di testi, ne ho scritti anch’io come ghostwriter, sono libri utili che portano sempre un arricchimento e contribuiscono a colmare i buchi della nostra ignoranza.
Scritto dall’autraliana Anne Funder, Tutto ciò che sono mette in scena il periodo antecedente la seconda guerra mondiale e offre uno spaccato di ciò che accadde durante l’ascesa di Hitler raccontando di un pezzo di storia di cui sapevo molto poco. I protagonisti del romanzo sono un gruppo di attivisti, personaggi reali, che si mettono in gioco per tentare di contrastare la presa di potere del nazismo e, naturalmente, il mondo non li ascolta. Voci narranti sono quelle di Ruth Wesemann e Ernst Toller, l’intellettuale che fu coscienza della sua epoca e di cui confesso, non sapevo nulla prima di leggere questo libro. Raccontano, in capitoli alterni, ciò che accade attraverso la storia di Dora Fabian, la cugina di Ruth e l’amore di Toller, bellissima figura di donna coraggiosa e moderna a tutto tondo, in un crescendo di paura e di disperazione che va di pari passo con l’evolvere della Storia e l’inutilità dei loro sforzi contrastati dalle difficoltà di una vita in esilio, dai tradimenti che deviano ineluttabilmente il corso degli eventi, deragliando i loro sogni di giustizia e solidarietà verso il caos di un mondo infernale. Qui tutti i giusti sono perdenti e vincono il male, l’indifferenza, l’ignoranza. Leggendo questo libro è impossibile non fare delle analogie con ciò che sta accadendo intorno a noi, oggi.

L’incipit: “Quando Hitler prese il potere ero nella vasca da bagno. Il nostro appartamento dava sulla Schiffbauerdamm, vicino al fiume, nel cuore di Berlino. Dalle finestre si vedeva la cupola del palazzo del parlamento. La radio in salotto era accesa a volume alto perché Hans potesse sentirla dalla cucina, ma a me non arrivavano altro che grida e acclamazioni, come per una partita di calcio. Era lunedì pomeriggio“.

Citazione sparse:

“... gli presi le mani. I suoi occhi erano lucidi e smarriti. Una cosa era reinventarsi nel proprio paese e nella propria lingua, un’altra farlo in un luogo completamente sconosciuto. Richiedeva riserve di energia che forse non avevamo. Avrei voluto poterlo aiutare. «Stanno cercando di insegnarci a integrarci» dissi. Lui scrollò la testa. Il taccuino cadde per terra. «E cosa gli fa pensare,» la sua voce tremava di rabbia e di vergogna, «che vogliamo essere come loro?

“…  è la cosa più difficile, ridurre ai minimi termini tutto ciò che sono e dargli un valore”.

Che cosa credevo che sarei diventata? Ero già quella che ero; perchè avevo creduto di poter essere qualcosa di diverso? Era finita”.

L’autrice: Anna Funder  (Melbourne, 1966), giornalista, specializzata in lingua tedesca, ha frequentato la Freie Universität di Berlino. Ha prodotto documentari per la Abc australiana ed è stata ricercatrice e traduttrice per la televisione di Berlino Deutsche Welle. Con Feltrinelli ha pubblicato C’era una volta la Ddr (2005), vincitore nel 2004 del Samuel Johnson Prize della Bbc per la non-fiction, e Tutto ciò che sono (2012).

Anna Funder – Tutto ciò che sono – Feltrinelli, 2012, traduzione di Silvia Rota Sperti

 

 

 

 

 

 

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