“Io appartengo all’unica razza che conosco, quella umana”, la famosissima citazione è di Albert Einstein. Qualche “pensatore di casa nostra” non è d’accordo e lo ha ribadito anche di recente accreditandosi immediatamente nella categoria della razza dei cretini per i contenuti delle dichiarazioni rilasciate e, al contempo, anche in quella dei cretini di razza per avere subito dopo attribuito l’indecente uscita a un lapsus. 
Nella mia personale categorizzazione degli esseri umani l’unica variante che riconosco è legata proprio alla razza dei cretini, oggi in soprannumero rispetto al passato in virtù del fatto che non hanno alcun ritegno, non temono più di venire allo scoperto e manifestare la loro idiozia, anzi ne sono orgogliosi. Ogni tanto mi capita di incrociare lo sguardo di qualcuno che appartiene a questa categoria, del resto è impossibile evitarlo: sono davvero tanti. Da sempre ci sono quelli relativamente innocui, a partire dai maleducati che non rispettano le file e magari per passare avanti ti spintonano senza riguardo, o attraversano fuori dalle strisce, con il semaforo rosso. Altri tipi di cretini? Per esempio, chi fa avance non richieste e volgari; tra costoro la cretineria abbonda, ma non starò ad approfondire il tema qui, è troppo ampio. Salendo di livello, ecco quelli che sbraitano fregnacce su qualsiasi argomento, convinti d’avere il diritto di esporre i loro insulsi ragionamenti rispetto ad argomenti di cui non sanno nulla. Lo fanno di continuo perché ignoranza e arroganza ormai vanno a braccetto e la vergogna e il pudore non esistono più. Poi ci sono gli altri, i cretini insicuri che cercano di mascherare la loro natura salvo svelarsi nel momento in cui, durante una discussione appassionata, la foga del discorso li tradisce e si lasciano andare nel manifestare ciò che pensano, vomitando nefandezze. Accade a parecchi politici, figurarsi alle persone comuni! I cretini di razza, quelli che fanno carriera e magari arrivano a ricoprire incarichi di potere; sono i più pericolosi. Molti occupano ruoli chiave per la società, influenzano le nostre vite in modo negativo e, fenomeno da non sottovalutare, noi, presi dalla stanchezza e indifferenti a tutto, li lasciamo fare, smettiamo di difenderci pensando che non ne valga la pena. Alla fine ci stiamo incretinendo tutti e di sicuro ci sarà qualcuno incline a giudicare anche noi allo stesso modo. Facciamo una riflessione: in quanti pensano che siamo dei cretini? Se sono in tanti dovremmo preoccuparci, forse.
Temo che la deriva sia inarrestabile e, anche se la fantasia non mi manca, non riesco proprio a immaginare il futuro che è dietro l’angolo. Ho la sensazione che stia per arrivare uno tsunami.

I cretini sono sempre più ingegnosi delle precauzioni che si prendono per impedire loro di nuocere. (Legge di Murphy)

In attesa di capire come evolverà la “razza umana”, prendo le mie preacauzioni, le solite di sempre. La prima volta che entro in contatto con una persona che non conosco tendo le antenne per farmi un’idea di che tipo sia, per capire a quale “razza” appartenga. Questo vale tanto più se l’occasione è di lavoro. I potenziali clienti-narratori mi contattano in modi diversi e io valuto la forma e i contenuti della richiesta, inoltre apprendo molto sui miei interlocutori quando scelgono di contattarmi con una telefonata o, meglio ancora, se ci incontriamo su Skype o di persona. Abbiamo bisogno di studiarci, un “matrimonio” sbagliato tra narratore e ghost writer sarebbe un disastro per tutti e due, infatti occorre sviluppare una speciale empatia per scrivere insieme un buon libro. È un tipo di rapporto in cui nessuno dei due può permettersi un comportamento da cretino. Sarebbe come barare con se stessi.

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