Professione Ghost Writer: La regola dell’eccesso, il libro di carta

I miei libri By Maggio 19, 2015 No Comments

11258253_109730349359661_1957673583279101102_n-webÈ arrivata la versione cartacea de La regola dell’eccesso, il romanzo autobiografico di cui sono autrice con Renato Tormenta. Ebbene, gli ebook mi piacciono, li trovo comodi, funzionali a parecchie specifiche esigenze e perfino ecologici, ma la carta è un’altra cosa. È d’accordo con me anche il mio co-autore, Renato Tormenta. Apparteniamo tutti e due alla generazione di quelli che con la carta ci sono nati. Ci piace la sensazione tattile della copertina nuova, l’aspetto intonso della costa del libro prima che venga squadernato, il frusciare delle pagine e quell’odore di cassetto chiuso, di stantio che, ovunque ti trovi, quando leggi ti riporta sempre a casa. E poi il libro di carta è tangibile, concreto. Renato ed io soppesiamo il nostro, lisciamo con le dita la copertina, e ridiamo come due stupidi. C’è tutta una storia, non solo dentro il libro. C’è la storia di quanto ci sia costato scriverlo e di quanto ci abbia personalmente arricchito arrivare fino all’ultima pagina. E c’è una storia anche avanti, proiettata nel futuro. Grazie, Renato! Grazie a te, Susanna!

Share:

Professione ghost writer: da L’amaca di Serra

Scritture&Scrittori By Maggio 18, 2015 No Comments

serra-16-maggio--web“VIVA l’innovazione, il libro elettronico, il print on demand (si stampano solo le copie acquistate e si evitano le valanghe di resi), il fecondo rapporto tra nuove tecnologie e cultura. Ma mette un brivido sentire (intervistato su Radiorai) non so quale boss di Amazon sentenziare che in un futuro prossimo «a decidere quali libri stampare e quali no saranno le community dei lettori, non gli editori». In apparenza è un allargamento “democratico” delle decisioni, un colpo all’elitarismo intellettuale. In sostanza, è il definitivo asservimento della cultura ai gusti di (presunte) maggioranze, e fa venire in mente l’aforisma di Marcello Marchesi sulla società di massa: «mangiate merda, miliardi di mosche non possono avere torto». La dittatura del mercato incarna il sogno del signor Amazon ma anche l’incubo delle minoranze, dei curiosi, degli irrequieti, o più semplicemente dei veri innovatori (che faranno le fortune future anche di Amazon). Il rischio intellettuale non è vidimabile da una serie di “mi piace”. L’attuale, imperfettissimo sistema editoriale va da scemenzuole di successo come le Sfumature di grigio a splendidi e sparuti libri di poesia, con tutta la gamma intermedia. Mi chiedo quale “community” sarebbe in grado di scegliere, e di sbagliare, con tanta libertà e con tanta varietà. Il conformismo è la via più rapida, feroce ed efficace per distruggere pensiero e poesia. Per saperlo bisognerebbe — per esempio — leggere Álvaro Mutis. Ma la “community” di riferimento del signor Amazon terrebbe in catalogo Álvaro Mutis?” Da La Repubblica del 16/05/2015

Capisco il ragionamento di Serra, ma non concordo. Penso che ognuno potrà trovare il proprio spazio attraverso percorsi nuovi e diversi. L’editoria si sta trasformando, il settore sta attraversando una vera e propria rivoluzione. Quando l’orizzonte tornerà a schiarirsi e il polverone decanterà, scopriremo che qualche nuovo alberello è spuntato tra le macerie. Penso anche che nulla vieti agli estimatori della poesia, di Álvaro Mutis o di chicchessia, di costituire la propria comunità. La vera sfida, forse, sta nell’indirizzare i giovani a essere curiosi fuori dagli schemi. E questo dovrebbe essere uno dei compiti della scuola.

Share: