In Canada, Richard Ford racconta di una famiglia composta da persone che vivono un’esistenza incerta fino al momento in cui il capofamiglia decide di compiere una rapina, coinvolgendo la moglie; finiranno per essere arrestati. Per i due figli adolescenti della coppia, i gemelli Dell e Berner, una maschio e una femmina, tutto cambia. Il punto di vista assunto nel libro è quello di Dell Parsons, divenuto un anziano professore; all’epoca dei fatti era un quindicenne che all’improvviso deve affrontare un nuovo destino che lo obbliga a vivere da esiliato in Canada. Dell è scaraventato in un universo sconosciuto, fatto di spazi deserti, freddo e inospitale, e precipita nello spaesamento più totale. Conosce la solitudine, la totale mancanza di affetti, intuisce il rischio di cadere in depressione e lo combatte. Per un periodo è costretto ad abbandonare la scuola e a lavorare duramente, affronta esperienze terribili che riesce ad accettare e da cui trae insegnamento; trova dentro di sé la forza e le risorse per costruire un nuovo futuro e si assume la responsabilità della propria vita. Sullo sfondo la nostalgia per il tempo trascorso in famiglia, un sentimento che si affievolisce e stempera il ricordo dei genitori e di ciò che ha condiviso con la sorella. Dell diventa forte e si salva perché è convinto che chiunque possa, in certa misura, essere padrone del proprio destino, l’importante è andare avanti ed evitare le scelte sbagliate che determinano i disastri. Impara a contare su se stesso e si convince che “Comunque, dare ai genitori la colpa delle difficoltà della propria vita alla fine non porta da nessuna parte“.  Infine, diventato un maturo insegnante, trasmette agli studenti la sua ricetta suggerendo loro di guardare solo ciò che hanno davanti; la realtà che è possibile vedere è la misura giusta per capire il senso delle cose e accettare ciò che la vita impone.
Canada è il secondo libro di Richard Ford che leggo, dopo Infiniti Peccati, una raccolta di racconti. Ne leggerò altri.

La citazione:
Tutti i segni, le avvisaglie di un disastro, che crediamo di conoscere, per lo più sono sbagliati. La visione che ne ha un bambino è probabilmente uguale a quella di un adulto.  E potrebbe essere migliore. Anni fa conobbi un uomo che si impiccò: un agente di borsa con molti, moltissimi affanni e problemi mentali e una disperazione che nulla poteva alleviare. Ma nella settimana che portà a quel terribile momento, che aveva programmato fino all’ultimo dettaglio – la moglie, sicura di trovarlo, come d’accordo,  quando tornò a casa da una vacanza in Florida con le amiche -, le persone che lo conoscevano dissero che sembrava essersi tolto il peso del mondo dalle spalle e aver raggiunto il colmo dell’euforia. Rideva, raccontava barzellette, stuzzicava le persone,  faceva progetti come a memoria d’uomo negli ultimi tempi non aveva mai fatto. Credevano che avesse girato un angolo, immaginato una nuova vita,  trovato una strada per tornare al suo veccchio io: la persona che erano felici di ricordare ed entusiasti di riavere tra loro. E poi questo: appeso al lampadario nell’atrio della casa che aveva costruito solo due anni prima e che diceva di amare. Come siamo fatti è un mistero. Un mistero“.

Canada di Richiard Ford
Pagine 432 – I Narratori Feltrinelli, 2012
Traduzione di Vincenzo Mantovani

La trama: ‟Prima di tutto parlerò della rapina commessa dai nostri genitori. Poi degli omicidi, che avvennero più tardi.” Ai nostri giorni, a distanza di mezzo secolo dai fatti, il professor Dell Parsons, americano trapiantato in Canada e alla vigilia della pensione, ricorda i due avvenimenti che hanno impresso una svolta decisiva alla sua vita e a quella di Berner, la sua gemella. Nel 1960, l’anno dei fatti criminosi, Dell e Berner hanno quindici anni e i Parsons sono una famiglia americana assolutamente normale, da cui sarebbe stato assurdo aspettarsi cose simili. Ma, come scrive Richard Ford, ‟il preludio a cose molto brutte può essere ridicolo, ma può anche essere casuale e insignificante. Cosa che merita di essere riconosciuta perché indica il punto da cui possono originarsi eventi disastrosi: a un pelo dalla vita di tutti i giorni”.

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