La Cina sono io di Xiaolu Guo

Biografie By Giugno 30, 2015 No Comments

index-WebCon La Cina sono io (Metropoli d’Asia), Xiaolu Guo ci offre uno spaccato della Cina di oggi, una realtà difficile da esplorare soprattutto se non si conoscono la sua storia millenaria e le sue tradizioni. In questo caso l’autrice esprime un contesto culturale in cui si sviluppa il rapporto tra le arti, musica e scrittura, e la politica e il richiamo che esercita l’Occidente legato all’esigenza di una maggiore apertura del Paese verso l’esterno. La storia prende avvio nella Londra contemporanea, dove la giovane e inquieta Iona lavora come traduttrice. Da una casa editrice riceve un plico contenente lettere e stralci di diario scritti in cinese. Lentamente, anche se dopo varie ricerche e con diverse lacune, emerge la storia di Jian, musicista punk di Pechino incarcerato e poi estromesso dalla Cina per le sue attività “antirivoluzionarie”, il quale, dopo varie peripezie, finisce in un centro per immigrati prima in Inghilterra e poi in Svizzera, e di Mu, la sua ragazza, aspirante poetessa. Quest’ultima, senza notizie di Jian da troppo tempo, contatta un direttore editoriale inglese di passaggio a Pechino e gli consegna lettere e diari suoi e del suo compagno nella speranza di scoprire qualcosa in più. Iona e il direttore editoriale, destinati a innamorarsi, verranno a sapere che Jian è figlio di un personaggio di primissimo piano della politica cinese, motivo per il quale tutte le notizie su di lui sono state censurate. Il romanzo, strutturato anch’esso come un diario, segue il lavoro di traduzione di Iona e parallelamente la sua vita e il suo coinvolgimento sempre maggiore nella storia dei due ragazzi, legati da un amore intenso ma pieno di difficoltà, soprattutto a causa delle ferite profonde di Jian e del suo percorso politico, segnato dal massacro di Tienanmen. Che fine avrà fatto Jian? Riuscirà Iona a ritrovarlo e a far incontrare nuovamente i due innamorati? Questa missione diventa il centro della sua vita e la cambierà profondamente.

Xiaolu Guo è nata in un villaggio della Cina meridionale nel 1973, è scrittrice e regista. È autrice di romanzi, poesie e saggi, in cinese e inglese, che sono stati tradotti in diverse lingue.

 

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Professione Ghost Writer: il blog de La regola dell’eccesso

I miei libri By Giugno 22, 2015 No Comments

Da poco è nato il blog de La regola dell’eccesso – https://regoladelleccesso.wordpress.com/ – dove si racconta del libro scritto da me e da Renato Tormenta. Avrete la possibilità di scaricare un capitolo inedito che fa sempre riferimento alle vicende narrate nel libro e potrete leggere una serie di mini-racconti, storie in pillole con le quali spero di catturare per qualche minuto la vostra attenzione. Pubblico qui di seguito l’ultimo post della serie che ha come protagonista Renato Tormenta e, se ancora non lo avete fatto, vi invito a leggere e magari condividere quelli già pubblicati e gli altri che verranno.

Au revoir mon cheri!

9941fd9afb6f04efaaa92542f8c936b1.jpg-webOgni volta che torno a casa è un momento speciale, non importa che il mio viaggio sia durato una settimana o un mese, che mi sia spostato di poche centinaia di chilometri o sia andato all’altro capo del mondo. Questa volta ero partito all’improvviso e avevo lasciato un sacco di cose in sospeso, una in particolare. Sto parlando della promozione del libro che ho scritto con Susanna e con lei non c’è da scherzare. La mia Ghost è veramente… pressante. La sentirò domani. Lei sa che ho bisogno dei miei tempi, dei miei spazi, eppure mi sta sempre con il fiato sul collo. Ha ragione, il libro è importante. Racconta di un uomo che infila una serie di scelte sbagliate, errori che compromettono la sua vita fino quasi a un esito estremo e poi… Sono gli stessi sbagli in cui incorrono tanti anche oggi. Ragazzi come Jacopo, il figlio del mio meccanico cui ho dato una lezione a Nizza. È la moda dello sballo. Mi capita spesso di incontrare giovani che nel fine settimana si riempiono di alcol o altro e poi fanno risse o vanno allo stadio e si appassionano solo al calcio e discutono e litigano e pare che stiano parlando dei massimi sistemi per risolvere chissà quali problemi. Scopriranno troppo tardi che ciò che ora sembra bello e divertente può essere sbagliato. Io lo so bene. Certe dipendenze, che alcuni chiamano vizi, sono una malattia che ti porta via a te stesso, al tuo posto resta solo un fantasma.
La verità è che sono stanco, ho bisogno di una vacanza vera, lontano da tutto. Un bel viaggio, magari in oriente, tempo per me, per meditare.
Sapete che c’è? Domani scelgo una meta, riempio lo zaino e compro un biglietto per la fine del mondo, senza internet, e non porto neppure il satellitare. Poi chiamo Susanna, anzi, le lascio un messaggio. Le passo la staffetta. Au revoir mon cheri!

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