Innovazione, creatività ed opportunità per tutti gli appassionati ed operatori del settore sono le linee guida del nuovo portale di musica popolare italiana che New Media Farm…
Una casa senza libreria è una casa senza dignità, ha qualcosa della locanda, è come una città senza librai, un villaggio senza scuole, una lettera senza ortografia. Edmondo De Amicis, Pagine sparse, 1874
Oggi abbiamo case senza librerie abitate da persone che forse leggono gli e-book, città in cui i librai hanno vita sempre più difficile e le scuole cadono a pezzi perché sull’istruzione non si investe, in quanto a una corretta ortografia pare un concetto superato per non parlare della grammatica. Per giunta gli e-reader danno evidenza anche di un altro fenomeno: chi compera libri spesso non li legge o comunque non per intero. Con buona pace di De Amicis. Secondo una recente classifica elaborata dal Wall Street Journal molti tra i libri più acquistati vengono abbandonati dai lettori ben prima di avere girato la fatidica ultima pagina. Le rilevazioni utilizzano la funzione Popular Highlights di Amazon che segnala i cinque passaggi più sottolineati di ciascuno libro letto con Kindle prendendo come parametro l’indice di Hawking (dal classico di Steven Hawking Dal big bang ai buchi neri, il libro meno letto di sempre). Secondo il suddetto Indice i tre libri “più letti fino alla fine” sono Il Cardellino di Donna Tartt (98,5%), Hunger Games: La ragazza di fuoco di Suzanne Collins (43,4%) e Il Grande Gatsby (28,3%) di Francis Scott Fitgerald. Il meno letto in assoluto è Il capitale nel Ventunesimo secolo di Thomas Piketty, Indice Hawking 2,4%; frasi sottolineate solo nelle prime ventisei pagine. Il volume ne conta settecento.
Oggi è avvenuta la consegna ufficiale a Fondazione Cineteca Italiana da parte di Regione Lombardia dei nuovi spazi presso la sede dell’ex Manifattura Tabacchi in Viale Fulvio Testi…
Collisioni – Harvest, il festival agri-rock di letteratura e musica giunto quest’anno alla sesta edizione si propone di radunare come di consueto a Barolo, nel magnifico paesaggio…
Mercoledì 16 luglio il Museo Diocesano presenta la prima edizione di “Slow Art performance – Arte della gente e dei luoghi”, un’iniziativa artistica che valorizza la creatività di quanti…
Da un’idea dello scrittore Paolo Nori nasce Questa è l’acqua, il Festival sonoro della letteratura, per riscoprire il valore della lettura ad alta voce. Il titolo del Festival, Questa è l’acqua…
16 luglio 2014
“Il mondo dei fiori e dei salici” (karyūkai), traduzione dal giapponese di Silvia Taddei – O Barra O Edizioni, racconta il mondo delle geisha, un mondo che negli stereotipi dell’Occidente rievoca atmosfere eleganti, preziosi kimono di seta, musiche e cerimonie del tè. Masuda Sayo, invece, testimonia una realtà differente, quella delle onsen geisha, le donne che praticano la professione nelle stazioni termali lontane dai raffinati ambienti cittadini. Con uno stile semplice e diretto, ma estremamente coinvolgente, racconta la sua infanzia di bambina abbandonata e poi venduta, la dura quotidianità sua e delle compagne durante gli anni di apprendistato; descrive l’ambiente delle sale da tè con le ambigue figure dei frequentatori, la lotta intrapresa per cambiare vita, la povertà vissuta in un Giappone uscito dalla Seconda guerra mondiale. L’autobiografia di Masuda Sayo costituisce una preziosa testimonianza su una pagina poco nota della cultura giapponese. L’autrice (1925-2008) appena dodicenne viene venduta dalla madre alla “Takenoya”, una casa di geisha della stazione termale di Suwa. Dopo l’apprendistato, a sedici anni diventa geisha. Istruita nelle arti tradizionali (musica, danza, canto), ma privata dell’educazione scolastica, resta analfabeta sino a trent’anni quando, abbandonata la professione, impara a leggere e scrivere da autodidatta. Nel 1956 partecipa al concorso letterario “storie vere di donne” di una popolare rivista femminile posizionandosi al secondo posto. Viene notata dagli editori di Heibonsha che la convincono a scrivere la sua autobiografia. Nel 1959 apre un locale che diviene un ristorante di successo e ottiene la qualifica di chef della cucina tradizionale giapponese.