Ho conosciuto Giorgia Catalano quest’estate, in occasione della presentazione del libro La regola dell’eccesso alla trasmissione “L’Isola che non c’è” di Radio Italia Uno. Ho scoperto una donna sensibile, innamorata della poesia e della scrittura, curiosa quanto basta per essere disponibile nei confronti degli autori esordienti. E non è certo poco! Poiché anch’io sono curiosa per natura, ho voluto conoscere la sua storia.

Poetessa, scrittrice, conduttrice radiofonica su Radio Italia Uno, insieme a Giorgio Milanese, della trasmissione culturale “L’Isola che non c’è”, recensionista e curatrice editoriale e, scusate se è poco, mamma di tre “bimbi” maschi di 23, 14 e 11 anni. Quali altri ruoli assolvi nella vita?
Sono stata, per molti anni, una stenotipista (nella fattispecie, una resocontista michelista): resocontavo (scrivevo) attraverso uno stenoterminale chiamato MICHELA, dal cognome del suo inventore, l’ing. Antonio Michela (siamo a fine sec. XIX), tutto ciò che veniva detto nelle aule dei Palazzi di Giustizia di varie città del nord Italia, durante i processi, o durante convegni, seminari e altro ancora. Sono stata anche insegnante precaria nella scuola elementare e nella scuola dell’infanzia. Ultimo ed attuale approdo: gli uffici di un ente pubblico che mi vedono impiegata amministrativa.
Il mio lavoro non ha nulla a che fare con le mie più grandi passioni e sono felice di avere la possibilità di coltivarle, per donare emozioni e per stare meglio con me stessa.
Qualcuno mi riconosce anche il ruolo di talent scout. Quando fiuto talenti in campo artistico, sia esso musicale o letterario, non posso fare a meno di proporli al pubblico, magari durante gli spettacoli di beneficenza che organizzo con Giorgio Milanese, in capo all’associazione culturale della quale è Presidente “Il Club dei Cento” e per la quale seguo la sezione di Torino – denominata: “Gianna Baltaro”, in memoria della famosa giallista torinese – od offrendo agli artisti uno spazio durante la nostra trasmissione radiofonica.

Sei una donna dai molti talenti ed emani una carica di energia positiva forte, concreta. Ho letto alcune tue poesie, del resto è anche attraverso i tuoi versi che ho cercato di conoscerti. Consentimi una citazione dalla raccolta: “Un Passaggio Verso le Emozioni” (Photocity edizioni, 2012)
Ripenso a gesti, ironie,
scherzose malinconie.
Rubo i miei stessi pensieri
per lavarli dalla tristezza,
per stenderli al caldo sole.
Così, odorosi di bucato,
li indosserò come abito nuovo.

Sono le parole di una donna che non si arrende mai. Qual è la parte di te che più vive di poesia? Cosa ti ispira?
Sono felice che tu abbia scelto proprio questi versi, Susanna, perché proprio questa lirica ha rappresentato, per me, una sorta di trampolino di lancio. Fu letta, qualche anno fa, durante la trasmissione radiofonica in onda su Radio Uno: “L’uomo della notte”, condotta dal notissimo Maurizio Costanzo.
Sono convinta che non ci si debba mai arrendere ed è vietato piangersi addosso! Vale sempre il proverbio: “Aiutati, che il Ciel t’aiuta!” Di difficoltà, purtroppo, ho dovuto affrontarne – e ancora ne affronto – anche io, come tutti, ma sono una inguaribile ottimista e spero sempre in un’evoluzione positiva degli eventi; questo mi aiuta a non fermarmi e a credere, quasi caparbiamente, in ciò che faccio.
Ciò che oggi non riesco a spiegarmi, domani, troverà sicuramente risposta e allora la mia lotta, il mio impegno non saranno stati vani.
Vivo la mia quotidianità fortemente ancorata alla realtà, ma la Poesia mi aiuta ad osservare ciò che mi circonda con occhi diversi, da un’angolazione che non sempre è compresa e riconosciuta da tutti. Ho imparato, però, a mie spese, che non bisogna mai rinunciare ad essere se stessi.
Che cosa mi ispira? La natura, le persone, i sentimenti, eventi particolari… In una sola parola: la vita.

Com’è nato l’approccio al mondo della radio e da cosa ha preso spunto la scelta di realizzare una trasmissione come “L’Isola che non c’è”, che offre spazio agli artisti esordienti?
Presentai la raccolta di poesie, che tu hai citato, durante la trasmissione culturale “Dimensione Autore” condotta dal mio caro amico e compagno di avventure, Giorgio Milanese, insieme a Laura Scaramozzino, in onda sempre su Radio Italia Uno. Milanese, che – come molti affermano – ha anche lui fiuto per i talenti, mi disse che sarei stata adatta alla conduzione di una trasmissione culturale diversa da quella che lui già conduceva (pur mantenendone lo stesso intento: promuovere autori emergenti). Accolsi l’invito/sfida e così, insieme, concordammo come strutturare la trasmissione anche se, con il tempo, “L’isola che non c’è” ha cambiato sembianza. Oggi, si propone di far viaggiare il pubblico attraverso le emozioni. Non più soltanto poesie e racconti di autori emergenti, ma anche Libri, Cinema, Teatro, Musica e non soltanto. Tutto ciò abbraccia gli artisti meno conosciuti e dà al pubblico la possibilità di ricordarli meglio, associandoli a qualche personaggio molto famoso, presentato durante la puntata che viene costruita ad hoc intorno all’autore/agli autori che dobbiamo introdurre.

Sulla base della tua esperienza, le scuole di scrittura creativa sono utili, pensi che sia possibile imparare il mestiere dello scrittore?
Sono certa che il talento, da solo, non basti. Bisogna affinarlo con una buona tecnica per sfruttarlo al meglio; questo mi porta a considerare positivamente i corsi di scrittura creativa. Il resto deve farlo la fantasia dello scrittore e, soprattutto, il cuore. Qualsiasi sia il genere letterario trattato, c’è bisogno di passione ed amore verso ciò che si fa.
Affermarsi come scrittori, oggi, è sempre più difficile. Il mercato è saturo e i lettori sono sempre più esigenti. Tuttavia, credo che nella vita non si possa rinunciare, a priori, al proprio sogno. Prima si deve imparare a scrivere bene, poi si può tentare… la Fortuna!

L’ultimo libro che hai letto e apprezzato non per lavoro, ma per tuo piacere? E riguardo la musica?
L’ultimo libro che ho letto, per mio piacere e non per lavoro, è stato: “L’antiquario e il professore” di Mario Scippa, autore napoletano che ho conosciuto attraverso il social Facebook. Anche Scippa, oltre che bravo narratore, è un poeta e nel suo libro ho respirato molta poesia. L’ho letto in meno di due giorni. Divorato piacevolmente, lo avrei riletto subito daccapo per cogliere quelle sfumature che, eventualmente, mi fossero sfuggite.
Riguardo alla musica, oggi non ho un artista “del cuore”. Ascolto qualsiasi genere musicale mi faccia stare bene e questo dipende molto dal mio stato d’animo. Passo dalla musica classica, alla dance, al melodico, o ad altro ancora, senza accorgermene. La musica è un’evoluzione del mio essere e del mio pensare. Anche i gusti musicali, con il passare degli anni, possono modificarsi.

A cosa stai lavorando ora? Hai qualche nuovo progetto chiuso nel cassetto?
Sto lavorando, insieme a Giorgio Milanese, ad un libro scritto a quattro mani. Racconterà la storia della radio, della nostra trasmissione e raccoglierà le poesie più rappresentative della nostra produzione (anche il mio paziente co-conduttore è un poeta ed è stato paroliere iscritto alla SIAE, per molto tempo).
Ad impreziosire questo lavoro letterario, la prefazione della nota poetessa, amica di Alda Merini, Ninnj Di Stefano Busà, una nota introduttiva dell’attrice Margherita Fumero e la postfazione, curata dal noto poeta ed aforista palermitano, Emanuele Marcuccio.
Nel cassetto, ma spero non più per molto – dipenderà dal tempo che riuscirò a ritagliarmi per lavorarci – un romanzo che ha sicuramente forti spunti autobiografici.

Tu sei una donna molto dinamica, vivi intensamente, provi a prendere ciò che ti piace e non ti arrendi alle difficoltà. Quali consigli ti senti di dare alle donne che coltivano la passione per la scrittura, in qualsiasi forma? Qual è la strada giusta per crescere in questo campo, ammesso che esista?
Non esiste una ricetta che valga per tutte, ma una cosa è certa: non devono mancare autostima e determinazione. Un altro ingrediente, a mio avviso molto importante, per farsi avanti nel mondo artistico – non mi riferisco soltanto a quello letterario – è l’umiltà. Bisogna credere in se stesse, senza sopravvalutarsi. Sono gli altri che devono esprimere un giudizio sul nostro operato.
Oggi, anche grazie all’autopubblicazione, è più semplice proporsi ai lettori, anche se sappiamo quanto sia faticoso farsi conoscere e diffondere l’opera, perché, come già detto, il mercato è saturo. Anche questo ha spinto me e Milanese a proporci con L’Isola che non c’è, per dare la possibilità a chi ha piacere di farlo, di uscire dal coro.
Autrici tutte, non demordete! Prima di scrivere, però, dovrete leggere – leggere tanto – e confrontarvi con altri autori, con altri mondi, con altri modi di esprimere quello stesso concetto che, magari, va già a spasso nella vostra mente.
Ti ringrazio, Susanna, per questa gradita opportunità e per la stima che nutri nei miei confronti. E’ stato davvero un piacere rispondere alla tua intervista. Buon lavoro!

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