Ogni volta che un aspirante autore mi interpella per scrivere un libro, lo avverto: avrà pochissimi lettori. O meglio, lo leggeranno i parenti più stretti, gli amici veri, e forse qualcuno cui sta particolarmente antipatico. Se vive in una famiglia allargata e coltiva solide amicizie dalle elementari, magari il suo parterre di lettori sarà più ampio, altrimenti…

L’altro giorno mi sono imbarcata in una conversazione con un candidato autore particolarmente brillante.

“Sono informato,” ha esordito il mio potenziale cliente. “So che ormai non legge più nessuno. So anche che, a parte i lettori abituali, chi ci prova saltuariamente talvolta non riesce a seguire periodi troppo complessi, perde il filo della storia. Però io sono un lettore, fin da bambino, vedo che tutto ciò porta delle conseguenze e non riesco ad accettare quello che mi sembra un declino inarrestabile della letteratura.”

Trattengo un ghigno benevolo. Quest’uomo sa tutto, eppure vuole far scrivere il libro della sua vita a una ghostwriter. Se non è una contraddizione questa! Lascio perdere, non sta a me giudicare, non conosco le sue più intime motivazioni.

“La letteratura sta cambiando pelle,” rispondo. “Il suo ruolo arretra mentre si trasforma. Ora è un prodotto di consumo, quasi usa e getta. Basta guardare le statistiche dei generi che vanno per la maggiore; mi dà fastidio pensare a quante persone divorino romance scritti in tutte le possibili declinazioni, ma è un problema mio.”

“Non esistono più scrittori capaci di opere di spessore?” L’autore in pectore sembra deluso.

“Ci sono, eccome. Lavorano nel chiuso di stanze in penombra, nascoste in angoli remoti della casa. Non è facile scovarli.” Le mie parole tratteggiano un quadro assai datato, quasi muffoso. “Il grosso della produzione, i testi sciorinati nelle vetrine delle librerie e nelle homepage dei siti online, è intrattenimento. O peggio: ciarpame letterario.” Evito di aggiungere che molti scrittori non possiedono nemmeno gli strumenti di base del mestiere. Magari non sono neppure lettori, si limitano a consumare alcune tra le tante serie televisive, diventate ormai la principale fonte d’ispirazione. Da qui nascono la sciatteria, l’incapacità di applicare una grammatica corretta, gli errori ortografici e quel che segue.

“Le regole sono saltate quasi in ogni campo,” dice lui, scuotendo la testa.

“È un discorso difficile”, taglio corto. “È saltata anche la critica letteraria, quella di un tempo, competente e autorevole. Ora abbiamo i commenti dei blogger e le recensioni su Amazon che talvolta iniziano con: Libro consegnato nei tempi. Meglio non proseguire.”

Osservo il mio potenziale cliente. Il suo sguardo è perso nel vuoto, è ora di riportarlo al presente.

“Affrontare un progetto di scrittura richiede molto impegno. Si prenda tutto il tempo che le serve per pensarci.”

“No, ho già deciso.” Il suo sorriso è convinto. “Voglio farmi questo regalo: scriviamo insieme il libro della mia vita.”

 

Foto di G.C. da Pixabay

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