Dimmi che vocabolario usi e ti dirò che scrittore sei. Certo, il tono della domanda è provocatorio, ma scommetto che molti il vocabolario neanche lo possiedono perché “quel che serve sapere è tutto nell’internet“. Niente di più sbagliato. Le parole sono uno degli attrezzi più importanti nella mia attività di scrittore fantasma e sul mio tavolo da lavoro il vocabolario è una presenza fissa da sempre. Per questo il 12 settembre ho voluto assistere alla presentazione della versione aggiornata del Devoto-Oli, anche in digitale, uscita a cinquant’anni dalla prima edizione. Il nuovo vocabolario si inserisce nel dibattito sulla conoscenza e sull’uso della lingua italiana nella società di oggi, sul suo stato di salute, sulle modificazioni dovute all’influsso dei social, richiamando la necessità di riappropriarsi della ricchezza lessicale, delle sfumature linguistiche e della varietà di registri che la contraddistinguono, a fronte di un impoverimento costante del linguaggio. Oggi il 6% degli italiani soffre di analfabetismo primario, cioè dell’incapacità di leggere e scrivere, per il 22% si parla di analfabetismo di ritorno (la perdita di competenze acquisite nel corso della vita), e il 42% patisce l’analfabetismo funzionale (incapacità di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nella vita quotidiana). Secondo Luca Serianni, linguista e curatore con Maurizio Trifone del Nuovo Devoto Oli, presentato alla Rizzoli in Galleria a Milano. «Sono due le maggiori criticità presenti nella lingua italiana scritta: la punteggiatura, che manca del tutto o viene spesso aggiunta come lo zucchero a velo sulle torte, e il lessico. Ci sono parole che stanno sparendo: come ciarpame e tante altre che i giovani, e non solo loro, non sanno utilizzare in maniera corretta in una frase, perché non ne conoscono il significato. Rischiano di perdere il contatto con la parte più alta e costruita della lingua e ciò comporta il diminuire le proprie competenze attive e passive». Serianni dice: «Il rischio è quello di perdere il contatto con la lingua più elevata e costruita per rispondere alle esigenze di un pensiero complesso. C’è un appiattimento, una rastremazione della lingua per quanto riguarda gli usi più corrivi rappresentati dagli sms, da twitter che sono comunque una realtà. Questo comporta una minore riflessione da parte dei ragazzi e anche degli adulti e ciò è evidente per chiunque. Si parla e si scrive senza riflettere; quando si scrive occorre un filtro rispetto a ciò che vogliamo dire e anche rispetto alle parole da usare». Di fronte alla deriva di una lingua «tanto amata dagli stranieri che ogni anno si impegnano per impararla», dice Annamaria Testa, pubblicitaria ed esperta di comunicazione, «il nuovo Devoto Oli si pone come una finestra di facile consultazione per affrontare le carenze e le difficoltà delle nuove generazioni. La manutenzione dell’italiano interessa la manutenzione del pensiero, delle relazioni, della capacità di lavorare e riguarda tutti».
Caratteristica principale del Nuovo Devoto-Oli è proprio l’attenzione alla contemporaneità del linguaggio, con un lungo e approfondito lavoro di riscrittura della maggior parte delle voci in maniera semplice, moderna e universalmente comprensibile, che guida il lettore all’uso corretto di una lingua complessa e in continua trasformazione. Tre le nuove rubriche di “pronto soccorso linguistico”: Per dirlo in italiano aiuta a trovare alternative alle parole inglesi superflue e difficili da capire, Parole minate aiuta a scrivere e parlare evitando gli errori più diffusi, Questioni di stile offre suggerimenti concreti per esprimersi in maniera appropriata rispetto al contesto e alla situazione. Non mancano i neologismi, che nel Nuovo Devoto-Oli sono 1500, tratti dal linguaggio dell’attualità e della politica (post-verità, Brexit), dell’economia e della finanza (bancare), della cultura e dei mass media (fake news, webete, ritirati sociali, food porn), di gerghi e regionalismi (ciaone, schiscetta) e delle mode (home restaurant, sfericazione).

Nella foto un momento della presentazione con Luca Serianni, Maurizio Trifone, Annamaria Testa e Giuseppe Antonelli.

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