ZTL MilanoUffa, il citofono strilla! Sono le nove, ho appena avviato il computer e già qualcuno mi rompe le scatole.
«Buongiorno, c’è una raccomandata!» La Giusi ha il tono della portinaia perfetta, dolce e mellifluo allo stesso tempo.
In testa scatta un déjà vu. «Multa?» dico, senza neppure accennare un saluto.
«Forse. Credo di sì.»
Lo sapevo. Me l’aspettavo. È questione di meno di un minuto e ho già la busta in mano, le porte dell’ascensore si riaprono al mio piano che già ho squartato la carta, tirato fuori i fogli. Mentre giro le chiavi nella toppa intuisco il bollettino postale. Non leggo niente, ho dimenticato di portare gli occhiali.
Appena in casa inforco le lenti, dispiego i fogli. Suona il cellulare.
Numero privato.
Un rischio, ma non posso evitarlo.
«Quanto ci metti a rispondere!»
«Dante, cosa vuoi? Oggi non è aria.» Ha una manciata di anni più di me, lui però è già passato tra le fila di quelli che si limitano a esistere perché vivere è una fatica. Ma non smettono mai di rompere le palle. Del resto non ha niente da fare, è un esodato.
«Hai sentito di quello del machete sul tram?» parla in fretta, tono irato.
«Adesso non posso. Forse dopo.» Chiudo, brusca, e ritorno sulla multa.
Accesso alla zona limitata di via Olivetani, ore 19,37. Un mese fa, la sera della pizza con gli scrittori.
È peggio di quel che pensassi. Quella sera il navigatore era impazzito e forse anch’io, perché gli avevo dato retta. So di avere preso tre o quattro multe mentre attraversavo la città. Ma fino lì, a Via Olivetani, avevo pensato di essere nel giusto. Devo sbrigarmi per limitare i danni. Se pago subito il sindaco mi fa lo sconto. Però, se posso fare ricorso…
Torno al computer comincio a cercare, magari ci sono dei precedenti. Sposto la tastiera e chiudo il quaderno degli appunti per il libro che sto scrivendo.
Dallo stomaco mi sale un sospiro. Mancano solo 106 giorni alla consegna.

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