In questi giorni ho letto due articoli molto interessanti che voglio ricordare: l’intervista a Maurizio Maggiani su Linkiesta e le riflessioni di Francesco Giubilei su Cultora. Maggiani, tra l’altro dice: “…lo percepisci chiaramente che è finita. La questione della carta, che ci piaccia o no, è una questione già decisa dal punto di vista economico: l’editoria è un’industria, e la carta, dal punto di vista economico, è una follia.” Giubilei afferma: “L’editore indipendente del futuro – o quello di successo del presente – è colui che abbatterà drasticamente i costi del magazzino, stampando le copie strettamente necessarie per sopperire alle esigenze della distribuzione e delle vendite dirette.” E aggiunge “…continuo ad essere convinto che accanto ai distributori – mali necessari, non me ne vogliano i nostri distributori di cui siamo molto soddisfatti – l’editore debba sviluppare un circuito di vendita alternativo “a valle”, verso il cliente, il lettore, unico vero padrone delle case editrici. A volte purtroppo gli editori tendono a dimenticarlo e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.”
Naturalmente negli articoli, di cui consiglio la lettura, si dice anche molto altro. Tuttavia mi ha colpito il fatto che Maggiani decreti la morte del libro cartaceo mentre l’editore ragioni ancora sui costi della distribuzione del cartaceo, accennando allo sviluppo di un circuito di vendita alternativo verso il lettore, senza però spiegarlo.
L’editore qui diventa Print on demand, dando ragione a Maggiani, in un certo senso, poiché accusa l’insostenibilità di un sistema ormai obsoleto, legato alla gestione del libro di carta. Di sicuro questo mercato è destinato a cambiare radicalmente in pochissimo tempo. Ambedue le posizioni offrono lo spunto per tantissime domande.

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