Quest’anno la manifestazione celebra il significativo traguardo del trentennale dalla sua istituzione con un’edizione dedicata al tema “Natura è Vita” e un focus sulla mobilità sostenibile…
La sesta edizione del Festival dei Sensi si svolgerà in forma diffusa presso antiche masserie e dimore storiche della Valle d’Itria eccezionalmente aperte al pubblico: luoghi…
Torna il Festival letterario abruzzese “Il Dio di mio padre”, IX edizione, dedicato allo scrittore italo-americano John Fante, che si terrà dal 22 al 24 agosto a Torricella Peligna (Chieti), paese di origine del padre Nick Fante. Il Festival, che c
A Santa Maria Maggiore torna Sentieri e Pensieri, la rassegna estiva curata dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, che porta gli autori in montagna, in quella incontaminata…
Italy in a Day è un esperimento di cinema collettivo che, grazie ai contributi della gente comune, ha portato alla realizzazione di un film documentario per raccontare un giorno nella vita degli italiani. La partecipazione era aperta a chiunque fosse dotato di una telecamera o di un cellulare per realizzare un filmato su una giornata della propria vita. Una sorta di mini-autobiografia sulle ventiquattro ore in video. Gabriele Salvatores si è occupato della selezione dei filmati ricevuti e li ha montati in un unico film che verrà presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia (27 agosto – 6 settembre) e documenterà la fotografia dell’Italia fatta dallo sguardo degli italiani. Tra i video selezionati per il montaggio finale di Italy in a Day, c’è anche quello che racconta il primo giorno di permesso di un detenuto, girato presso il carcere di Pistoia da Massimo Panocchi di Tvl. Italy in a Day, prodotto da RaiCinema, Indiana e Scott Free, è la versione italiana di Life in a Day, film girato il 24 luglio 2010.
Il Cleto Festival, un progetto socio-culturale ideato dall’associazione La Piazza nell’estate nel 2011, offre tre serate di musica, arte e incontri, legati da un filo conduttore, in un …
Andrew Crofts, 61 anni, forse il più grande ghost writer al mondo, quasi sicuramente il più pagato, si racconta oggi su Repubblica in un’intervista di Antonello Guerrera che definisce lo scrittore inglese come “uno scrittore fantasma produttore seriale di opere di successo che poi cede… . I suoi clienti sono vip, romanzieri soffocati dal tempo e nebbiosi sconosciuti”. Crofts spiega molto bene lo spirito che anima questo lavoro. Quando Il ghost writer raccoglie la storia di una persona, per scriverla deve assumere il punto di vista e il modo di sentire del narratore, condividere pensieri ed emozioni. Un lavoro intrigante ma faticoso il cui impegno va ben oltre la capacità di scrittura. Per quanto mi riguarda, scrivere è un’attività artigianale che nel mio caso è arricchita dalla relazione che, come ghost writer, sviluppo con la persona per cui scrivo, che sceglie di condividere con me la sua storia. Spesso mi capita di incontrare narratori (è così che mi piace definire i miei clienti) con storie straordinarie che trasformo in scrittura costruendo un’architettura capace di contenere azioni, pensieri ed emozioni di persone diverse. È molto complicato, ma di grande soddisfazione. Se tutto funziona a dovere, se chi racconta lo fa con onestà, il risultato non è solo un testo scritto bene, ma la condivisione di un’esperienza nuova, il rapporto tra il narratore e il ghost writer, che comunque rappresenterà un capitolo speciale nella vita di ciascuno dei due.
http://www.repubblica.it/cultura/2014/08/12/news/crofts_sono_il_re_dei_bestseller_ma_rimango_un_fantasma-93605518/





