Non è un libro, anche se ne ha l’aspetto. Freeman’s, scrittori dal futuro è una rivista in forma di raccolta di racconti capaci di guidare il lettore in luoghi e situazioni assai diversi gli uni dagli altri. Ciascun racconto è la tappa di un viaggio immaginario, improbabile ma allo stesso tempo reale, che consente di sconfinare in ciò che sta fuori dal nostro mondo e, attraverso un percorso fatto di parole, ci mostra una serie di nuove, possibili verità. Gli autori dei racconti sono: Mieko Kawakami, Claire Vaye Watkins, Andrés Felipe Solano, Nadifa Mohamed, Solmaz Sharif, Diego Enrique Osorno, Mariana Enríquez, Ishion Hutchinson, Sunjeev Sahota, Athena Farrokhzad, Samanta Schweblin, Garnette Cadogan, Valeria Luiselli, Ocean Vuong, Heather O’Neill, Johan Harstad, Tania James, Sayaka Murata, Édouard Louis, Daniel Galera, David Searcy, Dinaw Mengestu, Pola Olixarac, Fiona McFarlane, Marius Chivu, Xu Zechen, Ross Raisin e A Yi.
A parte Valeria Luiselli, di cui ho letto diversi anni fa Volti nella folla, non conoscevo questi autori. Alcuni li ho trovati tanto interessanti da indurmi a seguirne le tracce curiosando nella loro produzione. Ciascuno di loro mi ha permesso di scivolare dentro la storia come un esploratore che arrivi in un mondo sconosciuto. Si esce dall’ultima pagina dell’ultimo racconto con la consapevolezza di avere davanti un’orizzonte più vasto, infinito, cui dobbiamo inchinarci con modestia. Il mondo non finisce con ciò che ci ruota intorno, c’è ben altro, ma molti fingono di non saperlo.

Riguardo a questo mi piace segnalare la spiegazione di “cosmopolita” riportata nell’introduzione di John Freeman che a sua volta cita la definizione data dalla scrittrice britannica Aminatta Forna: «Cosmopolita» ha detto «è chi possiede, o si è creato, più di un modo di vedere le cose, qualcuno la cui prospettiva non sia circoscritta ai confini dati dai valori di un’unica cultura nazionale. Cosmopoliti si può nascere, diventare, o essere costretti dall’esterno a essere». e poi aggiunge: “Pensateci: il migrante è cosmopolita, il rifugiato è cosmopolita, chiunque viva tra due o più luoghi, e quindi comprenda la complessa situazione in cui costoro si trovano, è cosmopolita. Che splendido concetto, specialmente in un’epoca in cui i governi, in particolar modo quello americano, basano la propria politica sulla crudeltà istituzionalizzata e sull’assunto diametralmente opposto per cui alcuni individui, in sostanza, valgono più di altri.
Leggere è un atto politico, una questione etica; lo è sempre stata, ma più che mai adesso che i governi sfoderano la violenza contro chi non rientra nella definizione più pura di cittadino e la democrazia liberale è minacciata proprio nel suo nucleo originario, l’Europa e gli Stati Uniti. È in atto una vera e propria guerra culturale contro le moltitudini, l’ibridazione, la globalità. Non voglio spingermi ad affermare che, in quest’epoca di conflitto, attraverso la lettura dobbiamo superare i confini della nostra cultura nazionale, tuttavia se lo facciamo raramente, che cosa dice questo di noi, dei nostri valori? Che cosa dice della nostra immaginazione? Se con la letteratura, con il modo in cui ne parliamo, non facciamo altro che rendere più invalicabili i confini nazionali, con che diritto pretendiamo di vivere in un mondo libero? Se non siamo in grado di immaginarlo, un mondo così, come possiamo sperare di renderlo reale?
È possibile combattere attraverso le nostre scelte di lettura? A mio parere sì, e possiamo farlo senza perdere il gusto di leggere. È sufficiente tornare a considerarla come un’esperienza più ampia, quella da cui in così tanti siamo partiti: la lettura come viatico per la sorpresa, la gioia, la complessità e la meraviglia, non come mappa immaginaria di ciò che sappiamo già“.

Nella rosa degli autori prescelti non c’è nessun italiano.

Grazie a Davide Ferraris che mi ha fatto conoscere questo libro.

Nota: Scrittori dal futuro è il primo numero dell’edizione italiana della rivista letteraria Freeman’s, e il quarto di quella americana. Anche i primi tre numeri, ciascuno dedicato a un tema specifico, proponevano contenuti inediti nella forma dell’antologia. In Scrittori dal futuro, Freeman cambia registro e, su consiglio di editor, critici, traduttori e autori internazionali, propone una raccolta che si propone di mostrare come la scrittura possa servire e facilitare la comunicazione globale.
Per saperne di più: John Freeman, Freeman`s, Scrittori dal futuro

Freeman`s, Scrittori dal futuro a cura di John Freeman
Edizioni BlackCoffee, 2018 – pagine 224
Traduzione di Sara Reggiani, Leonardo Taiuti, Umberto Manuini e Damiano Abeni

Immagine dal web

 

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