coverLa magia di un balletto, L’après-midi d’un faune su musica di Debussy, l’amore per una donna immortalata in un dipinto che cattura “l’attimo rapito di un movimento dinamico, come quando ti passa di fianco una persona tra la folla”, sono i protagonisti di un romanzo di formazione che prende dalla prima all’ultima pagina.
L’attimo bianco, di Filippo Nativo, autore italo-canadese al suo esordio, rievoca il ricordo di un’adolescenza vissuta un po’ fuori dagli schemi, in un ambiente familiare variegato in cui ciascuno pare assorto in se stesso all’interno di un moto circolare chiuso al mondo ordinario. E dunque è in un contesto straordinario, tra frequentazioni di “ballerine, scenografi, artisti, pittori, sarti e saltimbanchi” e parenti distratti che il giovane protagonista de L’attimo bianco vive il punto di svolta della sua adolescenza, attraverso Manuèl, un ex ballerino argentino approdato in Italia e divenuto pittore. Nell’arco di una manciata di ore che affondano nella notte, Manuèl, di solito scontroso e riservato, racconta al giovane amico la storia del suo amore per Marìa, rompendo il cerchio della sua solitudine, per poi scomparire. Quell’amore, vissuto dall’ex ballerino come una dannazione, segnerà per sempre il ragazzo che a sua volta farà di Marìa il suo amore ideale, quello che terrà solo per sé e con cui le donne che incontrerà nel corso della vita non potranno mai competere. Sullo sfondo la splendida estate toscana, le musiche di Debussy e la storia di un balletto che a suo tempo fece scandalo. Da gustare soli, come soli si legge, insieme al libro perché: “Manuèl, era stato proprio lui a insegnarmi che, testuali parole: “La solitudine è proprietà privata”.
https://youtu.be/jVpJCKspArk

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