Lo scorso 16 marzo il Comune Centro Valle, risultato dell’accorpamento dei comuni di San Fedele d’Intelvi, Castiglione d’Intelvi e Casasco d’Intelvi (provincia di Como), ha emesso un’ordinanza in cui intimava alla popolazione di utilizzare l’acqua potabile solo previa bollitura. Oggi, a distanza di un mese, nulla è cambiato; il servizio è ancora sospeso e nessuna spiegazione è stata data alla popolazione.

Io sono venuta a conoscenza del problema per caso, attraverso un Gruppo Facebook che pubblica notizie relative alla Valle. In Casasco non ci sono avvisi e, con grande stupore, ho notato che molti residenti avevano scritto sullo stesso gruppo di avere continuato, ignari, a bere acqua contaminata ben dopo il 16 marzo. Sul sito del Comune di Centro Valle non ci sono notizie al riguardo; per visionare l’ordinanza occorre fare una ricerca nell’Albo Pretorio.

Tra i vari commenti presenti in rete ce ne sono alcuni che danno delle possibili motivazioni: “In inverno molti animali muoiono rimangono le carogne. Ci sono ancora pozzi perdenti. In questa stagione avvengono micro assestamenti del terreno e così può capitare, come è già capitato nel passato, che alcune falde vengano contaminate. Inoltre il sistema idrico è alquanto compromesso e la manutenzione è, in questo momento molto bassa. Nulla di allarmante, ma la prudenza e il monitoraggio sono indispensabili. Sarebbe indispensabile anche la gestione della rete idrica, ma siamo nel limbo di un’amministrazione fatiscente. Lo dimostra anche il mancato avviso agli utenti di reti idriche collegate ma esterne al territorio comunale“.

Per capire cosa stesse accadendo, e perché vorrei trascorrere un po’ di tempo nella casa che ho lì, il 26 marzo ho scritto direttamente al Comune Centro Valle. Ecco le mie domande: qual è la situazione reale? il guasto è stato riparato? l’acqua ora è potabile? A tutt’oggi non ho ricevuto alcuna risposta scritta. Per saperne di più ieri, a circa un mese dall’ordine a non usare l’acqua potabile a Casasco d’Intelvi, ho telefonato all’ufficio tecnico del Comune Centro Valle che mi ha invitato al rispetto dell’ordinanza e non ha saputo darmi alcuna indicazione in merito al ripristino del servizio. 

ghostwriterNel cuore della Valle d’Intelvi occorre bollire l’acqua per cucinare, per lavare frutta e verdura, per lavarsi i denti ed è meglio non fare la doccia in presenza di ferite, eccetera.
Non sono riuscita ad avere una spiegazione chiara su cosa sia successo e neppure a sapere quando il servizio verrà ripristinato.
In sostanza, non mi è concesso avere accesso alle informazioni rispetto alla sospensione di un servizio di primaria importanza.

Una situazione simile, protratta per tanto tempo, procura non pochi disagi e danni. Non capisco l’inerzia dei residenti, non mi pare che si siano attivati per far sentire la loro voce e pretendere la risoluzione del problema ed è ormai trascorso un mese da quando vivono senza acqua potabile. Parecchi non sono ancora al corrente della situazione perché l’informazione è stata gestita in modo approssimativo, senza alcuna attenzione per la salute pubblica. Magari qualcuno sta ancora utilizzando acqua inquinata. Chi è preposto alla cosa pubblica dimostra di essere disorganizzato, indifferente alla tutela della salute pubblica, incapace di comunicare in modo trasparente con la popolazione, inoltre non si preoccupa di avere sospeso un servizio essenziale e delle conseguenze che ciò potrà portare.

Ho sempre pensato che l’accesso all’acqua potabile e a condizioni igienico-sanitarie di base costituissero diritti umani fondamentali; ho sempre creduto di abitare in un Paese in cui le questioni di tutela della saluta pubblica fossero tenute nel dovuto conto e di avere diritto a una corretta e trasparente informazione da parte della Pubblica Amministrazione. Forse una volta era così, oggi devo adeguarmi alla modernità fatta di incompetenza, involuzione, regressione, incapacità.

Da che ho memoria sento dire che rispetto al sistema dell’acqua potabile il nostro territorio è un disastro, le tubature sono un colabrodo, laghi, fiumi e invasi artificiali sono interrati dal fango e, poiché non vengono fatti gli opportuni interventi, la loro capienza continua a ridursi. Insomma, siamo messi malissimo e non siamo neanche attrezzati per recuperare l’acqua piovana come dovremmo. Naturalmente ci hanno sempre fatto credere che tutto ciò riguardasse soprattutto il Sud dell’Italia perché al Nord tutto funzione e la Pubblica Amministrazione e gli Enti preposti sanno come gestire il sistema degli acquedotti mettendo in atto le dovute tutele e manutenzioni. Tutto questo non vale nel cuore della Valle d’Intelvi.

 Immagine dal web

 

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